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Ogni mercoledì e sabato mattina, banchetto in Piazza Tre Martiri (a fianco della statua di Giulio Cesare)

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Basta con la paralisi della viabilità! Basta con le sperimentazioni sulla pelle dei cittadini!

La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Interrogazione parlamentare del capo gruppo alla Camera di Fratelli d�??Italia On. Fabio Rampelli al Ministro dei Beni Culturali sulla perforazione delle mura malatestiane per la passerella al Ponte di Tiberio.
   

22/07/2017

L’interrogazione parlamentare è stata presentata Giovedi scorso  20 Luglio dal Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, On. Fabio Rampelli, su interessamento del sottoscritto, rivolta al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, riguardante il Progetto Tiberio –Comparto 4 – Canale e in particolare la realizzazione della passerella sospesa lungo le Mura storiche, in sponda destra del Porto Canale di Rimini.


Nell’interrogazione si richiama quanto scritto dalla Soprintendenza nella autorizzazione del 18.11.2016 “per quanto concerne il procedimento di verifica preventiva dell’interesse archeologico ( articolo 25 del decreto legislativo n.50 del 2016), ricevuta ed esaminata la relazione finale redatta dalla Ditta AdArte Snc, acquisita agli atti di questa Soprintendenza con prot. 4581 del 9 Dicembre 2016, non essendo rilevabili elementi archeologicamente significativi tali da richiedere l’attivazione della fase successiva dell’indagine ai sensi del comma 8 del citato articolo 25, si esprime, per quanto di competenza, parere favorevole alla realizzazione dei lavori in programma”.

L’interrogante  scrive“ la verifica preventiva dell’interesse archeologico da parte della Soprintendenza è stata interamente effettuata a quanto risulta all’interrogante, sulla base della relazione finale redatta dalla ditta “AdArte Snc “, dalla stessa acquisita agli atti il 9 novembre 2016, la quale, stando alla Soprintendenza non conteneva “ elementi archeologicamente significativi”;

“se il suddetto intervento di perforazione delle Mura Malatestiane, erette nel 1400 e oggetto di restauro nel 1751, sia compatibile con quanto disposto dal Codice dei Beni Culturali e del paesaggio che all’art. 20,stabilisce che “ i beni culturali non possono essere distrutti ,deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione “;

chiede al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo
"se non ritenga di assumere iniziative per un approfondimento in ordine alla sopra descritta verifica preventiva dell’interesse archeologico da parte della Soprintendenza che, ad avviso dell’interrogante, appare carente in ordine a una indagine sull’interesse archeologico delle mura storiche, necessario al fine di preservare le medesime e conservare l’integrità del contesto monumentale e paesaggistico”;-

se non ritenga, per quanto di competenza, di assumere iniziative atte a bloccare i descritti interventi sulle mura storiche e a revocare immediatamente l’autorizzazione alla realizzazione della passerella.



Con l’occasione comunico che la Mozione consigliare del sottoscritto sul “ Progetto Tiberio “ Piazza sull’acqua –passerelle galleggianti e sospese. Lavori costosi senza rispetto per l’ambiente e i Beni Culturali di Rimini”, che era stata presentata il 6.6.2017, prima dell’inizio lavori a monte e a valle del ponte di Tiberio, è stata iscritta, dopo quasi due mesi, al secondo punto dell’ODG della  III Commissione Consigliare convocata per Lunedi mattina 24 luglio.

Rendo noto che ciò è avvenuto dopo il mio invito per iscritto al Presidente del Consiglio e della Commissione, dinnanzi alla consumata linea politica del  Sindaco imposta a tutta l’Amministrazione Comunale di evitare o ritardare il confronto su lavori di interesse pubblico per la città e i cittadini, che andrebbero discussi per tempo, senza dovere costringere i consiglieri comunali alle interrogazioni parlamentari o i cittadini a ricorrere alla Procura della Repubblica.


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Valorizzare la statua di Giulio Cesare con la collocazione al centro della Piazza Tre Martiri e restaurare il basamento di bronzo con le lamiere distaccate e rattoppate con lo scotch!
   

21/07/2017

Ho presentato ieri sera in Consiglio Comunale,  una interrogazione al Sindaco sullo stato di abbandono in cui si trova la statua di Giulio Cesare collocata il 15.3.1996 (idi di marzo) nell’angolo di Piazza Tre Martiri-Corso d’Augusto, con le lamiere del basamento in rame completamente staccate e tenute insieme con pezzi di “scotch” (!) sullo sfondo dei bancomat di Unicredit e delle biciclette di contorno.

