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No alla esenzione della Tari alle Moschee ! Aumenta la Tariffa rifiuti per colpa di chi non paga !
13.03.2018
In merito alla modifica del Regolamento della Tassa rifiuti (TARI) presentata dalla Giunta questa mattina in Commissione, con la proposta di esentare gli edifici in cui viene esercitato pubblicamente il culto come chiese, moschee, templi e similari ho espresso la mia contrarietà per le seguenti ragioni. ;
Le agevolazioni possono essere concesse alle Chiese che abbiano stipulato intese con lo Stato.
Le Moschee non mi risulta abbiano stipulato intese con lo Stato: di solito si insediano nelle città, come circoli culturali islamici, di cui non si conoscono ufficialmente i responsabili, a quale associazione od organizzazione islamica fanno riferimento.
Anche per ragioni di trasparenza e sicurezza, per meglio assicurare il rispetto delle nostre leggi, delle regole su cui si fonda la civile convivenza e dei valori che contraddistinguono la nostra civiltà.
Inoltre gli immobili utilizzati come Moschee non sono accatastati come luoghi di culto, come la Moschea di Corso Giovanni XXIII dove l’immobile è con destinazione catastale ad uso ufficio.
Nonostante la nostra richiesta, comunque, il testo presentato in Commissione è stato votato a favore dalla maggioranza e contraria la minoranza, anche se l’Ass. Brasini ha preannunciato l’emendamento alla modifica in Consiglio Comunale riservando l’esenzione alle confessioni religiose non cattoliche che abbiano stipulato intese con lo Stato.
Riguardo l’aumento del 2,90% della Tassa Rifiuti (TARI) per il 2018, che comporta un totale costi di gestione 2018 di 42.037.406 euro, in aumento di 1.586.022 euro rispetto ai costi del 2017 di 40.451.384 euro, rileviamo l’aumento tra i costi del Fondo Svalutazione Crediti da 1.800.000 euro a 2.980.018 e dei Costi di Amministrazione e Recupero Contenzioso (CARC) della TARI da 717.453 a 1.338.658 euro, per fare fronte all’ insoluto TARI annuo che si prevede di 7 Milioni di euro, derivante principalmente dai gestori disonesti di attività stagionali ( alberghi, bar, ristoranti, negozi ecc.) che non pagano la tassa e la scaricano sui contribuenti onesti.
Sarebbe ora che il Parlamento legiferasse in materia per evitare questo scandalo che continua a colpire gli utenti in regola, consentendo ai Comuni di chiedere in anticipo le fidejussioni per il servizio rifiuti come prevenzione o di impedire le attività agli inadempienti.
Recuperare l�(TM)ex Convento di San Francesco per l�(TM)ampliamento della Biblioteca Gambalunga e per eliminare le rovine della Seconda Guerra mondiale, di fianco al Tempio Malatestiano
13.02.2018
Dopo 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale permangono ancora le rovine dell’ex Convento di San Francesco in Via IV Novembre, distrutto dai bombardamenti, in pieno centro storico, di fianco del Tempio Malatestiano.
La costruzione del Convento di San Francesco risale al 1257 e qui si insediò dal 1400 la prima Biblioteca pubblica d’Italia, per volontà della famiglia Malatesta, da Carlo a Sigismondo che la arricchì di moltissimi volumi di tutte le discipline, come testimonia Roberto Valturio che lasciò alla stessa Biblioteca i suoi libri.
La Biblioteca dei Francescani e Malatesti (1400) è la più antica Biblioteca pubblica d’Italia, a cui seguono l’Ambrosiana di Milano (1609), l’Angelica di Roma (1614) e la Gambalunga di Rimini (1619).
Dell’originario Convento francescano rimane intatta la parte verso il mare, una parte del piano terra e al 1°piano il corridoio centrale e una doppia fila di celle ai lati.
Mentre la parte del Convento di proprietà della Curia è stata ricostruita negli anni ’70, la restante parte di proprietà comunale è rimasta un rudere.
