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La mia proposta di un BONUS SPESA con DETRAZIONE FISCALE di 500 euro per la sopravvivenza dei negozi.
14.11.2020
La pandemia Covid 129 aggrava le difficoltà del commercio al dettaglio, evidenziate dalla continua chiusura dei negozi.
Oltre al lockdown imposto a Marzo e Aprile e agli effetti della pandemia sui consumatori, i negozi devono sostenere gli affitti, le tasse, l’Iva, la Tari, le spese per il personale, la concorrenza del commercio elettronico, e dei Centri Commerciali.
Le conseguenze della chiusura dei negozi sono la desertificazione, l’impoverimento commerciale e la perdita di identità della nostra città.
Il Comune deve sostenere i nostri negozi, soprattutto in questo periodo di pandemia, che produce l’azzeramento degli incassi e il rischio di chiusura definitiva delle attività.
Occorrono provvedimenti legislativi urgenti, mirati ad aumentare le vendite, per difendere il reddito e i posti di lavoro.
E’ possibile incentivare gli acquisti nei negozi con la detrazione fiscale, per renderli più convenienti rispetto agli acquisti on line, ( es. su Amazon) o nei Centri Commerciali della RSM.
Per questo, ho chiesto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, che il Sindaco, proponga urgentemente, tramite l’ANCI, al Governo, l’Istituzione di BONUS SPESA Natale 2020 e Gennaio 2021, con il beneficio della DETRAZIONE FISCALE di 500 euro per ciascuno esercizio, al fine di incentivare gli acquisti nei negozi di vicinato in Italia.
Le spese per acquisti nei negozi, sostenute nei mesi di Dicembre 2020 e Gennaio 2021, documentate con scontrini/fatture, potranno essere detratte dal contribuente, con reddito ISEE fino a 40.000 euro, nella Dichiarazione dei redditi, al fine di diminuire l’imposta IRPEF dovuta.
E’ una operazione virtuosa da tutti i punti di vista: incentiva il potere di acquisto dei consumatori, agevola l’incremento delle vendite nei negozi al dettaglio, con un rapporto fiscale trasparente.
Le responsabilità nell’emergenza sanitaria e l’incapacità di decongestionare i nostri Ospedali.
9.11.2020
Dinnanzi alla seconda ondata dei contagi Covid 19, gli Ospedali della Provincia di Rimini, sono di nuovo congestionati e a rischio di saturazione con l’aumento continuo dei pazienti ricoverati e in terapia intensiva .
L’Ausl ha sprecato mesi preziosi, dall’esperienza vissuta a Marzo e Aprile, senza prepararsi al ritorno della pandemia.
Ha aspettato la seconda ondata COVID, per approvare e compiere i lavori di riorganizzazione dei “percorsi protetti” nei Pronto Soccorso di Rimini, Riccione, Novafeltria, e creare nuovi posti e impianti di terapia sub-intensiva.
Nel corso della nuova emergenza l’AUSL ha riconvertito i “reparti” dell’Ospedale di Infermi di Rimini (Medicina 1 e la Chirurgia del Padiglione Flaminio) e dell’Ospedale Ceccarini di Riccione in aree Covid, spostando il personale senza una specifica formazione, a scapito delle cure e visite specialistiche di altri ammalati che sono la maggioranza
Continuano le lunghe “file” di auto al “drive” dell’Ospedale, per l’esecuzione dei “tamponi” e ritardano i “risultati” per la concentrazione delle analisi nel Laboratorio Unico di Pievesistina a Cesena.
Per evitare il collasso degli Ospedali, non è stata potenziata l’assistenza domiciliare, che è rimasta quella dei mesi scorsi, nonostante la propaganda del Presidente della Regione, Bonaccini, che aveva sbandierato l’obiettivo del 10% !
Eppure, molti ricoveri in Ospedale potrebbero essere evitati con l’utilizzo delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), varate con il Decreto Cura Italia, già il 17 marzo scorso.