Ricordo che si tratta della copia della statua di Giulio Cesare, uguale a quella che si trova a Roma in Via dell’Impero, donata dal Capo del Governo Benito Mussolini alla città di Rimini, inaugurata il 10 Settembre 1933 nel sito sottostante la Torre dell’Orologio della Piazza Giulio Cesare dove rimase per 12 anni fino al 20 Giugno 1945 quando fu  rimossa e trasportata dai Vigili del Fuoco in un capannone di via Dario Campana e poi sepolta nel greto del fiume Marecchia.

Ci sono voluti 50 anni di peripezie e di lotte per riportare la statua di Giulio Cesare nella piazza ove era stata collocata:

nel 1953,dopo 8 anni, la statua venne riesumata e concessa in modo discutibile, essendo patrimonio civico, dal Sindaco Ceccaroni al  Reggimento Artiglieria di Rimini, e installata all’ingresso della Caserma;

dal 1960 al 1985, il Comm. Umberto Bartolani
si adoperò instancabilmente per la restituzione della statua da ricollocare entro le Mura urbane ;

il 23.2.1987, la maggioranza di sinistra del Consiglio Comunale” bocciò” l’Ordine del giorno del sottoscritto, che dopo la scomparsa del Comm. Bartolani, perorava di continuare le trattative con il Reggimento di Artiglieria  e il ritorno della statua nel centro della città;

vi fu anche la proposta alternativa di collocare la statua nel piazzale dell’Arco di Augusto;

il 27.2.1996 la Giunta del Sindaco Giuseppe Chicchi  deliberò di collocare la statua di Giulio Cesare in piazza Tre Martiri- angolo Corso d’Augusto
, la copia di quella della Caserma di Artiglieria,  realizzata grazie al Rotary Club di Rimini e alla Cassa Rurale San Gaudenzo, che sostennero le spese della Fonderia.  

Ho chiesto all’Amministrazione Comunale :


1)   Di provvedere urgentemente al restauro del basamento di bronzo della statua di Giulio Cesare con le lamiere di bronzo distaccate che costituiscono anche un pericolo, considerando ridicoli i rattoppi con lo “scotch” (roba da Gabibbo !);

2)   Di liberare da quella “messa in castigo
in un angolo della piazza la statua di Giulio Cesare fotografata dai turisti con lo sfondo dei bancomat Unicredit, e delle biciclette di contorno, senza neppure la parvenza di una pianta ornamentale;

3)     Di valorizzare la statua di Giulio Cesare con la sua collocazione al centro della piazza, per evocare che proprio qui avvenne l’evento di portata storica : il discorso di Giulio Cesare ai sui legionari , nell’allora Foro di Rimini nel 49 a.C., dopo aver varcato il Rubicone e pronunciato la storica frase “ il dado è tratto –alea iacta est ( motto del gonfalone del nostro Comune)   per marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero Romano.  


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Contrasto al gioco d'azzardo: chiudiamo la "sala delle slot machine" e riapriamo la "sala d'attesa" nella Stazione di Rimini.
   

12/07/2017

Nella Commissione Consigliare di ieri mattina con all’ordine del giorno “ il contrasto al gioco d’azzardo”, la Dottoressa Daniela Casalboni, Direttore del Dipartimento dipendenze patologiche della Ausl di Rimini, ha reso noto :

A Rimini, nel 2015, sono 197 le attività commerciali con 1241  slot machine e/o Video lottery, senza contare quante sono le “sale dedicate” o “sale scommesse” autorizzate dalla Questura;

Sono 400 i  giocatori a Rimini con una spesa annua di 500 milioni per il gioco d’azzardo che ci vede in testa a questa classifica non solo in  Emilia Romagna ma in tutta Italia.

Da evidenziare
che l’applicazione della Leggi Regionali (5/2013 e 18/2016)  da parte del Comune riguarda  non solo l’apertura di sale giochi e sale scommesse ma anche  quelle in esercizio.

La Legge Regionale individua i Luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, di aggregazione giovanile, impianti sportivi, ecc.)  ma “autorizza i Comuni ad individuare ulteriori luoghi sensibili sulla base di una valutazione dell’impatto sul contesto e sulla sicurezza urbana, dei problemi connessi con la viabilità, l’inquinamento acustico e il disturbo della quiete pubblica “.