Nel 2006 era stata approvata una variante urbanistica per il recupero filologico dell’ex Convento con destinazione a Biblioteca dell’Università, ma il progetto è stato definitivamente abbandonato ed ora perseguito nell’ambito della ricostruzione dell’ex Palazzo Lettimi, come mi ha confermato l’Assessore Rossi di Schio rispondendo alla mia interrogazione consigliare di giovedi scorso.
Dinnanzi alla reiterata necessità di nuovi spazi della Biblioteca Gambalunga, ho chiesto di riprendere in mano il progetto di recupero dell’ex Convento di San Francesco con una superficie di mq. 2260 che sarebbe vicino e funzionale all’ampliamento della Biblioteca Gambalunga.
Sarebbe l’opportunità di ridare vita alla prima Biblioteca pubblica d’Italia, voluta dalla famiglia dei Malatesta nel XV Secolo, e di rimuovere finalmente le rovine dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, infestate da colonie di piccioni e di topi che da decenni degradano l’immagine di Via IV Novembre, di fianco al Tempio Malatestiano, capolavoro del Rinascimento.
Giorno del Ricordo: L�(TM)Amministrazione Comunale non depone neanche una corona di alloro sulla targa del Giardino Vittime delle Foibe.
9.02.2018
Domani 10 Febbraio è il Giorno del Ricordo , (istituito con una Legge del Parlamento italiano il 30 Marzo 2004), data del vergognoso trattato di pace (10.2.47) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume, e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono 350.000 italiani. Una pagina tragica della nostra storia nazionale strappata dai libri, una verità nascosta con 60 anni di silenzio, di reticenze, di negazionismo e peggio ancora da un perdurante giustificazionismo, sugli eccidi di circa 12.000 italiani tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1947 attuati dai partigiani comunisti del maresciallo Tito per eliminare tutti coloro che si potevano opporre al disegno di annessione di quelle terre italiane alla Yugoslavia. Migliaia di Italiani, colpevoli solo di essere tali, furono gettati nelle Foibe, naturali inghiottitoi carsici che si trasformarono in profonde fosse comuni. Purtroppo, nel Giorno del Ricordo, l’Amministrazione Comunale continua a ignorare il Giardino Vittime delle Foibe, l’area verde dell’ex Piazzale Carso, dietro al Grattacielo, la cui intitolazione fu approvata dal Consiglio Comunale il 25.11.2004, con l’ODG presentato dal sottoscritto votato con 27 voti favorevoli, nessun contrario e due astenuti. Chiedo, per quali ragioni l’Amministrazione Comunale, oltre alla commemorazione ufficiale sul Molo alla “Biblioteca di pietra” , continua a non deporre neanche una corona di alloro sulla targa del Giardino Vittime delle Foibe che non può essere considerato un semplice segnale stradale nella toponomastica. E’ un dovere della Amministrazione Comunale, senza riserve ideologiche, a nome della Città di Rimini onorare le migliaia di Italiani Martiri delle Foibe.
I pesanti affitti degli uffici di Via Rosaspina sul Bilancio del Comune !
19/12/2017
Ho presentato martedi sera una interrogazione consigliare sull’affitto di 788.548 euro che il Comune paga ad una società privata per l’immobile di via Rosaspina con una superficie di 7000 mq, precisamente :
al civico n.7, quarto piano, ci sono gli uffici del S.U.A.P ( Sportello unico attività produttive) e della Direzione di Pianificazione con un canone annuo di 213.107 euro, lievemente ridotto alla scadenza del 31 ottobre scorso, in base alla legge di Stabilità, rinnovato per altri 6 anni fino al 31 ottobre 2023;
sempre al civico 7, il secondo piano è occupato dagli uffici della Direzione Patrimonio e Lavori Pubblici, con un canone annuo di euro 177.497, in scadenza 30 Novembre 2018;
al civico n.21, i piani 1,2,3,4, sono occupati dagli uffici Direzione Lavori Pubblici, con un canone annuo di 420.319 in scadenza al 31 Gennaio 2018.
Inoltre, Il Comune paga un canone di affitto annuo di 237.500, scaduto il 15.8.2013 e rinnovato fino al 15 Agosto 2019,per l’immobile di Via Rosaspina/Piazzale Bornaccini 1, superficie di mq.1875, occupato dagli uffici del Centro per l’Impiego della Provincia di Rimini-
Complessivamente per gli affitti di Via Rosaspina l’Amministrazione Comunale spende ogni anno la somma ingente di euro 1.026.048 e continua a prorogare i contratti di locazione senza provvedere a soluzioni alternative.
