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Basta con la paralisi della viabilità! Basta con le sperimentazioni sulla pelle dei cittadini!

La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Chiesti Interventi sui nuovi lampioni della illuminazione pubblica che aumentano l'oscurità sui marciapiedi e sulle strade con i rischi per la sicurezza pubblica.
   

23/02/2015

Questa mattina in Commissione Consigliare si è discussa la Mozione del sottoscritto relativa ai nuovi lampioni della illuminazione pubblica con “luce schiacciata a terra” che aumentano l’oscurità sui marciapiedi e sulle strade e i rischi per la sicurezza pubblica.

Ricordo che il Comune di Rimini ha stipulato con ENEL SOLE un contratto a partire dal 1 Giugno 2012 per il servizio di pubblica illuminazione, la manutenzione ordinaria e a richiesta quella straordinaria dei 28.000 punti luce e impianti semaforici del Comune di Rimini.

Il contratto iniziale ad un canone annuo di 3.255.099 euro (2.690.165+ Iva 21 %) ha la durata di 9 anni ( 30 milioni circa)  + l’adeguamento ISTAT  e  prevede l’obbligo per il fornitore di eseguire a proprio  carico, interventi impiantistici per un importo di almeno il 10% del canone annuo, quindi un importo minimo di lavori di 260.000 euro per 9 anni per un totale di 2,4 milioni di euro di investimenti.

Enel Sole per aggiudicarsi l’appalto, ha raddoppiato nei nove anni   gli interventi   di riqualificazione (pali,cavi, ecc.) a canone pari a  4.943.711 euro, da concordare con il Comune, stabilendo  interventi extra canone pari a 4.842.297.


Da alcuni mesi sono in corso di installazione in diversi parti della città  i nuovi lampioni con luce “schiacciata a terra “ in sostituzione di quelli preesistenti a “luce diffusa”  con lo scopo del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento luminoso.

Il risultato, però, è l’oscurità su molti marciapiedi e strade della città
come Piazzale C.Battristi, Viale Dante, Via Anfiteatro, Via Aponia, Via Gambalunga, Via Bastioni Occidentali ( sotto le mura dal Palazzo Pelliccioni alla Via Garibaldi è “buio totale “)  con il rischio per la sicurezza dei pedoni e la circolazione dei veicoli.

Per questo, con la mozione,  ho chiesto :

1)    L’installazione di nuovi lampioni che irradino una illuminazione non verso il cielo,  ma diffusa orizzontalmente, oltre che a terra per consentire la visibilità sui marciapiedi e sulle strade e garantire la sicurezza pubblica.;

2)    L’eliminazione delle zone oscurate o letteralmente al buio  con l’installazione di un maggior numero di lampioni, riducendo le distanze l’uno dall’altro
, nelle vie interessate, Viale della Stazione C.Battisti, Via le Dante, Via Anfiteatro, Via Aponia, Via Gambalunga, Via Circonvallazione Occidentale, ecc.

3)    lampioni “ex novo”, in particolare nelle zone a rischio, come nei Giardini della Stazione, di Viale C.Battisti, dove l’illuminazione pubblica è mancante da 4/5 anni, nonostante sia una porta d’ingresso della città;

Il Dirigente ha risposto che sono state fatte delle verifiche da parte dell’ENEL e che i livelli di illuminamento “ rientrano nei parametri” della normativa salvo poi dire che si è approntato con Enel Sole un progetto per integrare i punti luce e/o aggiustare quelli esistenti.

Ho ribadito che la sostituzione dei lampioni, pure nell’ambito del risparmio energetico,   deve essere compatibile con una adeguata illuminazione della città,  e  che i controlli sul rispetto delle normative, a parte il  gestore interessato Enel Sole, spettano doverosamente all’Amministrazione Comunale.


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Con la realizzazione della rotatoria Via Dante-Via Roma è congeniale rifare i marciapiedi Via Dante-Corso Giovanni XXIII°.
   