Il Comune deve stendere una mappa dei propri Luoghi Sensibili  e di conseguenza delle sale giochi e sale scommesse, degli esercizi commerciali
che ospitano apparecchi per il gioco d’azzardo, situati a meno di 500 metri dai Luoghi Sensibili.  

Entro sei mesi dalla fine della redazione di questa Mappa, il Comune deve adottare i conseguenti provvedimenti di chiusura
che può essere prorogata di altri 6 mesi per consentire la delocalizzazione delle attività.

E’ nell’ambito di questo quadro legislativo che ho richiamato l’attenzione della  Amministrazione Comunale, presente con l’Ass. Jamil Sadhegolvaad, sul problema  della sala giochi con slot machine e video lottery, sala scommesse, realizzata  6 anni orsono   nella Stazione di Rimini  con l’occupazione della maggior parte del locale, oggi ridotto a bar-pizzeria, e della vasta superficie che costituiva allora l’uscita principale della Stazione .

Già con l’interrogazione del 4.8.2011 avevo chiesto al Sindaco Gnassi di intervenire  presso Cento Stazioni Spa, responsabile di quei lavori di trasformazione- snaturamento  dell’atrio e delle sale di attesa della Stazione in locali ad uso commerciale, per chiedere invece della sala con le slot machine, il mantenimento di una sala d’attesa per i 5 milioni di passeggeri che transitano nella nostra Stazione, la seconda per importanza in Regione dopo Bologna, e che dispongono solo di 25 posti a sedere, sulle panchine nel corridoio di accesso alla biglietteria.

Ora, alla luce della normativa vigente, il Comune può inserire l’area della Stazione  nella Mappa dei Luoghi Sensibili a causa dell’impatto sul contesto e sulla sicurezza urbana, e chiedere la chiusura o il trasferimento della sala con le slot e video lottery in una zona più compatibile, nell’interesse generale della stessa Stazione ( con l’auspicabile ripristino della sala d’attesa), del contrasto al gioco d’azzardo , e  dell’area circostante.



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L'Amministrazione Comunale persegue lo snaturamento dello storico Giardino Ferrari!
   

09/07/2017

La replica dell’Amministrazione Comunale alle mie osservazioni sui lavori di manutenzione nell’ex Giardino Ferrari ridotto con “meno aiuole, meno alberi e panchine al sole”, merita precise  obiezioni :

Gli alberi eliminati ultimamente dalla “manutenzione Gnassi”
, prima della demolizione delle aiuole, riguardano, in particolare, un  gigantesco e ombreggiante  ippocastano che copriva buona parte del Giardino lato Piazza Cavour angolo Via Tempio Malatestiano, un altro ippocastano più piccolo di fianco all’edicola e una magnolia dietro l’edicola;  

l’eliminazione delle due aiuole
, di  90 mq (dove era l’ippocastano) e di 25 mq., cementate e pavimentate con lastre di trachite, e di una terza aiuola ricoperta con doghe di legno,  è avvenuta per ampliare la pavimentazione della piazza a scapito del verde  e con la giustificazione risibile che “ vengono calpestate” ;

Le persone, in particolare gli anziani,  frequentanti l’ex Giardino Ferrari hanno  chiesto le panchine per  sedersi con piacere, non  per “cuocersi al sole” nelle mattinate d’estate.

L’Amministrazione comunale persegue  lo snaturamento dello storico  Giardino Ferrari con la impermeabilizzazione-pavimentazione  del terreno di pertinenza delle piante, diminuite da 100 a 30, e  la sua trasformazione in una Piazza assolata, senza rispondere alle mie proposte di riqualificazione :

1) La piantumazione con  alberi di alto fusto nel Giardino lato di Piazza Cavour-angolo Via Tempio Malatestiano per ricreare l’ombreggio delle panchine  ed eliminare lo squarcio attuale;

2) Il potenziamento del verde pubblico, nell’ex Giardino Ferrari,  è funzionale alla qualità ambientale del Centro Storico e alla valorizzazione della Domus;

3) La convenienza del rifacimento della pavimentazione con un materiale più compatibile, invece dei continui e costosi rattoppi delle lastre di trachite dal 2013 ad oggi e  visto il suo stato di precarietà  a cominciare dal lato di Corso Giovanni XXIII° di fianco alla Domus.

