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La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Il Consiglio Comunale ha approvato la mia mozione per contrastare la chiusura delle edicole.
   

 15.03.2019

Infatti,  le edicole addette alla vendita di giornali e riviste sono sempre più in difficoltà economiche per il crollo nelle vendite a cui fa seguito la continua chiusura di queste attività in tutta Italia.

Anche a Rimini, questo problema si è manifestato negli ultimi mesi con la cessazione di 4 edicole collocate in Piazza Tre Martiri,  Via della Fiera,  Ponte dei Mille,  Viale Vespucci ed altre chiusure sono annunciate .

Le cause sono diverse: la crisi dell’editoria, il calo delle vendite per la ridotta capacità d’acquisto e la concorrenza del web,  la liberalizzazione dei punti di distribuzione dei giornali che hanno visto aumentare i costi ma non le vendite.

Poi ci sono le tasse troppo alte sui “chioschi” costretti a pagare un canone elevato per l’occupazione del suolo pubblico (COSAP ), l’IMU e la TARI .

Nel Comune di Rimini l’occupazione del suolo pubblico dalle edicole comporta un canone di 200 euro al mq., con un costo per un chiosco di 10 mq. di 2.000 euro l’anno fino ai 6.000 euro l’anno per un chiosco di 30 mq.  

Il reddito netto medio derivante della gestione di una edicola che impegna almeno due persone è di circa 1.000 euro mensili, con un costo di avvio attività che si aggira sui 40-50.000 euro.  

Con la chiusura delle edicole viene meno il lavoro e il reddito di una famiglia, solitamente impegnata in questa attività.

La Mozione impegna il Sindaco e la Giunta:

1)     a dimezzare il canone di occupazione del suolo pubblico per le edicole e  comunque a diminuire il canone in misura progressiva  all’aumento dei mq. di suolo pubblico occupato;

2)    Ad ampliare, oltre ai giornali e riviste, la tabella merceologica degli articoli in vendita, dei servizi erogati dalle edicole (come l’ informazione turistica), favorendo l’ampliamento dei chioschi con la riduzione del canone di occupazione del suolo pubblico;

3)    Ad incontrare i rappresentanti di categoria delle edicole per studiare e adottare le misure per fare fronte alle difficoltà e consentire la presenza delle edicole sul territorio.

Con la chiusura delle edicole viene meno il servizio di informazione sul territorio, un punto di incontro e di relazione sociale.  


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La mia proposta per il recupero dell’ex Convento di San Francesco. L’Amministrazione Comunale “non ha un pensiero” per rimuovere le rovine e il degrado !
   

 

12.3.20109

Si è discussa ieri mattina in Commissione Consigliare la mia Mozione per il “recupero dell’ex Convento di San Francesco e l’ampliamento della Biblioteca Gambalunga” .

Dopo 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale permangono ancora le rovine dell’ex Convento di San Francesco in Via Novembre, distrutto dai bombardamenti, di fianco al Tempio Malatestiano.

Ho ricordato l’importanza storica del Convento di San Francesco risalente al 1257, dove   si insediò nel 1400 la prima Biblioteca pubblica d’Italia per volontà della famiglia Malatesta, da Carlo a Sigismondo, che la arricchirino di moltisssimi volumi come testimonia Roberto Valturio.

La Biblioteca dei Francescani e Malatesti (1400) era la più antica Biblioteca pubblica d’Italia, a cui seguirono dopo due secoli l’Ambrosiana di Milano (1609), l’Angelica di Roma (1614) e la Gambalunga di Rimini (1619).

Nel 2006 era stato approvato il recupero filologico dell’ex Convento con destinazione a Biblioteca dell’Università, progetto poi abbandonato e  perseguito nell’ambito della ricostruzione dell’ex Palazzo Lettimi insieme agli alloggi per studenti.

Dinnanzi alla reiterata necessità di nuovi spazi della Biblioteca Gambalunga, ho chiesto di riprendere il progetto di recupero dell’ex Convento di San Francesco con una superficie di mq.2.260 vicino alla Biblioteca Gambalunga.   