20/02/2015

Il carico di traffico sulla Via Roma, di attraversamento della città nord-sud e viceversa è aumentato notevolmente, in aggiunta ai “ normali” intasamenti in occasione delle manifestazioni fieristiche.

L’Amministrazione Comunale con la prevista chiusura del Ponte di Tiberio
, senza una valida alternativa che non può essere lo sfondamento di Via Tonale sulla Statale 16 ma un nuovo Ponte di attraversamento del Marecchia, trasformerà la Via Matteotti, la Via dei Mille, la Via Roma in una nuova Circonvallazione con ulteriore incremento del traffico e dell’inquinamento atmosferico, un pesante impatto ambientale su questa vasta fascia residenziale del Centro Storico .    

Avevo proposto due anni fa, il 6.11.2012, con una mozione in Consiglio Comunale  la realizzazione della rotatoria all’incrocio tra Via Dante e Via Roma, per rendere fluido il traffico, non per aumentarlo.

La Mozione, dopo “ due passaggi” in  Commissione Consigliare, alla fine, il 3.7.2014 è stata bocciata in Consiglio Comunale con i 14 voti contrari del Sindaco Gnassi e dei consiglieri di maggioranza( Allegrini, Aloisio, Angelini, Bertozzi, Fraternali, Gallo, Galvani, Giorgetti, Mazzocchi, Morolli, Pironi, Zerbini e Zoffoli) e i 5 favorevoli ( Renzi, Camporesi, Franchini, Tamburini, Mauro.).

Però, solo due mesi dopo, il 30.9.2014, alla faccia della coerenza, il Sindaco Gnassi e  la Giunta hanno approvato la rotatoria Via Dante-Via Roma per la fluidificazione del traffico del cosiddetto “asse mediano”.
 
Essendo iniziati i lavori per la sua realizzazione, ho chiesto  ieri sera  in Consiglio Comunale con una interrogazione al Sindaco se non sia congeniale provvedere al rifacimento dei marciapiedi sui due lati della via Roma tra Via Dante e Corso Giovanni XXIII°.

Infatti, nel primo tratto tra Via Dante e Via Gambalunga i marciapiedi in asfalto si presentano con buche, rattoppi, avvallamenti, e nel secondo tratto Via Gambalunga-Corso Giovanni XXIII° con selci sconnesse.

Sottolineo fra l’altro che  in questo tratto di Via Roma il collegamento fra i marciapiedi lato mare e i marciapiedi lato centro centro storico è limitato agli  attraversamenti pedonali di via Dante e via Gambalunga.

Ricordo che risulta inesistente da decenni l’opera di manutenzione ordinaria e straordinaria di questi marciapiedi da parte delle Amministrazioni Comunali, nonostante progetti e previsioni in Bilancio da almeno 15 anni.  
 
Potrebbero essere ripiantati tutti gli alberelli divelti, una quindicina, negli spazzi preesistenti.

Sarebbe opportuna, visti i carichi di traffico, l’installazione di una centralina, nel suddetto tratto, per il controllo delle micro-polveri (PM 10)  che non devono superare il valore limite di 50 microgrammi /mc per la protezione della salute dei residenti.

Ho ribadito, nell’occasione, i miei interrogativi, sull’eliminazione dell’impianto semaforico all’incrocio via Gambalunga-Via Roma, sullo sbarramento  “ innaturale”  della Via Gambalunga con un’aiuola spartitraffico e l’obbligo della svolta a destra sulla “intasata” via Roma  per i veicoli provenienti dalla Via Gambalunga, e sulla riduzione dei due attraversamenti pedonali ad uno, lato nord della Via Gambalunga, che mette a rischio l’attraversamento della via Roma di pedoni e bambini delle vicine Scuole Elementari Ferrari.