Le USCA, attivate dai medici di medicina generale, intervengono rapidamente sui sospetti o contagiati dal Covid 19, per eseguire il tampone, l’ecografia polmonare, misurare l’ossigenazione, consegnare i farmaci, controllare l’andamento della cura.
La tempestività dell’intervento consente di accertare il contagio del virus, e di somministrare precocemente la cura al paziente, consentendogli di frenare l’infiammazione polmonare e di beneficiare a casa di una maggiore tranquillità psicologica.
Con riferimento alla nostra interrogazione di giovedi scorso, le USCA operanti nel territorio della Provincia di Rimini sono solo 9, costituite da 1 medico, supportato nella preparazione da un infermiere e da un operatore socio sanitario.
Il numero per essere considerato “sufficiente”, dovrebbe essere “modulato” in base alle richieste di intervento dei medici di medicina generale.
Purtroppo, risulterebbero solo una ventina le visite giornaliere effettuate attualmente dalle Usca. .
L’impiego delle Usca e la cura del virus a casa, secondo le esperienze in altre città, è compatibile nel 95% dei casi, in particolare per gli anziani.
Le Usca sono centrali nella cura Covid e non richiedono una tecnologia costosa, come il ricorso alle terapie intensive.
I malati di Covid si possono curare a casa, l’ospedale rimane l’estrema “ratio”.
Con adeguata programmazione e organizzazione, a seguito dell’esperienza vissuta a primavera, poteva essere evitato l’attuale congestionamento degli Ospedali, che pone in serie difficoltà la diagnostica e la cura di altre patologie.
Ho proposto il trasferimento della Sede unica degli Uffici del Comune nell’immobile abbandonato della “Nuova Questura” in Via Ugo Bassi.
26.10.2020
Nel Consiglio Comunale di Giovedi scorso, i Consiglieri Comunali della maggioranza Gnassi hanno approvato con il loro silenzio “tombale” il Documento Unico di Programmazione (DUP) dell’Amministrazione Comunale e “respinto” i miei emendamenti (8) senza alcuna motivazione.
Nonostante l’arroganza del potere voglia eliminare ogni corretto e proficuo confronto sul merito dei problemi, continuo a proporre soluzioni nell’interesse città.
1°Proposta di Emendamento: trasferimento della Sede Unica degli Uffici del Comune,prevista nell’area della Stazione Ferroviaria, all’immobile abbandonato e inutilizzato della Nuova Questura.
La previsione attuale della costruzione della Sede Unica degli Uffici Comunali, con una superficie complessiva di 15.000 mq, sul ristretto sedime, all’angolo tra la Via Dante e la Via Roma, che dovrebbe ospitare 1.000 impiegati e consentire l’accesso ai cittadini, è incompatibile per il carico edilizio e il congestionamento della mobilità.
La mia proposta è di trasferire la Sede Unica degli Uffici Comunali nel complesso immobiliare di Via Ugo Bassi, destinato in origine a sede della Nuova Questura, (che si trasferirà in Piazzale Bornaccini), inutilizzato e abbandonato al degrado dal 2003, con una superficie di mq. 23.000 e un ampio parcheggio esterno per l’accessibilità.
Per l’acquisto dell’immobile, nella procedura fallimentare, il Comune di Rimini vanta un credito di 7 milioni di euro, mentre per le spese di ristrutturazione il Comune può ricorrere ad un mutuo da rimborsare con i 2 milioni di euro, risparmiati ogni anno negli affitti.
Inoltre, il Comune risparmierebbe i costi di costruzione dell’edificio nell’area della Stazione Ferroviaria e recupererebbe un immobile e un’area strategica dall’attuale situazione di degrado e abbandono.
Prosegue lo snaturamento culturale e identitario di Piazza Malatesta!
10.10.2020
Il Sindaco Gnassi e la sua maggioranza consigliare hanno votato contro la mia Mozione “Riscopriamo e valorizziamo la storia millenaria di Piazza Malatesta”.
Non hanno considerato la realizzazione della fontana di 1.000 mq lungo il perimetro del “fossato” di Castel Sismondo e il vano tecnico sottostante, interrato a 4 metri di profondità, strutture permanenti, invasive, incompatibili nell’area tutelata.