Sono 30 anni che il Comune è affittuario dell’immobile di Via Rosaspina e dal 2000 ad oggi i Sindaci Ravaioli e Gnassi hanno già speso circa 12 milioni di euro.
Oltre agli affitti di Via Rosaspina il Comune, ha in locazione altri immobili sparsi nella città con 16 contratti d’affitto con una ulteriore spesa annua di circa 720.000 euro.
Riassumendo, la spesa annua per affitti passivi del Comune si avvicina ai 2 milioni di euro.
Ho ricordato l’esempio del “ Colosseo“ acquistato una decina di anni orsono dalla AUSL in sostituzione dell’affitto esoso di 800 milioni di lire l’anno, che l’Amministrazione Comunale avrebbe già dovuto seguire .
Per questo ho chiesto e sollecitato il Sindaco di capitalizzare la spesa di oltre 1.750.000 euro l’anno costruendo un Centro Direzionale degli Uffici Comunali contraendo un mutuo, rimborsabile con rate di ammortamento al posto dei canoni di locazione.
Sarebbe una operazione salutare per il Bilancio del Comune, congeniale in un’area strategica e da riqualificare come quella Stazione.
L’Ass. Brasini ha risposto di essere d’accordo: “ è ragionevole capitalizzare, il progetto nell’area della Stazione è complesso ma si è vicini all’accordo di programma”.
Speriamo nei tempi brevi, visti i tanti soldi “buttati” negli affitti di Via Rosaspina e altrove, al di là degli annunci, negli interventi concreti, come è già stato fatto, altro esempio, con il Centro Direzionale Uffici di Bologna.
Il canone sui passi carrai �? contro il pubblico interesse e discriminatorio tra i cittadini
14/12/2017
A poche ore di presentazione del Bilancio di Previsione 2018 è arrivata questa mattina in Commissione la proposta della Giunta Gnassi di modifica al Regolamento Comunale per l’introduzione del canone sui passi carrabili.
Alle fragili giustificazioni dell’Ass. Brasini, ho replicato subito, sostenendo che il canone sui passi carrai è ingiusto per principio in quanto tassa i cittadini che fanno l’interesse pubblico: quello di avere il minimo di autoveicoli in sosta sulle strade.
Infatti chi lascia l’auto in strada, ingombra, intralcia, inquina ( ricerca del parcheggio, partenze a freddo in inverno, vapori di benzina in estate, vandalismi e furti a parte), penalizza tutti.
Per questo chi ha impiegato risorse proprie o fatto un mutuo per comperarsi un garage e per togliere l’auto dalla strada, ha sostenuto personalmente dei costi a vantaggio di tutti, non dovrebbe essere perseguitato da questo canone.
Il canone previsto sui passi carrai è anche discriminatorio, in quanto per la medesima larghezza di un passo carraio prevede addirittura differenti oneri, maggiori per il Centro Storico ( 25 euro al metro lineare ), decrescenti sotto la Statale (21 euro) e nel forese ( 17 euro).
Non si comprende in base a quale logica il canone di un passo carraio nel Centro Storico debba essere superiore fino al 50% del canone di un passo carraio in periferia.
Chi realizza o compra un “garage” o “ posto auto” nel Centro Storico, di solito sostiene costi più alti che altrove, non solo, ma rende il Centro Storico, con pochi parcheggi, più accessibile, più frequentabile, più vivibile, più facilmente pulibile per i mezzzi di Hera, più attraversabile per gli autobus del trasporto pubblico.
Invece, così si continua a penalizzare coloro che abitano nel Centro Storico, già abbastanza gravati dalla maggiore tassazione degli immobili, e dalle difficoltà per residenti rispetto ad altri cittadini.
L’utilità pubblica dei passi carrai, andrebbe premiata, incentivata, non colpita, mentre l’Amministrazione Comunale agevola la dismissione dei passi carrai, come previsto dalla delibera, consentendo ai 35.000 potenziali soggetti passivi di essere esonerati dal pagamento del canone per le occupazioni effettuate con passi carrabili se rinunceranno al “ cartello” entro il 31 Maggio 2018.