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Silenzio sull'argine "arato" e "ribassato" del Mavone che ha causato l'alluvione a Vergiano. Renzi inoltra l'esposto al Procuratore della Repubblica per l'accertamento delle responsabilità e dei danni da rimborsare ai cittadini.
   

17/02/2015

Continuano le reticenze delle Autorità, Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica, sulla causa principale degli allagamenti, la tracimazione del torrente Mavone in 5/6 punti dell’argine sinistro nel tratto di 300 metri a valle di Casale di S. Ermete con le acque che hanno allagato i terreni agricoli, la Strada Marecchiese, fino a Vergiano e il Borgo dei Ciliegi.

Il Dirigente Provinciale della Protezione Civile, l’ Assessore del Comune di Rimini, il Consorzio di Bonifica scaricano la colpa sui fossi e canali di scolo insufficienti ed inefficienti, tombinati con sezioni ridotte, interrati, ostruiti dalla vegetazione per la mancata manutenzione da anni, quando erano loro stessi che dovevano vigilare sul rispetto delle regole ed effettuare interventi di prevenzione e messa in sicurezza su un territorio,di cui era ben noto il rischio idraulico.

Non vogliono riconoscere che la causa principale degli allagamenti, come ho già detto la settimana scorsa nell’assemblea pubblica di Spadarolo e in Consiglio Comunale, è stata la tracimazione del Mavone, dove il profilo dell’argine è stato addirittura “arato” fino al ciglio della sponda del torrente, con la mancata osservanza della fascia di rispetto dei 5 metri, “rasato” e “ribassato”  rispetto all’altezza di sicurezza.

Le nostre Autorità non vedono, non sentono, non parlano: su questo perdura il loro silenzio.

Non si riesce a sapere di chi sono le responsabilità, chi aveva competenza  sulla  sicurezza di quell’argine.

Anche perché Il Mavone era tracimato appena due mesi prima, il 3 dicembre 2014,  sempre in quel tratto di argine, come mi hanno detto testimoni oculari,  ma nessuno si è preoccupato di alzarlo, di  metterlo in sicurezza.

Potevano essere evitati gli allagamenti e  i due milioni di danni agli abitanti di Vergiano e del Borgo dei Ciliegi
.
Ma c’è voluta una alluvione alle nostre Autorità per “scoprire” che in campagna ci dovrebbero essere i “fossi” e i canali di scolo per le acque  e per i sopraluoghi  sugli argini di un torrente che si comporta secondo natura, quando non viene rispettato. 

Sulla richiesta dei “rimborsi danni” dovuti a fronte delle negligenze, non si può pensare di “farla franca” come con la mancata risposta
  dell’Assessore Visentin in Consiglio Comunale o dietro le battutine del neo Presidente della Regione Bonaccini che “ha invitato i privati a non farsi troppe illusioni “, “ ma chiedere non costa nulla”.

Poiché a due settimane dalla alluvione, non vengono fuori le responsabilità, non mi resta che rivolgermi alla Procura della Repubblica, per  l’accertamento dei responsabili, e perché è ora che “chi sbaglia , paghi”.

 

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Basta con il silenzio delle Autorità: la causa principale degli allagamenti a Vergiano è la tracimazione del Mavone. Accertare le responsabilità e rimborsare i danni.
   

13/02/2015

E’ passata una settimana dall’alluvione di  venerdì  scorso che ha allagato le case della frazione di Vergiano, i  150 garage del Borgo dei Ciliegi, le fabbriche artigiane della zona  costrette a interrompere l’attività produttiva.

Tutta la popolazione della zona si è messa subito a spalare acqua e fango, lavare, ripulire per ritornare alla normalità, gettare l’irreccuperabile, anche se restano gli ingenti danni subiti.

Chi non si è mosso concretamente, con  i lavori di pronto intervento, al di la delle chiacchere istituzionali, sono invece i soggetti pubblici responsabili della sicurezza idraulica , Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica per evitare il ripetersi degli allagamenti, accaduti due volte in due mesi (venerdi  6 febbraio e il 3 Dicembre scorso).