Invece di riscoprire il fossato, liberandolo dagli interramenti, come auspicato per decenni anche dai Piani Regolatori e dal Piano Strategico, si costruisce incredibilmente sul “fossato”, tra le mura difensive del Castello!
Non sono rispettati il Vincolo Archeologico del 29/10/1991 sull’area di Castel Sismondo comprendente il “fossato”, finalizzato a garantire la tutela del sottosuolo e il Vincolo di inedificabilità assoluta del 14 Marzo 2015, su tutta la Piazza Malatesta, per assicurare la visibilità del Castello.
Neppure è stata presentata la soluzione progettuale, prevista dalla Soprintendenza, per valorizzare le strutture archeologiche emerse, quali la “controscarpa del fossato” e i “battiponte” di accesso al Castello.
Nessun interesse per Piazza Malatesta-area archeologica, anche se a pochi metri di distanza, sotto la platea del Teatro Poletti, i reperti archeologici rinvenuti, documentino la storia di Rimini, dalla nascita della città (220 A.C.), passando per il periodo romano, medievale, i Malatesta, fino all’Ottocento.
ll Progetto “Museo Fellini” va avanti, senza remore, con lo snaturamento culturale e identitario di Piazza Malatesta che, dopo le trasformazioni, potrebbe anche chiamarsi “Piazza Fellini”.
Un progetto Iniziato con Castel Sismondo “ridotto”, a “contenitore” del Museo Fellini, e le sale rinascimentali allestite a set felliniani; dalla Cineteca Fellini del “Fulgor” si espande alla Piazza Malatesta, che diventa la Piazza delle “ambientazioni felliniane”: le scene rurali della campagna, la fontana con una lama d’acqua per evocare il passaggio del Rex, l’arena cinematografica di 8 e 1/2 con “l’americana” impattante sullo sfondo.
Per il Sindaco Gnassi è più “importante” il “Museo Fellini” con il “Circ Amarcord” che Sigismondo Malatesta con il Castello, progettato dal Brunelleschi, e i protagonisti del Rinascimento italiano, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Agostino di Duccio, Matteo de Pasti che, con il Signore di Rimini, realizzarono il capolavoro del Tempio Malatestiano.
Una scelta “strumentale”, uno snaturamento culturale, invece di valorizzare la storia identitaria di Piazza Malatesta, specifica della nostra Città.
Riscopriamo e valorizziamo la storia Millenaria di Piazza Malatesta.
8.10.2020
Dopo le due interrogazioni consigliari, ho presentato la Mozione “Riscopriamo e valorizziamo la storia millenaria di Piazza Malatesta”, iscritta al primo punto del Consiglio Comunale tematico di domani, giovedì 8/10/2020.
Premesso che, il Progetto del Museo Fellini in Piazza Malatesta, tra il Castello e il Teatro, prevede :
1) La realizzazione di un’ampia fontana, di circa 1.000 mq, lungo il perimetro del “fossato” di Castel Sismondo, con una lama d’acqua e vaporizzatori per evocare atmosfere felliniane, come il “passaggio del Rex”;
2) Il vano tecnico della fontana, collocato ad una profondità di 4 metri nell’area del “fossato”.