4) La sistemazione dignitosa alla colonna con il busto di Luigi Ferrari
, con la collocazione all’interno della Domus o in un’aiuola centrale, in modo da non continuare ad essere un orinato per cani, restaurando con l’occasione il volto di luigi Ferrari, la cui “barba”  è stata danneggiata;

5) La cura e valorizzazione del Monumento ai Caduti della Grande Guerra 1915-1918, considerato che il prossimo anno si celebra il Centenario, e del  Monumento in bronzo di Francisco Busignani, caduto in Africa Orientale il 21.7.1939 ( la data sul cippo manca di un numero), opera dello scultore riminese Elio Morri.  


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Manutenzione ex Giardini Ferrari: aiuole eliminate, meno alberi e panchine al sole.
   

06/07/2017

I recenti interventi di manutenzione effettuati negli ex Giardini Ferrari, ridenominati Piazza Ferrari nel 1990, hanno comportato:

1) l’eliminazione della grande aiuola, di fronte al Monumento a Francisco Busignani,  di circa 90 mq. e la sua pavimentazione con lastre di trachite
in continuità con la pavimentazione esistente;

2) la pavimentazione  con doghe di legno di un’altra aiuola adiacente, sottostante due grandi alberi di leccio;

3) la pavimentazione  con laste di trachite di un’aiuola più piccola di circa 25 mq. di fianco l’ingresso della Domus.

Continua la riduzione del verde di quello che era  lo storico Giardino Ferrari , realizzato nel 1913 dall’Arch. Paolito Somazzi
, avviata con il radicale intervento  intervento effettuato nel 1990 di trasformazione del Giardino in Piazza Ferrari con la realizzazione della pavimentazione in pietra per una superficie di mq.3200, più del triplo della superficie rimasta a verde, neanche 1.000 mq.

Il centinaio di alberi, censiti nel 1984,  da allora si  è ridotto oggi ad una trentina
, con l’eliminazione dei due imponenti cedri, di inizio ‘900, che erano il simbolo dei Giardini Ferrari;   

Inoltre, le  nuove 10 panchine installate sulla ampliata pavimentazione in pietra,  chieste dagli anziani, purtroppo, non sono utilizzate, durante tutta la mattinata  in  questi mesi estivi, perchè esposte al sole cocente.

Per questo, nell’ultimo Consiglio Comunale, con una interrogazione trasformata in mozione,  ho chiesto all’Amministrazione Comunale :  

1) la piantumazione di alberi di alto fusto lungo il lato di Piazza Cavour per ombreggiare le panchine  e consentirne l’utilizzo, durante la mattinata dei mesi estivi, in particolare alle persone anziane che cercano il  riparo dal sole e dal caldo, in una piazza per la maggior parte cementata con lastre di trachite;

2) il potenziamento del verde pubblico nell’ex Giardino Ferrari, funzionale alla qualità ambientale del Centro Storico e alla valorizzazione della Domus del Chirurgo;     

3) invece dei continui e costosi rattoppi delle lastre di trachite,  ripetuti dal 2013 ad oggi, di valutare se non sia più conveniente e migliorativo esteticamente  il rifacimento dell’intera pavimentazione della piazza, con un materiale più compatibile, visto le continue rotture e l’immagine precaria a cominciare dal lato Corso Giovanni XXIII, di fianco alla Domus;

4) una sistemazione più dignitosa della colonna con il busto di Luigi Ferrari, con la collocazione all’interno della Domus o in una aiuola centrale, in modo che non continui ad essere un orinatoio per i cani, provvedendo con l’occasione al restauro del volto di Luigi Ferrari, la cui “ barba” è stata danneggiata;

5) la cura e valorizzazione del Monumento ai Caduti della Grande Guerra 1915-18
, inaugurato nel 1926, considerato che il prossimo anno si celebra il Centenario della Grande Guerra,  e del Monumento in bronzo in onore di Francisco Busignani, caduto in Africa Orientale il 21.7.1939 ( la data sul cippo manca di un numero), opera dello scultore riminese Elio Morri
 

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No alla riduzione di Castel Sismondo a contenitore del Museo Fellini.
   

28/06/2017

La Delibera di Consiglio Comunale votata ieri sera di riconsegna anticipata della Rocca Malatestiana al Comune di Rimini dalla Fondazione Carim, che ne ha completato il progetto di restauro,   prevede la realizzazione del Museo Fellini all’interno di Castel Sismondo.