E’ questa la nuova preoccupazione, la “spada di Damocle” sui cittadini della  zona e dell’abitato di Vergiano che, sappiamo tutti, sono a rischio idraulico per l’attraversamento del Torrente Mavone.

Continua, invece,  il silenzio e la reticenza delle Autorità sulla causa principale degli allagamenti, la tracimazione del Torrente Mavone all’altezza della Via Marecchia-Via Vicinale nei pressi dell’Azienda Microsistemi, con le acque che poi hanno invaso i terreni agricoli a mare di sant’Ermete e dilagato lungo la Strada Marecchiese fino a Vergiano e al Borgo dei Ciliegi, certamente senza incontrare alcun contenimento o canalizzazione in quei pochi fossi di scolo inefficienti, interrati, ostruiti dalla vegetazione, per colpa della mancata manutenzione da anni.


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Renzi sottopone Aeradria all'attenzione della Corte dei Conti per l'accertamento dei danni e delle responsabilità.
   

12/02/2015

Dinnanzi ai gravi reati ipotizzati dalla Magistratura e al sequestro dei beni  il Sindaco Gnassi dichiara di avere agito alla luce del sole per tutelare e salvaguardare una infrastruttura strategica per il nostro territorio  come l’aeroporto.

Il risultato, però, in soli 4 anni ,è  stato il fallimento dell’aeroporto con 53 milioni di debiti e la perdita del capitale sociale di Aeradria  rifinanziato con  soldi pubblici per circa 20 milioni.

Appunto perché strategico l’aeroporto non doveva essere condotto al fallimento.

La buona fede non può  essere un alibi per  sottovalutare le pesanti e crescenti perdite degli ultimi tre anni ( complessivamente 35 milioni), la crescita abnorme dell’indebitamento, fino all’insolvenza della società.

La  lettera di patronage, per chiedere una anticipazione  di 1.200.000 euro  ad una banca a favore di Aeradria, a fronte di una incerta operazione di project financing,   sottoscritta dal Sindaco mantenendo all’oscuro del Consiglio Comunale, non concilia con la trasparenza.

Neppure basta più “la verifica delle eventuali responsabilità nell’amministrazione e controllo di Aeradria Spa e di una eventuale azione legale per il risarcimento dei danni” affidata con un incarico  solo il 7.11.2014  ad uno studio professionale.  
L’ Azione di responsabilità era stata chiesta da noi il 13.6.2013.

Anche le responsabilità dei soci pubblici, vanno verificate, visto che si sono perduti soldi pubblici.

Poichè la nostra Mozione in Consiglio Comunale per proporre la costituzione di parte civile del Comune di Rimini era stata bocciata dalla maggioranza, in attesa della conclusione delle indagini della Magistratura, possiamo fin da ora rivolgersi alla Corte dei Conti per l’accertamento degli eventuali danni arrecati ad Aeradria Spa e al Comune di Rimini relativi ad atti emessi dal 2009 al 2013 da Amministratori, Controllori e Soci.                                            

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Nuova Circonvallazione di Santa Giustina che deturpa il territorio agricolo, appello al Sindaco: #FERMATEVI! C'è una nuova soluzione!
   
07/02/2015
 
Appello al Sindaco dopo l’approvazione del progetto preliminare della nuova Circonvallazione di Santa Giustina che deturpa irreparabilmente il territorio agricolo : FERMATEVI !  Verificate la ragionevolezza delle nuove soluzioni proposte per spendere bene i 10 milioni di euro  e  nell’interesse di tutta Santa Giustina.

L’approvazione in Consiglio Comunale del progetto preliminare della nuova Circonvallazione di Santa Giustina con la variante al PRG costituisce l’ennesimo sfruttamento del territorio alla faccia della tutela e del  risanamento  ambientale.