che, nella stessa area tra il Castello e il Teatro, gli scavi in corso hanno fatto emergere l’”antemurale” o “controscarpa” del “fossato”, la prima linea di mura difensive, e i “battiponte” di accesso a a Castel Sismondo, come annunciato con la prima interrogazione consigliare del 16 Luglio scorso, dinnanzi al silenzio della Amministrazione Comunale;
che, la Soprintendenza, in base al sondaggio eseguito, ha confermato, nella nota al Comune del 19.6.2020, la presenza di “strutture archeologiche”, in corrispondenza del vano tecnico della fontana nel “fossato”, come evidenziato nella seconda interrogazione consigliare del 24 Settembre scorso;
che, sempre la Soprintendenza, ha ritenuto, oltre tre mesi fa, necessario ampliare e approfondire l’indagine archeologica per individuare una soluzione progettuale che possa tutelare e conservare le strutture archeologiche individuate;
ricordato, il Vincolo Archeologico del 29.10.1991 sull’area della Rocca Malatestiana comprendente il “fossato”, finalizzato a garantire la tutela del sottosuolo; il Vincolo di inedificabilità assoluta del 14 Marzo 2015 su tutta Piazza Malatesta, per assicurare la visibilità del Castello; il Piano Strutturale Comunale per cui le nuove superfici, gli arredi e più in generale il disegno della Piazza deve tenere in considerazione le risultanze delle indagini archeologiche;
la Mozione impegna il Sindaco
1) A rendere pubblico l’esito dell’ampliamento e approfondimento dell’indagine archeologica richiesta dalla Soprintendenza;
2) A considerare oggettivamente la fontana di 1.000 mq. lungo il perimetro del fossato e il vano tecnico sottostante, interrato a 4 metri di profondità, strutture permanenti, invasive, incompatibili nell’area tutelata del Castello e del “fossato”, non certo opere “leggere e amovibili”;
3) Ad elaborare la soluzione progettuale per recuperare e valorizzare le strutture archeologiche emerse, quali: “l’antemurale” o “controscarpa” del “fossato”, i “battiponte” di accesso al Castello e quelle che stanno venendo alla luce in tutta la piazza, (come avvenne nel 1989 con la scoperta della Domus del Chirurgo durante i lavori di ripavimentazione del Giardino Ferrari);
4) Ad operare la revisione radicale del progetto esecutivo “Museo Fellini-Piazza Malatesta”, riscoprendo di più e valorizzando la storia millenaria di Piazza Malatesta, quale naturale area archeologica compresa tra il Castello, il Teatro e la ex Cattedrale di Santa Colomba;
5) A non ricoprire tutto quanto rinvenuto, per realizzare velocemente la Piazza delle “ambientazioni felliniane”, incompatibili con la valorizzazione del patrimonio storico, in particolare di Castel Sismondo, progettato dal Brunelleschi, e non necessarie dopo la Cineteca di Fellini al Fulgor e la “riduzione” anche di Castel Sismondo a “contenitore“ del Museo Fellini.
Case popolari: i nomadi in fila come le famiglie riminesi in difficoltà!
6.10.2020
Per la chiusura del campo nomadi illegale di Via Islanda, la Giunta Comunale aveva approvato il 29/5/2018 l’individuazione di cinque “ microaree” comunali (in Via Montepulciano, Via Cupa, Via Feleto, Via Della Lontra, Via Orsoleto), per l’insediamento di 6 nuclei famigliari Sinti (un totale di 32 persone).
Ricordo:
1. le proteste dei cittadini, preoccupati per la sicurezza e il degrado delle aree vicino alle loro case;
2. la spesa pubblica prevista per l’operazione era di circa 400.000 euro (per l’acquisto di 12 casette -2 per nucleo- e l’urbanizzazione delle aree con luce, acqua, gas, recinzioni, ecc.);
3. i miei ripetuti interventi (3 interrogazioni, 1 mozione, 1 Odg) per chiedere il ritiro della Delibera che prevedeva trattamenti preferenziali ai nomadi;
4. i 500 milioni di lire spesi nel 2000 per la chiusura del vicino Campo Nomadi di Via Portogallo con il versamento di 22 milioni di lire ad ognuna delle 23 famiglie di “rom” per lasciare il campo;
5. le spese sostenute nei decenni nei Campi di Via Islanda e Via Portogallo per pagare acqua, luce, rifiuti, volontariato, assistenti sociali, personale del Comune ecc.
Ora, secondo le dichiarazioni pubbliche del capogruppo di “Patto Civico con Gnassi”, l’Amministrazione Comunale ha cambiato idea sulle “microaree” e chiesto all’ACER (Azienda Casa Emilia-Romagna) la sistemazione dei nuclei Sinti negli appartamenti dell’Edilizia Residenziale Pubblica per favorire la loro integrazione.