Conclusione : L’ Amministrazione Comunale si dimostra alla frutta, non riesce a trovare 1.400.000 euro senza reinventarsi il canone sui “passi carrai “, quando su un Bilancio Comunale con una spesa di 180 milioni basterebbe tagliare tante spese superflue a cominciare dalle feste o risparmiare su tanti interventi malfatti e costosi .
La sentenza del Tar Emilia Romagna che accoglie il ricorso per annullare la delibera del Consiglio Comunale del 26.3.2013 di diniego del Piano Particolareggiato di iniziativa privata “Via Borghi” a Santa Giustina e l’approvazione del Master Plan Strategico in base al quale è stato bocciato il Piano Particolareggiato conferma anche questa volta l’avevamo detto in Consiglio, e scritto nel Comunicato Stampa del 27.3.2013. ( all.to).
Il voto contrario del Sindaco e dei consiglieri di maggioranza ai due Piani Particolareggiati di “Via Borghi” e “Celle” era stato motivato politicamente perchè nei due piani attuativi del PRG “non si rilevano sostanziali ed evidenti elementi di coerenza e compatibilità“ con le finalità descritte dal cosidetto Masterplan.
Sottolineavo che “il Masterplan è solo un atto di indirizzo e non uno strumento di pianificazione urbanistica”, come da L.R- ER 20/2000, tanto meno sovraordinato al PRG-PSC-RUE.
Le valutazioni dei piani particolareggiati mediante la cosiddetta “ matrice di controllo” con gli obiettivi del Masterplan, non avevano fondamento giuridico ma erano giustificate solo con criteri politici.
Lo stesso richiamo nelle Delibere alle Norme Transitorie del PSC, adottate come “legittime”dalla maggioranza di sinistra in Consiglio Comunale il 29.3.2011 con Gnassi Segretario del PDS per ragioni elettorali, riguardanti i piani presentati per l’approvazione prima del 1.7.2010, in base alle quali “i due particolareggiati non sono considerati in contrasto con il PSC” , venivano allora disattese sempre dalla maggioranza di sinistra con Gnassi Sindaco, con rischio di discriminazione tra i cittadini,
Sostenevo che l’Amministrazione Comunale invece di dedicarsi a fantasiosi esercizi grafici colorati come il Masterplan che non aveva nessun fondamento giuridico di applicabilità, doveva procedere con l’approvazione definitiva dei Piani adottati PSC-RUE, debitamente rivisti e corretti, come unica strada percorribile per potere giungere all’approvazione dei Piani Particolareggiati del vecchio PRG ad esso “ conformi”, per evitare i probabili contenziosi.
Invece si è perso altro tempo e risorse pubbliche, stipendi pagati a dirigenti e tecnici per la redazione del Masterplan, un mero atto di indirizzo che non poteva variare assolutamente gli strumenti urbanistici per di più solamente adottati, si sono dovuti aspettare 5 anni dall’adozione fino al febbraio-marzo 2016 per l’approvazione definitiva degli strumenti urbanistici, senza contrastare nel frattempo la scomparsa del 50 % delle imprese edili, la perdita della metà dei posti di lavoro, e senza agevolare nel frattempo la riqualificazione urbana.
Dal Parco del Mare, al Parco del Cemento, al Parco del Nulla !
14/11/2017
Come anticipato e sostenuto, da soli, nelle tre conferenze stampa tenute il 21.5.2016, il 17/11/2016, il 20/9/2017, nelle due Mozioni Consigliari del 10/11/2016 e 22/9/2017 bocciate dalla maggioranza in Consiglio Comunale, con la petizione contro” il Parco del Cemento” sottoscritta già da oltre 500 cittadini, nel banchetto di Fratelli d’Italia tutti i sabato mattina in piazza Tre Martiri, senza aspettare gli ultimi arrivati, i fatti sulla realizzazione del nuovo lungomare ci stanno dando ragione.
Sono da oltre due anni che denunciamo che il Parco del Mare si basa sulla vendita del Lungomare ai privati e non sull’interesse pubblico della città.