Questa nuova strada di asfalto lunga 2 km, larga m.10,50 e tre rotatorie, che va dal Cimitero sulla Statale 9 alla zona artigianale nel Comune di Santarcangelo, impatta pesantemente su un territorio a vocazione agricola, taglia i fondi e  compromette l’attività agricola, separa una parte dell’abitato dal centro di Santa Giustina, isola le famiglie a monte del tracciato, frattura i percorsi naturali e sociali, è a rischio di pericolosità idraulica con il  fosso Budriolo, assedia l’ingresso del Cimitero con la rotatoria, oltre alla strada proposta di collegamento con il depuratore.  

L’Amministrazione con questo percorso non risolve i problemi di inquinamento e di sicurezza della Statale 9 di attraversamento del Centro di Santa Giustina, li sposta e li aggrava a trecento metri sul tracciato della nuova Circonvallazione.   

Sono tutti contrari contro questa opera pubblica che costerà non meno di 10 milioni di euro, cittadini, agricoltori, associazioni di Santa Giustina e  ambientaliste, ma il Sindaco e la sua maggioranza non  vogliono sentire le ragioni ed esaminare le nuove soluzioni nell’interesse di tutta la Comunità di Santa Giustina.

Ho sostenuto in Consiglio assieme ad altri colleghi della minoranza, la soluzione di buon senso indicata dalle osservazioni dei cittadini  di Santa Giustina che propone la  Circonvallazione lato mare della Statale 9, costeggia l’autostrada fino alla rotatoria dell’Ikea, prosegue sulla strada esistente fino alla rotatoria  del Centro Agroalimentare e si immette sulla Tolemaide.

E’ la via più diretta verso l’autostrada, una valvola di sfogo per il traffico proveniente dalla Fiera, agevola le diversificazioni di traffico verso tutte le destinazioni secondarie dei pendolari nelle attività produttive di Santarcangelo, San Mauro Pascoli, Savignano, Cesena.

Non prevede l’attraversamento selvaggio della campagna, rispetta le attività agricole, limita gli espropri ai confini dell’autostrada, non separa l’abitato di Santa Giustina, è lontana dalle case esistenti, salvaguardia meglio l’ambiente, non c’è pericolosità idraulica, comporta minore consumo del territorio.

Anche per risolvere urgentemente il problema dei collegamenti degli autocarri con il depuratore e la centrale biogas, ed evitare l’attraversamento di Santa Giustina, una delle soluzioni potrebbe essere la strada che costeggia l’autostrada lato Rimini,  lasciando in pace il Cimitero.

Invece, quindi, di procedere con il progetto che è solo preliminare, approvato ieri sera, ripeto l’appello al Sindaco e alla Giunta: “FERMATEVI”,  verificate concretamente la ragionevolezza delle suddette soluzioni a Voi già sottoposte 9 mesi fa, ascoltate i cittadini,  per spendere bene i tanti soldi pubblici nel comune interesse di Santa Giustina.

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L'amministrazione comunale non procede con l'intitolazione della rotonda del Grand Hotel all'Avv. Pietro Palloni, Podestà di Rimini e realizzatore del lungomare.
   

04/02/2015

Questa mattina si è discussa nella Commissione Consigliare la mozione del sottoscritto per “ intitolare la rotonda del Grand Hotel all’Avv. Pietro Palloni-Podestà di Rimini 1929-1933”.

Dopo 60 anni dalla sua scomparsa, si vuole ricordare un grande Amministratore di Rimini dimenticato dalle Istituzioni, la cui amministrazione fu decisiva e lungimirante per un nuovo, moderno e funzionale assetto socio- urbanistico della città e per promuovere il nostro turismo.

Il Podestà Palloni conseguì nell’ottobre 1932 il pareggio di Bilancio del Comune con la revisione generale “ ante litteram “ delle finanze e delle spese della macchina comunale.