Dell’originario Convento di San Francesco rimane il lato verso il mare con una parte del piano terra e del  1° piano.

Mentre la parte del Convento di proprietà della Curia Vescovile è stata ricostruita negli anni ‘70, la restante parte di proprietà del Comune, per insipienza delle nostre Amministrazioni Comunali, è rimasta un rudere con i resti archeologici nascosti tra le erbacce e i topi dietro il muro di Via IV Novembre .

Al riguardo, ho chiesto un sopralluogo dei Consiglieri Comunali affinchè si rendano conto della situazione.

Purtroppo, per il recupero dell’ex Convento di San Francesco,    gli Assessori ai Lavori Pubblici ( Sadegholvaad ) e alla Cultura ( Piscaglia)  hanno dichiarato in Commissione che l’Amministrazione Comunale “non ha un pensiero sul che fare “, al di là del taglio delle erbacce!

A maggior ragione, nella continuità, sostengo la mia proposta di ridare vita alla prima Biblioteca pubblica d’Italia, una particolarità per Rimini , o di ricreare quegli stupendi spazi espositivi, che avevano ospitato negli anni 30, la Pinacoteca e il Museo Archeologico.

Altrimenti, con l’Amministrazione Comunale “ che non ha un pensiero “   non si rimuoveranno per altri decenni le rovine  e il degrado di fianco al Tempio Malatestiano.

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Sgomberare dagli occupanti l’ex albergo Aurum di Viserba per ristabilire la legalità ed eliminare il degrado.
   

 1.3.2019

Nel pieno centro di Viserba, sul lungomare di Via dati 134/A, permane da anni il degrado dell’ex albergo Aurum, un immobile fatiscente di 4 piani che continua ad essere occupato da decine di africani, dai 10/15 attuali agli 70/80 nei mesi estivi.

L’Abergo Aurum, secondo lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Rimini, ha cessato l’attività ricettiva il 30.12.2003.

L’Ausl-Dipartimento Sanità pubblica di Rimini, a seguito di un sopralluogo nell’ex albergo il 15.12.2016  insieme ai Carabinieri, aveva evidenziato  :

una situazione di grave degrado igienico sanitario in tutta la struttura ( sporco diffuso, insetti striscianti, rifiuti ingombranti, intonaci cadenti ecc. ) che inibisce le condizioni di abitabilità degli ambienti, tale da costituire un pericolo di danno grave e imminente per gli occupanti e per la salute pubblica”;

e proposto, alla luce delle condizioni riscontrate, l’emissione di un provvedimento finalizzato allo sgombero dell’immobile”.

Il Sindaco con Ordinanza contingibile ed urgente notificata alla proprietà, il 13.1.2017, chiedeva di procedere allo sgombero entro 20 giorni di tutti gli occupanti dell’ex struttura ricettiva.

Dopo due mesi, il proprietario per l’inottemperanza della Ordinanza Sindacale, ai sensi dell’art.650 del c.p. veniva denunciato,   anche se  ragionevolmente,  era impossibile ad  un privato  sgomberare il suo  immobile  da decine di occupanti.

Sono, però, trascorsi altri due anni, senza applicare il dispositivo dell’Ordinanza Sindacale che demandava :

al Comando di Polizia Municipale, in caso di inottemperanza, di concordare con l’Ufficio Igiene e Sanità le procedure necessarie per promuovere l’esecuzione coattiva ed in particolare la richiesta di intervento della Forza Pubblica per consentire l’accesso all’immobile”.

Le giustificazioni , secondo la risposta dell’Ass. Jamil Sadegholvaad alla mia interrogazioni consigliare di ieri sera, sarebbero gli eventuali problemi di ordine pubblico sollevati  nel Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza.

Il Comune dovrebbe trovare una sistemazione logistica alternativa agli occupanti prima di effettuare lo sgombero.

E’ incomprensibile questa condizione o richiesta posta al Comune , o diritto degli occupanti , quasi tutti venditori abusivi.