Per questo, non ci sorprendono le dichiarazioni del Presidente della Cooperativa Bagnini di Rimini Sud che annuncia il ritiro degli operatori dagli investimenti, dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse.
Le conseguenze sono che il Comune non incasserà la somma prevista ( circa 16 milioni nel primo tratto “Rotonda del Grand Hotel –Piazzale Kennedy” ) derivante dalla vendita ai privati del suolo pubblico del Lungomare ( i diritti di superfice) da 50 a 99 anni.
In verità, le ragioni per le quali molti operatori privati si ritirano sono gli alti costi, noti dal 2015 con la pubblicazione del Bando, per l’acquisto dei diritti di superficie che equivalgono di fatto ad una vendita del lungomare e non ad un semplice affitto del suolo pubblico che sarebbe naturalmente molto inferiore, ai quali poi devono aggiungere i costi di esecuzione dei loro progetti che sono per lo più bar, ristoranti, negozi.
E’ preoccupante, poi, che l’Amministrazione Comunale dinnanzi al defilarsi nella “negoziazione” delle manifestazioni d’interesse classificate come “strategiche”, cioè pienamente conformi alle Lineee Guida del Parco del Mare, ora retroceda alle “manifestazioni” d’interesse considerate “adattabili”, cioè parzialmente aderenti alle Linee Guida, solo per “ fare cassa” .
Tutto ciò sta ritardando notevolmente l’iter procedurale del Parco del Mare, che se non sarà ultimato entro il 2019, causerà anche la perdita del finanziamento europeo di 2.850.000 euro.
Riguardo agli annunci sul ruolo dell’ultimo consulente, l’arch. Paesaggista, vogliamo precisare che il suo compito è l’elaborazione del progetto definitivo ed esecutivo delle opere paesaggistico/architettoniche( opere a verde pubblico, piste ciclabili e pedonali, opere di arredo) come chiaramente descritto nel Bando per l’assegnazione dell’incarico e che non prevede nient’altro.
Considerato, al riguardo, che i tempi assegnati all’arch. Paesaggista, previsti nel Bando per la presentazione dei progetti definitivi sono di 6 messi e per i progetti esecutivi di 4 mesi ai quali vanno aggiunti altri 6 mesi per l’affidamento, tramite gara d’appalto, dell’incarico per l’esecuzione lavori è fisicamente impossibile che le opere possano essere ultimate entro il 2019.
Quindi, dopo aver avuto ragione con i fatti di quanto sostenuto in questi due anni, sarebbe auspicabile che il Sindaco si rendesse conto della paralisi totale del procedimento in cui si trova il suo cosiddetto Parco del Mare e sulla irrazionalità di un progetto che con le sue “dune di cemento armato” non permette la vista della spiaggia e del mare e non consente la riqualificazione fondamentale del lungomare, tanto attesa dalla città.
Moschea di Corso Giovanni XXIII°: chiesto il sopralluogo dei Vigili del Fuoco e della AUSL per la sicurezza e la idoneità del luogo di culto aperto al pubblico
7/11/2017
Come annunciato alla fine di settembre, la necessità del cambio di destinazione d’uso da officina a luogo di culto, subordinato al reperimento degli standard urbanistici( parcheggi), impossibile in zona e impraticabile per l’alto costo della monetizzazione, ha bloccato definitivamente per irregolarità i lavori di insediamento della Moschea in Via San Nicolò con lo spostamento di poche decine di metri da quella esistente in Corso Giovanni XXIII°.
Resta sempre da risolvere il problema della Moschea di Corso Giovanni XXIII° sita dal 2004 in una casetta ad uso ufficio, da trasferire in un’altra zona più idonea della città, come a Ravenna, e in un immobile compatibile per eliminare l’impatto delle centinaia di mussulmani che vi accedono sul Borgo Marina.
Pertanto, ho chiesto con una interrogazione consigliare trasformata in mozione la revisione della valutazione urbanistica del 6.11.2011 dello Sportello Unico per l’Edilizia del Comune di Rimini dell’immobile al n.100 di Corso Giovanni XCXIII° con destinazione d’uso ad uffici ma utilizzato come Moschea, che “non rileva il cambio di destinazione d’uso, trattandosi di utilizzi rientranti nella funzione terziaria”, ma non può non considerare il diverso carico urbanistico e il rispetto delle normative corrispondenti all’utilizzo di un edificio come luogo di culto pubblico.