Attento alle esigenze della città, promosse un intenso programma di lavori pubblici, riguardanti viabilità, fognature, condutture dell’acqua, illuminazione, edilizia pubblica, tant’è si disse che “ la città era diventata un operoso cantiere a direzione municipale” con la creazione di  migliaia posti di lavoro. .

Nei quattro anni della sua Amministrazione,  in particolare, ricordiamo :  l’acquisto e il riammodernamento del Grand Hotel, costruito nel 1908, la trasformazione a monte e a mare dei piazzali del Kursaal, la ristrutturazione delle palazzine Roma e Milano, l’allargamento e illuminazione di Viale Regina Elena, il risanamento e la riqualificazione del Borgo San Giuliano con il nuovo Viale Tiberio, la costruzione del monumentale Stadio Comunale, il restauro della Torre dell’Orologio  e della Sala del Ridotto del Teatro .

L’opera più importante dell’Amministrazione Palloni, storica, resta il Lungomare, che realizzò in due anni,   dal Porto  canale al Kursaal nel 1932 e dal Kursaal all’Ausa  nel 1932 -1933.

Con il lungomare  fece scoprire agli stessi Riminesi quella “ marina” da loro stessi fino ad allora poco frequentata, cambiò le loro abitudini con il piacere del passeggio e dell’incontro sul Lungomare, qualificò l’immagine di Rimini, ma  soprattutto curò   l’attività promozionale della nostra spiaggia e di Rimini in Italia ed Europa.

Per questo ho proposto di intitolare
la “Rotonda del Grand Hotel all’Avv. Pietro Palloni Podestà di Rimini 1929-1933 –Realizzatore del Lungomare.

L’Assessore Imola ha riferito che la Commissione Consultiva Toponomastica ha espresso parere favorevole in merito ma ha detto che  “la zona sarà interessata, nel prossimo futuro da progetti di riqualificazione ed è molto probabile che il lungomare venga pedonalizzato e che la rotatoria verrà eliminata o trasformata”.

L’Amministrazione Comunale ritiene, quindi, di “non procedere ora con l’intitolazione e rimandare la considerazione della proposta a progetti definiti e avviati, così da poter individuare il luogo più idoneo per adempiere tale richiesta”.   

Ho ribadito di considerare quel luogo, dove oggi c’è la rotonda, per la storia delle  trasformazioni urbane e sociali  realizzate  dall’Avv. Pietro  Palloni, comunque congeniale, fin da ora,  alla intitolazione “Piazzale Avvocato Pietro Palloni. Podestà di Rimini 1929-1933.Realizzatore del Lungomare”,  come proporrò nella mozione in Consiglio Comunale.

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Mozione Renzi sul fallimento di Aeradria: costituzione di parte civile del Comune di Rimini e ricorso alla Corte dei Conti per i danni arrecati alla Società e al Comune.
   

02/02/2015

Le  indagini della Procura della Repubblica sul buco di 53 milioni di  Aeradria Spa, partecipata per il 17,3% dal Comune di Rimini e per il 34 % dalla Provincia, che detenevano  il controllo della società di gestione dell’aeroporto di Miramare, come è stato reso noto un paio di settimane fa, riguardano non solo gli organi di amministrazione e di controllo della società ma tra altri indagati, in totale 36,  anche il Sindaco del Comune di Rimini e il Presidente della Provincia  con gravi ipotesi di reato  quali il falso in bilancio,  il ricorso fraudolento al credito, l abuso d’ufficio, la  truffa aggravata ai danni dello Stato, l’associazione per delinquere.   

In attesa dell’accertamento dei reati che spetta naturalmente  ai Magistrati , al di là delle polemiche difensive di alcuni esponenti del PD, come consigliere comunale ritengo comunque di evidenziare la  responsabilità politica ed amministrativa del Sindaco.  

Gnassi non si è reso consapevole   delle pesanti e crescenti perdite consecutive di Aeradria registrate nei Bilanci : 2.491.000 euro nel 2009,  7.629.000 euro nel 2010, 6.203.000 euro nel 2011, arrivate fino a 21.516.000 euro nel 2012. 