Pertanto, ho chiesto all’Amministrazione Comunale di riportare sul tavolo della Prefettura lurgenza dello sgombero degli occupanti dell’ex Hotel Aurum, ( ora solo una decina)  per ristabilire dopo anni la legalità ed eliminare il degrado d’immagine e igienico sanitario nel centro turistico di Viserba.

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Giorno del Ricordo : una corona di alloro per il Giardino Vittime delle Foibe. Il Vice Sindaco Lisi condivide.
   

 8.02.2019

Domenica prossima, 10 Febbraio, si commemora il “ Giorno del Ricordo in memoria delle Vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata”, nell’anniversario del vergognoso Trattato di Pace (10.2.1947) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume, e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono 350.000 italiani.

La Legge votata dal Parlamento il 30.3.2004 che istituisce il Giorno del Ricordo prevede iniziative da parte delle Istituzioni e nelle scuole per fare conoscere dopo 60 anni di silenzio, di negazionismo, di giustificazionismo, questa pagina tragica della nostra storia nazionale.

La verità nascosta sugli eccidi di circa 12.000 italiani tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1947 attuati dai partigiani comunisti del maresciallo  Tito per eliminare  tutti coloro che si potevano opporre al disegno di annessione di quelle terre italiane alla Yugoslavia.

Le migliaia di italiani, colpevoli solo di essere tali, gettati nelle Foibe che da naturali inghiottitoi carsici si trasformarono in profonde fosse comuni.

L’Amministrazione Comunale tiene la commemorazione ufficiale del Giorno del Ricordo alla “ Biblioteca di Pietra” sul Molo di Rimini ma non ha mai deposto una corona d’alloro sulla targa del Giardino intitolato alle Vittime delle Foibe.

E’ stato sempre ignorato il Giardino Vittime delle Foibe, l’area verde dell’ex Piazzale Carso, contigua idealmente e territorialmente a Viale Trieste, Via Monfalcone, Via Pola, Via Fiume, Via Nazario Sauro, l’Eroe Medaglia d’Oro, Martire di Capodistria, la cui intitolazione fu approvata dal Consiglio Comunale il 25.11.2004, con l’ODG presentato dal sottoscritto.  

Per rispetto verso le Vittime delle Foibe, ho chiesto ieri sera con una interrogazione consigliare all’Amministrazione Comunale di deporre una corona di alloro sulla targa del Giardino Vittime delle Foibe che non può essere considerato un semplice segnale della toponomastica.

E’ un dovere morale della Amministrazione Comunale, a nome della Città di Rimini, onorare, senza riserve, le migliaia di italiani Martiri delle Foibe, per troppo tempo dimenticati

Apprezzo la risposta del Vice Sindaco Lisi che si è dichiarata completamente d’accordo.  

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Il Comune acquisti la Nuova Questura per “sbloccare la situazione” e realizzare la Cittadella della Sicurezza.
   

 30.01.2019

Dopo le dichiarazioni di Guerrino Mosconi ex liquidatore fallimentare della Nuova Questura  “se il Comune l’avesse acquistata, oggi la Polizia potrebbe già essere li”, ritengo utile rendere note le mie proposte in merito di Consigliere Comunale, allora  dopo  l’ultimazione dell’immobile e oggi.   

A cominciare dalla interrogazione del 13.5.2004 trasformata in Mozione discussa nel Consiglio Comunale del 22.7.2004 , respinta dalla maggioranza (DS, Margherita, Udeur, astenuto Lugaresi, a favore AN-FI) che all’Amministrazione Comunale chiedeva  testualmente di:

1)  “ valutare la prospettiva dell’eventuale esproprio per pubblica utilità dell’intero immobile realizzato , il cui valore accertato poteva essere pagato con la stipula di un apposito mutuo, le cui rate verranno sostenute mediante gli introiti derivanti dal canone di locazione”.