Ho espresso il mio voto nettamente contrario,  perchè non condivido assolutamente questo utilizzo del Castello deliberato con poco rispetto proprio  nel seicentenario  della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta.

La scelta  della Amministrazione Comunale è  di  ridurre Castel Sismondo a contenitore del Museo Fellini: le sale rinascimentali diverranno “botteghe” allestite per la ricostruzione dei set  felliniani, mentre le sale dell’Ala di Isotta ospiteranno le opere e/o creazioni di artisti internazionali chiamati a rievocare, elaborare, produrre atmosfere e temi felliniani.

Castel Sismondo, invece, deve essere il naturale Museo del Signore di Rimini, capitano di ventura e mecenate raffinato che lo realizzò, del grande architetto Filippo Brunelleschi che lo progettò, dei protagonisti del Rinascimento italiano che collaborarono con il Malatesta per realizzare il capolavoro del Tempio Malatestiano, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Agostino di Duccio, Matteo de’ Pasti.    

Non solo Il Museo di Fellini,  secondo il volere della Amministrazione Comunale, si espanderà dalla Casa del Cinema Fulgor dentro il Castello e sulle cosiddette “arene” per spettacoli di Piazza Malatesta con il CircAmarcord  che prevede un simbolico “luna Park” con spettacoli temporanei, piccoli circhi, ecc. alla faccia del recupero della plurisecolare identità di quest’area.

Per il progetto del Museo Fellini l’Amministrazione Comunale spenderà 9 milioni di euro, chiesti e ottenuti dal Ministero dei Beni Culturali.


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Respinta la Mozione del Consigliere Renzi che chiedeva il Regolamento per la tutela e il decoro della Città vietando le attività degradanti (bazar, ecc.).
   

24/06/2017

Nella seduta del Consiglio Comunale di giovedì con il voto contrario della maggioranza Gnassi, astenuta la Consigliera Falcioni, favorevole tutta la minoranza, è stata respinta:

 la Mozione del Consigliere Renzi  che chiedeva di approvare il Regolamento per la tutela e promozione della Identità di Rimini vietando l’apertura di negozi, quali  bazar mini market, kebab, money transfer, phone center, nel Centro Storico, nei quattro Borghi di Rimini, a Marina Centro, nel centro di Viserba e di Miramare.

La proposta richiamava il Decreto Madia che consente ai Comuni, in base all’art.52 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio,  d’intesa con la Regione, sentita la Soprintendenza, di tutelare e valorizzare le aree urbane aventi valore storico, archeologico, artistico, paesaggistico, vietando le attività  incompatibili o degradanti.

E’ quello che hanno fatto le Amministrazioni di Firenze e  Verona con Regolamenti e Ordinanze 
che prevedono limitazioni all’insediamento di attività in aree particolari, la qualità dell’offerta commerciale, dei negozi e delle vetrine,  il mantenimento del decoro,il rispetto del suolo pubblico, la pulizia esterna dei locali, con l’obiettivo di tutelare  la qualità delle attività e l’identità delle città italiane.

Consideriamo che a Rimini ogni anno chiudono 300 attività locali
a  causa del peso delle numerose e pesanti tasse (Irpef,IMU, Tar) e degli alti costi di gestione( affitti, personale) a cui subentrano prevalentemente  le aperture dei negozi gestiti da extra comunitari,  generalmente di basso livello che squalificano l’offerta e spesso non rispettano le regole.

Teniamo presente che la concentrazione di queste attività
, complice la liberalizzazione del commercio o  “deregulation” Bersani, è stata la causa principale dello  snaturamento del Borgo Marina,  e che  ora si estende sempre più ai viali della Marina, da Marina Centro,  a Viserba,  a Miramare con peggioramento dell’offerta commerciale e   dell’immagine turistica delle nostre località.

Per contrastare questo degrado e la perdita di identità, oltre ad un Regolamento specifico per Rimini, ci vuole l’intensificazione dei controlli della Polizia Municipale e le sanzioni a tutte le attività,  che non rispettano le regole, non pagano i tributi ( Tari,  Cosap) e le Tasse.

La battaglia per la tutela delle nostre aree urbane si può vincere
, ma ci vogliono innanzitutto la volontà politica e la decisione della Amministrazione Comunale, Regolamenti adeguati e fatti rispettare con la vigilanza continua, la collaborazione responsabile dei cittadini, condizioni insieme per ottenere la qualità totale e la legalità in tutto il territorio comunale.