Il Sindaco ha continuato  imperterrito a perseguire la strada degli aumenti del  capitale sociale di Aeradria ( dopo i 7 milioni del Sindaco Ravaioli)  , 6.000.000 di euro nel 2011 e 7.000.000 deliberati nel 2012 senza preoccuparsi minimamente di mettere sotto controllo la crescita esponenziale dell’indebitamento.

Sempre il Sindaco,  unitamente al Presidente della Provincia Vitali, al Presidente di Rimini Fiera Cagnoni,  in attesa di una incerta operazione di project financing, ha sottoscritto il 22.12.2011 una “lettera di patronage” , senza l’approvazione del Consiglio Comunale, con cui si chiedeva ad una Banca di anticipare la somma di euro 1.200.000 a favore di Aeradria Spa, impegnandosi al rimborso della somma se tale operazione non si fosse conclusa positivamente. 

Dinnanzi al silenzio del Sindaco sulla situazione finanziaria di Aeradria,  ci sono voluti i Consiglieri della minoranza a chiedere la convocazione urgente  del Consiglio del 2 Agosto 2012 per conoscere le preoccupanti relazioni del Collegio sindacale e della Società di Revisione sulle mancanze gestionali e l’insolvenza di Aeradria al 31.12.2011.

 

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Inaugurata la Casa Residenza Anziani "Le Grazie" di Covignano, dopo una Via Crucis durata 15 anni e le spese di 6.000.000 di euro raddoppiate.
   

24/01/2015

Il 24 Gennaio 2015 finalmente si inaugura la Casa Residenza Anziani Le Grazie di  Covignano.  

Ci sono voluti 15 anni per la realizzazione di questa casa protetta con 53 posti  per anziani non autosufficienti  deliberata dal Consiglio Comunale il  29.4.1999

Nel 2000 è stato costituito il diritto di superficie sull’immobile di 1.800.183 euro, oltre all’IVA, per la durata di 44 anni a partire dal 1 Gennaio 2000 con rate annuali di 49.444 di cui già “maturate” 14 annualità per oltre 600.000 euro e 34 annualità residue.

Il progetto di ristrutturazione dell’immobile comprendente tre piani ( interrato, piano terra, primo piano) è stato approvato, tre anni dopo, nel 2003.

L’appalto è stato assegnato nel 2005, ad una ditta di Roma, a cui è subentrata una  ditta di Viterbo, subentrata a sua volta da unaditta di Civitaveccchia.

I lavori sono durati 9 anni e l’importo contrattuale iniziale di 2.565.751 euro alla fine è  più che raddoppiato con la spesa di 6.000.000 di euro.

E’ del giugno scorso l’affidamento della gestione alla Cooperativa Sociale il Cigno
che ha provveduto ad attrezzare la struttura e che pagherà un affitto annuo di circa 160.000 euro.

In questa lunga storia, a lavori in corso ,c’è stata perfino una finta inaugurazione  della Casa Protetta, senza luce, riscaldamento e scarichi fognari, avvenuta  nel maggio 2011 a ridosso della campagna elettorale , che sarebbe piaciuta al Gabibbo.
 
Per accelerare o riprendere i lavori della ristrutturazione di questo casa, ho  incalzato, dal 2006 al 2014, due Sindaci e due  Amministrazioni Comunali con interrogazioni e  mozioni.

L’ultima mozione  del 3.10.2013, discussa in Consiglio un anno dopo nel settembre 2014, che chiedeva al Sindaco Gnassi di fare trasparenza sui ritardi, le inefficienze, i mancati controlli, con una Commissione di inchiesta, visti i 6 milioni di soldi pubblici spesi e i 15 anni trascorsi, è stata respinta, senza motivazioni, dai Consiglieri di maggioranza del PD e di FDS.     