Sottolineo, che l’accesso all’edilizia popolare (ERP) è determinato da un Regolamento che definisce la graduatoria in base alle condizioni famigliari, di reddito, di residenza:
ci sono già 1700 famiglie in lista di attesa con una disponibilità di 40-50 alloggi all’anno, mentre il ricorso agli Alloggi di Emergenza Abitativa reperiti dai privati ad un canone medio di 500 euro mensili, è solo straordinario e momentaneo.
Quindi, i nuclei Sinti si devono mettere in fila nella graduatoria, come le molte famiglie riminesi in difficoltà, senza corsie preferenziali, e poiché dicono di essere riminesi, dovrebbero conoscere e rispettare le regole della convivenza se vogliono integrarsi: lavorando, pagando le tasse e mandando i figli a scuola.
Chiedo alla Giunta Comunale di voltare pagina: Il campo nomadi abusivo e degradato di Via Islanda rappresenta il fallimento del permissivismo, dell’assistenzialismo, da parte delle Amministrazioni Comunali, e della irresponsabilità dei nomadi.
Chieste le modifiche alla nuova rotatoria di Viale Valturio -Via Marecchiese per eliminare le nuove lunghe deviazioni agli abitanti di Via De’ Suriani.
2.10,2020
Con la realizzazione della nuova rotatoria di Viale Valturio-Via Marecchiese si è eliminata, come richiesto, la deviazione su Viale Valturio per i veicoli provenienti da Via Montefeltro e diretti sulla Via Marecchiese, ma si sono create nuove lunghe deviazioni, eliminando l’immissione diretta su via De’ Suriani, ai veicoli provenienti da Viale Valturio.
Infatti, i veicoli provenienti da Viale Valturio, diretti in Via De’ Suriani, devono immettersi su Via Marecchiese fino alla rotonda Caduti di Marzabotto, da aggirare e ripercorrere in senso inverso, fino alla svolta su Via De’ Suriani.
In alternativa, devono aggirare la nuova rotonda, verso Via Montefeltro, svoltare in Via Bilancioni, poi, via Di Mezzo, fino a Via Caduti di Marzabotto, o alle vie laterali per raggiungere Via Marecchiese e infine Via De Suriani.
Risultato: i residenti in Via De’ Suriani, una strada già senza via d’uscita, con la realizzazione della rotatoria, hanno visto peggiorata l’accessibilità alle loro abitazioni con nuove lunghe deviazioni.
Invece, bastava considerare :
a) che i veicoli provenienti da Viale Valturio, aggirando la rotatoria verso via Montefeltro-Borgo Mazzini, comportano la “fermata temporanea” dei veicoli da Via Marecchiese;
b) che la “ sola uscita “ consentita dei veicoli da Via De Suriani, comporta la stessa “fermata temporanea” dei veicoli da Via Marecchiese;
e adottare la soluzione analoga:
c) consentire ai veicoli che percorrono Viale Valturio verso monte, l’immissione diretta su Via De’ Suriani, comportando la stessa ”fermata temporanea” ai veicoli provenienti da Via Marecchiese.
Ho chiesto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, il ”ripensamento” della Amministrazione Comunale sulla realizzazione della rotatoria, per eliminare le nuove deviazioni, i disagi creati ai cittadini di via De’ Suriani, e per migliorare anche la fluidificazione del traffico, in particolare sulla Via Marecchiese.
L’ordinanza “temporanea e limitata” del Sindaco per contrastare il consumo dell’alcol sul suolo pubblico è un provvedimento insufficiente.
19.9.2020
L’ordinanza del Sindaco per contrastare il consumo di alcol sul suolo pubblico, temporaneamente, dal 10 ottobre al 31 maggio e limitatamente ad un perimetro del Centro Storico, è un provvedimento insufficiente.
Il contrasto al consumo dell’alcol sul suolo pubblico non può ridursi ad alcuni mesi dell’anno, né può essere circoscritto all’interno di una parte del Centro Storico, delimitata da alcune vie, trascurando il restante territorio comunale.