Ricordo, ad esempio,  le proposte del sottoscritto con il Regolamento dei Phone Center e di un adeguato Nucleo Anti abusivismo commerciale, che sembravano “ battaglie impossibili”  ma che una volta recepite dalla Amministrazione Comunale hanno dato buoni risultati nell’interesse di tutti.


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Progetto Tiberio: la Piazza sulle Alghe.
   

10/06/2017

Il bacino del Ponte di Tiberio ripresenta alla vista dei passanti, residenti, turisti, l’immagine degradata delle sue acque ricoperte da un esteso e spesso strato  di alghe.

Non è una novità, causa la  permanente stagnazione  delle acque che peggiora con  l’arrivo del caldo.

Considerato i lavori in corso di risagomatura delle due scarpate ai lati dell’invaso del Ponte per realizzare dei terrazzamenti e la  pavimentazione in calcestruzzo architettonico lungo tutto il bordo del bacino per creare la cosiddetta “Piazza sull’Acqua”, che sarebbe più realistico chiamare la “ Piazza sulle Alghe”.

Il Sindaco Gnassi procede, col pensiero più al “palco per gli spettacoli”
che ai vincoli idrogeologici e ambientali, e alla prioritaria e necessaria circolazione delle acque nel bacino del Ponte.
 
Tantomeno ascolta le ragioni del buon senso, che sosteniamo da 20 anni, così il 23 febbraio scorso ha bocciato la Mozione consigliare del sottoscritto che prevedeva la realizzazione dal Deviatore Marecchia fino al Ponte di Tiberio di un canale a deflusso naturale lungo l’alveo storico, oggi Parco Marecchia, con la portata d’acqua necessaria per consentire  il ricambio idrico e l’ossigenazione delle acque del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.

Dopo le opere fallimentari delle Giunte passate (diga mobile), continua a spendere milioni in interventi, come la cementificazione della Piazza sull’Acqua che snaturano l’ambiente, che non rispettano la funzione idraulica del luogo di confluenza o immissione delle acque di piena o no del fiume Marecchia.

Non meravigliamoci, allora, se i piloni del Ponte di Tiberio sono sempre immersi in un bacino di acque stagnanti o ricoperte di alghe e le acque del Porto Canale  sempre melmose e maleodoranti, a cui poco possono gli andamenti delle maree.


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Progetto Tiberio: Piazza sull'Acqua - Passerelle "galleggianti" e "sospese"- Lavori costosi senza rispetto per l'ambiente e le mura storiche di Rimini.
   

07/06/2017

Sono in corso da qualche settimana i lavori al Ponte di Tiberio con la spesa di 900.000 euro riguardanti :

• la risagomatura delle due scarpate ai lati dell’invaso del Ponte per ottenere dei terrazzamenti con scavi e riporti di terra.

•  la realizzazione della Piazza sull’Acqua di fronte al bacino del Ponte che verrà pavimentata con calcestruzzo architettonico con la possibilità al centro della piazza di allestire un palco per spettacoli.

Sono d’accordo per la riqualificazione e fruibilità della zona, ma ciò non può avvenire con un intervento come  la Piazza sull’Acqua che snatura l’ambiente ,  che non rispetta la funzione idraulica di un luogo di confluenza o immissione delle acque di piena o no del fiume Marecchia.

La zona, non a caso,  è sottoposta a numerosi  vincoli e tutele.

Ci sono quelli del PAI ( Piano di Bacino per l’assetto idrogeologico) per cui non sono ammessi interventi edilizi e trasformazioni morfologiche sull’alveo storico del fiume Marecchia, e del  P.T.C.P( Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) che non consentono interventi di impermeabilizzazione oltre alla trasformazioni morfologiche di qualsiasi natura. 

C’è il PSC ( Piano Strutturale Comunale ) che individua l’area esondabile del Bacino del Ponte di Tiberio che costituisce l’ambito naturale per il deflusso delle piene con la funzione di contenimento e laminazione naturale delle stesse.

Ci sono gli studi idraulici del Prof. A. Bizzarri del 1996 e della società  Alpina Acque del 2006, consulenti incaricati dal Comune, che nelle situazioni di piena del Marecchia hanno indicato i massimi incrementi di livello proprio nel Bacino del Ponte di Tiberio dove si è registrato un sovralzo di 2,7 m. sul livello medio mare.