Così è da verificare nell’utilizzo dell’immobile come Moschea il rispetto del requisito della “ visitabilità” per l’accessibilità al luogo di culto, ai fini del superamento e della eliminazione delle barriere architettoniche, essendo un luogo privato aperto al pubblico, destinato a luogo di culto.
Inoltre, ritengo necessario il sopralluogo dei Vigili del Fuoco nell’immobile di Corso Giovanni XXIII° utilizzato a Moschea per la sicurezza delle centinaia di persone che la frequentano e della AUSL per la idoneità dei locali.
Comunque, dopo gli impegni assunti e svaniti, è auspicabile che il Sindaco Gnassi incontri i rappresentanti del Centro Islamico per sostenere e rendere possibile il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina, chiesto da oltre un decennio con ripetute petizioni popolari sottoscritte dai residenti e da migliaia di cittadini, per eliminare l’impatto della moltitudine dei suoi frequentatori, senza parcheggi per cicli, moto, auto, con l’occupazione dei marciapiedi, passi carrai, strade, che può migliorare l’immagine del Borgo Marina.
Alla luce proprio dell’esperienza nel Borgo Marina, è opportuna l’approvazione di una Variante al Rue per regolamentare l’apertura dei luoghi di culto o Moschee, stabilendo standard urbanistici, indice di affollamento, classificazione acustica, requisito della visitabilità, norme igienico sanitarie, della sicurezza, e indicare le possibili localizzazioni per evitare l’impatto sulla vita dei residenti.
L�(TM)Amministrazione Comunale Gnassi contro gli alberi nel Giardino Ferrari !
27/10/2017
E’ incredibile, ma ieri sera in Consiglio Comunale la maggioranza di Gnassi, senza dire una parola o esprimere una motivazione ha votato contro la mia mozione con cui chiedevo più alberi nel Giardino Ferrari e precisamente :
1) La piantumazione di alberi di alto fusto nel Giardino lato Piazza Cavour angolo via Tempio Malatestiano per ombreggiare le panchine, inutilizzate, durante la mattinata nei mesi estivi, perché esposte al sole cocente e per eliminare lo squarcio attuale ;
2) Il potenziamento del verde pubblico in quello che era lo storico Giardino Ferrari, funzionale alla qualità ambientale del Centro Storico e alla valorizzazione della Domus del Chirurgo;
3) La valutazione della convenienza del rifacimento della pavimentazione, invece dei continui e costosi rattoppi delle lastre di trachite dal 2013 ad oggi, visto il diffuso stato di precarietà a cominciare dal lato di Corso Giovanni XXIII° di fianco alla Domus;
4) La sistemazione dignitosa della colonna con il busto di Luigi Ferrari, con la collocazione in una aiuola centrale o all’interno della Domus, in modo da non continuare ad essere un orinatoio per cani, provvedendo al restauro del volto di Luigi Ferrari, con la barba “danneggiata”;
5) La cura e valorizzazione del Monumento ai Caduti della Grande Guerra 1915-18, considerato che il prossimo anno si celebra il Centenario della Grande Guerra, e del Monumento in bronzo di Francisco Busignani, caduto in Africa Orientale il 21.7.1939 ( la data manca di un numero), opera dello scultore riminese Elio Morri.
L’Amministrazione Comunale di Gnassi, per bocca dell’Ass. ai Lavori Pubblici Jamil Sadegholvaad, ha respinto la mia proposta e approva lo snaturamento dello storico Giardino Ferrari con la impermeabilizzazione–pavimentazione del terreno e la sua trasformazione in una pietraia assolata.
L’ultima “manutenzione” del Sindaco Gnassi è stata l’abbattimento di un gigantesco ippocastano che copriva buona parte del Giardino lato Piazza Cavour angolo Via Tempio Malatestiano, di un altro ippocastano più piccolo di fianco all’edicola e di una magnolia dietro l’edicola.