Bisogna contrastare “sempre e ovunque” il consumo di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione sul suolo pubblico, di vie, piazze, marciapiedi, aree mercatali, parcheggi, aree verdi, nei pressi di supermercati o minimarket che vendono tali bevande.
Le occupazioni del suolo pubblico da parte di persone con il bicchiere o le bottiglie in mano che bivaccano, nuociono al decoro e alla vivibilità urbana: creano disagi ai cittadini, causano problemi di ordine pubblico e sicurezza, disturbo della quiete, danneggiamenti, imbrattamenti e l’abbandono a terra dei contenitori di vetro, latta o plastica.
Mentre in diversi luoghi pubblici della città avviene tutto ciò, il vigente Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Rimini, all’art.3, si limita a vietare solo il consumo dei superalcolici (oltre 21 gradi) sul suolo pubblico, consentendo le altre bevande alcoliche.
Per questo, oltre 2 anni fa, ho presentato, il 24.5.2018, la Mozione consigliare di modifica al Regolamento di Polizia Urbana, discussa in Commissione il 12.9.2018, che attualmente vieta solo il consumo dei superalcolici (oltre i 21 gradi), con i seguenti emendamenti :
1) E’ vietato consumare bevande di qualsiasi gradazione alcolica sul suolo pubblico, se non nelle pertinenze di bar, locali, luoghi di somministrazione, o aree pubbliche autorizzate da parte della Amministrazione Comunale (Sanzione da euro 100 a euro 600);
2) Il consumo di bevande alcoliche sul suolo pubblico potrà essere autorizzato, in deroga, solo in occasione di iniziative e manifestazioni particolari di interesse collettivo, individuate dalla Giunta Comunale, sempre nel rispetto della vivibilità degli spazi pubblici e del consumo responsabile.
Invece di ricorrere per la terza volta a “Ordinanze temporanee e limitate”, che non possono essere definite “contingibili e urgenti”, dinnanzi a situazioni persistenti; è necessario, modificare “coerentemente” il Regolamento di Polizia Urbana per vietare nell’intero Comune di Rimini il consumo delle bevande alcoliche di qualsiasi gradazione sul suolo pubblico, che è Regola adottata nei paesi del Nord Europa e sempre più nelle città italiane.
L’Amministrazione Comunale deve fare la sua parte per rendere accogliente la porta d’ingresso della Stazione
9.9.2020
Ieri il Sindaco ha inaugurato, con la foto e il taglio del nastro, il nuovo Piazzale della Stazione,realizzato e pagato 1,5 milioni di euro dalle Ferrovie dello Stato.
Le Ferrovie dello Stato, sempre a proprie spese, hanno anche ampliato il parcheggio “Metroprak” da 183 posti auto a 335, con previsione a 478, ed entro l’autunno dovrebbero avviare i lavori di “sfondamento” del sottopasso centrale della Stazione verso il mare e ristrutturare il sottopassaggio del Grattacielo, con l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Da evidenziare che il Sindaco Gnassi nella sua “orazione” inaugurale non si è certo intrattenuto nei riconoscimenti per il soggetto attuatore delle opere, anzi, ha attaccato i vertici delle Ferrovie per i lavori da concludere entro il prossimo maggio, in vista della scadenza elettorale.
Di conseguenza, quale Consigliere Comunale sollecito per “coerenza” il Sindaco ad effettuare gli interventi di competenza del Comune, specifici per l’area della Stazione, chiesti ripetutamente in Consiglio Comunale ma rimasti senza risposta.
A cominciare dall’ultima richiesta caduta nel vuoto: l’istituzione di un Presidio mobile della Polizia Locale davanti la Stazione, sul nuovo Piazzale, lungo i marciapiedi a destra e sinistra di Viale Cesare Battisti, al parcheggio Metropark, per garantire il rispetto della legalità e sicurezza.