Basta vedere le continue variazioni del livello dell’acqua
del bacino che si verificano in conseguenza delle maree e con le mareggiate.

Ci piacerebbe conoscere il Nulla Osta idraulico
dell’Autorità competente di bacino per i lavori della Piazza sull’Acqua. 

 

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Le microaree per i nomadi sono incompatibili nelle zone residenziali. Le raccomandazioni sconcertanti dei "compagni" consiglieri all'ex Assessore Biagini, per tenerle lontane dai loro quartieri.
   

02/06/2017

L’Ass. Lisi nella Commissione Consigliare di ieri, dopo 9 mesi dalla prima Delibera Di Giunta non ha “partorito” quanto era atteso sapere sul  progetto nomadi, limitandosi a dire “nel  2017 non devono esistere più campi nomadi”.

Non c’è dubbio che è ora di chiudere il Campo nomadi di Via Islanda per l’illegalità, il degrado igienico-sanitaria, l’insicurezza sociale circostante, complici il fallimento politico e amministrativo delle Amministrazioni Comunali che per decenni hanno sborsato milioni di lire per pagare utenze, volontari, assistenti sociali, manutenzioni (nel 1999 spesi 190  milioni  per il campo di via Islanda  e  444 milioni per il campo di via Portogallo chiuso nel 2000 con l’erogazione di 500 milioni di lire), e in particolare le responsabilità dei cosiddetti nomadi “ stanziali”  riminesi.

Ma è in contraddizione l’Ass. Lisi quando propone le micro aree famigliari, disseminate in diverse parti della città, dove i nomadi continueranno a vivere a modo loro in roulotte o case prefabbricate, alla faccia della integrazione e della convivenza con i residenti circostanti.

Esempio eclatante: come si può  pensare di indicare la micro area per un nucleo famigliare di nomadi che solitamente aumenta di numero in quel  fazzoletto di verde in Via Gallina, una strada senza via d’uscita,  corta, stretta, tra condomini e palazzine  residenziali, negozi, ufficio postale, e a ridosso dei parcheggi dell’Ospedale Infermi.

E’ normale che i residenti siano preoccupati per l’impatto di roulotte, case mobili e relativo diverso modus vivendi e con una petizione sottoscritta da 520 persone subito si oppongano a questo insensato progetto.    

Non solo,  ieri sera l’Ass. Lisi, tra le reticenze  si è lasciata sfuggire che i nomadi pagheranno un canone di locazione per le casette concesse ai nomadi.

E’ la conferma di quanto avevo paventato e anticipato: Il Comune non solo cede i terreni di proprietà comunale in diritto di superficie a titolo gratuito (Val. 100.000 euro), sostiene le spese per le opere di urbanizzazione delle aree (per 7  aree 280.000 euro), ma realizza e paga anche le casette per i nomadi.  (val. 420.000 euro) in cambio di un misero e incerto affitto.

Se poi aggiungiamo le cosiddette spese di parte corrente  ( inizialmente 150.000 euro) per l’accompagnamento, il sostegno alla scolarizzazione, la formazione professionale, l’inserimento lavorativo,  arriviamo   ad un totale di spese del Comune che si avvicina al milione di euro come da noi anticipato due mesi fa.  

Sosteniamo, quindi, che le micro aree famigliari non favoriscono l’integrazione dei nomadi, sono incompatibili nelle zone residenziali,  rappresentano di fatto  il cambio di destinazione d’uso rispetto ai piani urbanistici, e comportano una spesa ingente di risorse pubbliche.

Ribadiamo: basta all’assistenzialismo e ai trattamenti preferenziali verso i nomadi.

Ai nomadi che sfilano in piazza per invocare  “ Dateci una casa, siamo riminesi”, è ora di rispondere dalla Amministrazione  Comunale con una linea politico-amministrativa  educativa alla responsabilità chiedendo il rispetto delle leggi e regole uguali per tutti, come avviene per tutte le famiglie riminesi che hanno il problema della casa.   

Infine, dulcis in fundo,  è  molto preoccupante avere appreso in Consiglio Comunale dall’ex Ass. Biagini delle “ raccomandazioni “esercitate nel precedente mandato da parte di Consiglieri della maggioranza (quelli dell’accoglienza e integrazione)  per non individuare le aree nomadi nel quartiere o frazioni di appartenenza o residenza.

Sono comportamenti gravemente discriminatori (oltre che politicamente   incoerenti) nei confronti dei residenti in altre zone della città.

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