Eppure continuiamo ad essere gli ultimi in Regione, per posti letto degli anziani non autosufficienti nelle case protette e nelle RSA della nostra Provincia, non rispettiamo il previsto parametro regionale del 3% anziani sopra i 75 anni, ai posti letto mancanti provvediamo,  solo in  parte, con un utilizzo improprio delle casette di via Ovidio dell’Ospedale Infermi.

Ricordo, al riguardo, anche l’occasione perduta di destinare la Casa di Cura dismessa Villa Assunta Contarini, sita nel Centro Storico, a Residenza Sanitaria Anziani, come chiedevo invano, venduta invece con lo scopo di realizzare appartamenti.  


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Gli asili nido del privato sociale colpiti non solo dalla crisi economica ma anche dalla Giunta Gnassi.
   

21/01/2015

La crisi economica, la disoccupazione con gli effetti sui redditi famigliari, senza dimenticare la crisi valoriale della famiglia e il calo delle nascite degli italiani, compensate dagli stranieri  ( nel 2050 gli stranieri saranno la maggioranza in Italia), hanno avuto come conseguenza la diminuzione della domanda del  26% nelle iscrizioni degli  asili nido e sono scomparse le liste di attesa.

I più colpiti da questa situazione, come ha riconosciuto lo stesso Assessore Lisi, sono stati i nidi del privato sociale che a causa anche degli elevati costi sono stati costretti  a ridurre il numero delle sezioni, trasformarle in sezioni per la scuola d’infanzia, o anche chiudere le strutture.

L’effetto, non è stato il potenziamento ma l’indebolimento del  sistema pubblico -privato che consentiva l’ampliamento dell’offerta formativa dei bambini fino a tre anni.

Teniamo presente che la retta pagata dalle famiglie per un bambino in un nido privato raggiunge i 600 euro mensili, a copertura dell’intero costo, rispetto alla tariffa media di 200  euro pagata negli asili nido comunali con un costo  quasi doppio di 1.100 euro al mese.

Una marcia all’indietro incominciata con l’insediamento del Sindaco Gnassi che nel 2011 non volle rinnovare la Convenzione con gli asili nido del privato sociale per 160 bambini con un contributo mensile medio di 200 euro, avallata, purtroppo anche  ieri sera dal Vice Sindaco - Assessore Lisi quando ha affermato “ non arretriamo dal 50,60%  della gestione diretta degli Asili Comunali”.

Altro che Welfare di Comunità integrato pubblico privato, di cui la Giunta si riempie la bocca
, quando il privato sociale a Rimini ricopre  il 24% , mentre a Reggio Emilia gli asili privati pareggiano con quelli comunali.  

La conferma è stato il dibattito consigliare di ieri dove dinnanzi alla ventilata ipotesi della chiusura di un  Sezione dell’Asilo Nido Isola Blu di Viserbella, causa la difficoltà di occupare tutti i posti, per l’orario ridotto 8-14, senza il tempo pieno 8-16 richiesto dalle famiglie e la mancanza di certi servizi ( dormitorio) conformi agli standard regionali.

L ’Assessore Lisi a fronte della preoccupazione di garantire un servizio educativo sul territorio non ha certo  prospettato di valorizzare l’offerta dei 4 nidi privati  presenti in zona, Babylandia , Torre dei Colori, il Nido, il Piccolo Principe.

Lo stesso dicasi per l’affidamento all’ASP Casa Valloni  della gestione degli Asili Bruco Verde e Cerchio Magico in scadenza nel 2017 che di fronte alla richiesta di chiarimenti sulle ipotesi di proroga o esternalizzazione, è rimasto senza risposta tra reticenze e contraddizioni.

Più che le preoccupazioni di offrire un servizio educativo di qualità sul territorio per soddisfare appieno le esigenze dei bambini e delle famiglie, alla fine  sono prevalse le ragioni ideologiche e i problemi di tenuta della maggioranza .

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