Infatti, permane nell’area della Stazione, la presenza di balordi, ubriachi, malavitosi, spacciatori, con comportamenti “fuori dalle regole”, che creano una situazione di indecenza e insicurezza, per le migliaia di cittadini e turisti che ogni giorno usufruiscono della Stazione, del trasporto pubblico, del servizio taxi, dei parcheggi.
Scomparsa ogni vigilanza, Il Presidio della Polizia Locale può fare rispettare il Regolamento di Polizia Urbana riguardo i comportamenti vietati su un luogo pubblico e l’Ordinanza del Sindaco sul divieto di consumo di alcolici, previsto proprio davanti la Stazione.
Al riguardo, anche le Associazioni di volontariato che intervengono sul Piazzale della Stazione per l’assistenza alle cosiddette “marginalità sociali” devono educare alla responsabilità.
Oltre la sicurezza, l’Amministrazione Comunale deve sostenere la qualità ambientale: la pavimentazione del piazzale, appena ultimata, non può essere imbrattata dalle bevande o altro a ridosso delle banchine, occorre che sia pulita e curata quotidianamente da Hera e Anthea.
Le “barriere stradali” mobili, collocate da mesi davanti al Piazzale, siano finalmente rimosse, con l’esecuzione dei lavori, ripetutamente annunciati, di definizione delle corsie stradali per il trasporto pubblico e privato, per agevolare l’accessibilità e transitabilità davanti la Stazione.
Le rastrelliere per le bici collocate senza rispetto sull’aiuola verde spartitraffico di Via Dante, di fianco ai taxi, siano trasferite nell’area a ridosso del Bike Park.
Il prefabbricato della Cooperativa Taxisti, dopo tanti traslochi, sia sistemato definitivamente in un luogo funzionale per l’attività lavorativa e per l’accesso dei clienti.
Dopo la demolizione dell’ex Kebab di Viale C. Battisti, invocata per 10 anni, è rimasto l’abbandono e il degrado, un brutta immagine a 50 metri dall’ingresso della Stazione, invece di cogliere l’opportunità di riqualificare e valorizzare l’area verde dei Giardini della Stazione, con i seguenti interventi:
*La cura degli alberi, necessaria per i 90 platani del Viale della Stazione, del prato e delle aiuole;
• Il rifacimento della pavimentazione dei marciapiedi di Viale C. Battisti, con asfalto datato e rattoppato;
• La valorizzazione della Fontana storica, risalente al 1927, quasi sempre senz’acqua, ridotta a contenitore di fogliame e rifiuti; • L’eliminazione della vasca d’acqua rettangolare, utilizzata come servizio igienico dagli “irregolari”; • L’installazione di giochi per i bambini.
All’Amministrazione Comunale, oltre che alle Ferrovie dello Stato, spetta di fare la parte di competenza per rigenerare l’area strategica della Stazione, rendendola una Porta d’Ingresso accogliente nella nostra città.
Chiediamo la riqualificazione identitaria di Piazza Malatesta !
2.9.2020
I ritrovamenti nel cantiere di Piazza Malatesta per la realizzazione del Museo Fellini, nell’area tra Castel Sismondo e Teatro, riguardanti l’”antemurale” o “controscarpa” del “fossato” (la prima linea difensiva del Castello), da noi annunciati dinnanzi al silenzio dell’Amministrazione Comunale, sono stati seguiti dall’emersione di altre testimonianze archeologiche.
Abbiamo chiesto, con l’interrogazione consigliare del 15 luglio scorso al Sindaco, la revisione radicale del progetto esecutivo “Museo Fellini” di riqualificazione di Piazza Malatesta, per il rispetto della Storia della Piazza e della Città.
L’Amministrazione Comunale, ha aspettato fino a pochi giorni orsono, per limitarsi ad annunciare pubblicamente che i reperti emersi saranno sottoposti ai necessari approfondimenti, insieme alla Soprintendenza, questa settimana.
Nel frattempo, l’Assessore alla Cultura, con la risposta scritta, ci conferma:
1. la realizzazione, nello spazio tra il Castello e il Teatro, di un’ampia fontana, di circa 1000 mq. con una lama d’acqua e vaporizzatori per creare artificiali atmosfere felliniane, come il passaggio del Rex.