Poi sono state eliminate e pavimentate con lastre di trachite due aiuole, una di 90m mq. dove era l’ippocastano, un’altra di 25 mq., mentre una terza aiuola è stata ricoperta da doghe di legno, con la giustificazione risibile “ perché vengono calpestate”.
E’ continuata la riduzione del verde in quello che era lo storico Giardino Ferrari realizzato nel 1913 dall’Arch. Paolito Somazzi, avviata nel 1990 con la pavimentazione in pietra per una superficie di mq. 3200 più del triplo della superficie rimasta a verde, neanche 1.000 mq., con la riduzione del centinaio di alberi, censiti nel 1984, ad una trentina di oggi .
Ricordo il Regolamento del Verde Pubblico, approvato dal Consiglio Comunale il 27.3.2001, che prevede la salvaguardia del Giardino storico, impone interventi conservativi di manutenzione e restauro che consentano la conservazione dell’identità del Giardino stessoe vieta esplicitamente il danneggiamento alla vegetazione esistente in particolare con l’impermeabilizzazione, la pavimentazione o altre opere edilizie, dell’area di pertinenza delle piante.
Ma l’Amministrazione Comunale non dovrebbe essere la prima a rispettarlo ?
E�(TM) intollerabile: gli spacciatori stranieri, accolti a Rimini per motivi umanitari, vanno subito espulsi dall�(TM)Italia !
17/10/2017
Grazie alla presenza di una pattuglia di Carabinieri, questa mattina al Parco Cervi, difronte all’Arco di Augusto, gli spacciatori di droga si sono tenuti “alla larga” da uno dei loro punti di ritrovo.
Chiaramente il problema non è risolto, gli spacciatori restano, gironzolano nei dintorni, in attesa di ritornare con la “calma”.
Per questo, nella Commissione di questa mattina, ho chiesto all’Ass. Sadegholvaad provvedimenti della Amministrazione Comunale contro il diffuso spaccio della droga nella nostra città, che è un problema grave e preoccupante per la legalità, la sicurezza, la salute dei cittadini e in particolare dei giovani.
Il Sindaco deve chiedere al Prefetto la convocazione immediata del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza per liberare permanentemente con la collaborazione delle Forze dell’Ordine il Parco Cervi e la zona circostante l’Arco d’Augusto( Vicolo Montironi, dinnanzi al Liceo Valgimigli, Vicolo del Voltone) dagli spacciatori. ; E’ necessaria l’installazione delle Telecamere nel Parco e nella zona circostante l’Arco di Augusto per individuare gli spacciatori e arrestarli, per non spostare il problema altrove ma per contrastare lo spaccio ovunque, nella città.; Gli spacciatori stranieri vanno espulsi subito dall’Italia.
E’ incredibile, dietro la nostra domanda, come fanno a vivere questi ragazzotti stranieri a Rimini, ben vestiti, con cellulari di ultima generazione, apprendere dall’Assessore Sadegholvaad che si tratta di immigrati , accolti per motivi umanitari, ospitati a Rimini dalle Associazioni con vitto e alloggio gratis.
A maggior ragione è intollerabile : vanno revocati subito i loro permessi di soggiorno ed espulsi immediatamente nei paesi d’origine.
Ho richiesto di istituire i Nuclei Cinofili della Polizia Municipale, per contrastare lo spaccio, per controllare i parchi, per la sicurezza degli Agenti, per fare fronte alla carenza di organico della P.M.
L’Assessore, dopo la bocciatura della mia Mozione, quattro anni fa, non può continuare a giustificarsi con la mancanza di risorse quando le entrate di bilancio con le “multe” della P.M-. ammontano a 10 milioni di euro.
Così va incrementato il servizio notturno della Polizia Municipale, dalle ore 1 alle 7 del mattino, che non può essere solo nei mesi estivi o nel fine settimana, per contrastare la micro-criminalità, per la vigilanza sulla città, e far rispettare il Regolamento di Polizia Urbana ( vendita alcool, scritte sui muri, schiamazzi, degrado urbano, ecc.);
Infine, per contrastare lo spaccio e la lotta alla droga, ho chiesto che l’Amministrazione Comunale promuova una campagna di informazione ai giovani nelle scuole sui danni irreversibili provocati dalla droga alla salute.