2. Il vano tecnico della fontana verrà collocato ad una profondità di 4 metri nell’area del “fossato” di Castel Sismondo, perché, secondo l’Assessore, “è la zona in cui sarà più improbabile trovare strutture archeologiche, trattandosi di riempimento piuttosto recente e di un’area già indagata”.
L’Assessore, ci informa che il progetto ha ottenuto in data 18/02/2020 il parere favorevole della Soprintendenza Archeologica, ma non riferisce che la stessa Soprintendenza ha chiesto una serie di verifiche archeologiche, così definite:
• “in corrispondenza del vano tecnico della fontana nel fossato della Rocca sarà necessario verificare la presenza di strutture archeologiche, in quanto si ritiene possibile che le attività in progetto intercettino i “battiponte” di accesso alla Rocca”.
Infatti, diversamente da quanto ipotizzato dall’Assessore, la Soprintendenza Archeologica, il 19.6.2020 rileva:
• ”Il sondaggio eseguito, ha evidenziato la presenza di strutture archeologiche, in corrispondenza della predisposizione del vano tecnico della fontana nel fossato.
• Di conseguenza, sarà necessario ampliare e approfondire l’indagine archeologica in modo da individuare congiuntamente una soluzione progettuale che possa tutelare e conservare le strutture archeologiche individuate, sia relativamente alla predisposizione del vano, sia per le relative condutture”.
Dinnanzi all’incertezza della Soprintendenza, ribadiamo con chiarezza, quanto sostenuto in Consiglio Comunale:
Vista l’esistenza del Vincolo Archeologico del 29/10/1991, apposto sull’area della Rocca Malatestiana che comprende anche il “fossato”, è del tutto incompatibile la costruzione della fontana e del vano tecnico interrato nell’area tutelata e inedificabile del “fossato”.
Il Sindaco Gnassi e la Giunta Comunale, quando il 12.3.2020 hanno approvato il progetto definitivo-esecutivo “Museo Fellini - IV Stralcio - II Lotto - Riqualificazione di Piazza Malatesta”, non sapevano che i lavori interessavano l’area a più alta potenzialità archeologica della città?
Non hanno tenuto in considerazione, che Piazza Malatesta è sottoposta:
- al Vincolo Archeologico del 29/10/1991 sull’area della Rocca Malatestiana;
- al Vincolo di inedificabilità assoluta del 14 Marzo 2015, per assicurare la visibilità del Castello;
- alle Norme del Piano Strutturale Comunale per cui le nuove superfici, gli arredi, e più in generale il disegno della Piazza devono tenere in considerazione le risultanze delle indagini archeologiche.
E’ grazie all’insieme di questi vincoli e tutele, che le presenze archeologiche, storiche, diffuse su tutta la Piazza, a neanche mezzo metro dalla superficie, emerse dopo molti secoli, devono essere rispettate nell’esecuzione degli interventi, conservate e valorizzate.
Sarebbe opportuno informare con trasparenza i cittadini, rendendo i reperti visibili, apportando le conseguenti modifiche ai progetti, e mettere in risalto Piazza Malatesta quale area archeologica.
Quello che chiediamo responsabilmente è di riscoprire di più e valorizzare la storia millenaria di Piazza Malatesta, non di ricoprire tutto quanto rinvenuto, per realizzare velocemente la piazza delle “ambientazioni felliniane”.
Non sono necessarie tali realizzazioni, dopo la Cineteca di Fellini al Fulgor e la “riduzione” di Castel Sismondo a “contenitore” del Museo Fellini.
Perduta l’occasione storica del recupero del “fossato”, che avrebbe fatto riemergere dagli interramenti di 5-6 metri, l’imponente Castel Sismondo progettato dal Brunelleschi, attraendo l’attenzione internazionale, non perdiamo, questa volta, l’opportunità della riqualificazione profonda e identitaria di Piazza Malatesta.