2)   “ accertare tramite appositi periti il costo effettivo sostenuto per la realizzazione dell’immobile in oggetto al fine di poter valutare una equa remunerazione del capitale investito e intervenire nella definizione della vertenza in atto che ha come oggetto proprio l’ammontare del canone di locazione ,tenuto conto che per immobili  con tale destinazione  il saggio medio di redditività corrisponde al 6,50%;”

3) “procedere, da subito, alla presa in possesso dell’intera struttura tramite l’occupazione d’urgenza della stessa, per il preminente interesse pubblico volto ad assicurare una idonea sistemazione alla Questura ed alle necessità intrinseche correlate al potenziamento estivo delle forze di Polizia di imminente arrivo a Rimini”    

L’intera operazione, dalla  approvazione il 5.8.98 del Piano Integrato di Intervento, alla Variante al PRG sull’intera area destinata a verde, alla stipula della  Convenzione attuativa il 23.4.99 tra Comune e  Dama Srl, la società privata realizzatrice, era stata giustificata solo al fine di poter conseguire un interesse pubblico rappresentato dalla costruzione della nuova sede della Questura e della Polizia Stradale  per una superficie utile di mq.23.732.

Proprio in funzione di questo interesse pubblico era stata concessa alla DAMA Srl la possibilità di edificare n.5 palazzine a destinazione residenziale (tot.Su mq.3.800) e un fabbricato a destinazione mista direzionale/ commerciale ( Su mq.11.000 ).

E’ noto a tutti che l’immobile costruito in tre anni dal 2000 al 2003 con la destinazione ad uso pubblico (Questura)  approvata in origine  non è  stato consegnato al Ministero dell’Interno   per il mancato accordo sul canone di locazione di oltre 3.600.000 euro annui .

Da rilevare, peraltro,  secondo lo stesso Ufficio Legale del Comune, che    nella  Convenzione sottoscritta tra Comune e la DAMA Srl  quanto scritto nelle premesse , ”lo scopo della presente convenzione è quello di regolamentare, fra l’altro, tempi e modalità di realizzazione dell’opera pubblica e della sua effettiva destinazione alle finalità istituzionali indicate “  poi non è stato ripreso dall’articolato della Convenzione.

E’ incredibile, ma l’Amministrazione Comunale non ha previsto nella Convenzione i  tempi e le modalità dell’effettiva destinazione della sede della Questura.

Al Comune è rimasto solo intimare alla Soc.Dama di  dare effettiva destinazione all’opera pubblica entro 120 gg. e   revocare le previsioni edificatorie di 14.800 mq tra a residenziale, commerciale , direzionale.

Il resto è la storia che dura da quindici anni,  di immobilismo, latitanza, omissioni, ritardi, responsabilità del privato e del pubblico, tra Amministrazione Comunale e Governi di tutti i colori, di passerelle  dei Ministri degli Interni e di annunci, come quello folle del pre Bando di costruire un’altra Questura su un terreno della Fiera.

In quanto al tanto enfatizzato Patto della Sicurezza sottoscritto il 15 Dicembre 2017 dal Ministro Minnitti, insieme al prefetto, Questore, Sindaci della Provincia, come era possibile prevedere di realizzare finalmente la Cittadella della Sicurezza entro il 2020 ( il prossimo anno !), invocando l’INAIL per l’acquisto dell’immobile da ristrutturare senza neanche sapere che questo Istituto, per rispetto del proprio Statuto,  in quelle condizioni non poteva farlo  e senza avere una alternativa.  

Così, come si poteva annunciare il trasferimento temporaneo della Questura in Piazzale Bornaccini senza neanche considerare la durata del contratto di locazione dell’immobile che sarebbe stata richiesta dalla proprietà per ammortizzare gli alti costi di ristrutturazione che ammonterebbero a  600-000 euro .

Invece di continuare nel rimpallo delle responsabilità  e della provvisorietà chiedo al Sindaco Gnassi se non sia  opportuno una riflessione della Amministrazione Comunale su una offerta di acquisto da presentare al Tribunale per il complesso immobiliare di via Ugo Bassi e di tutta l’area circostante, da ristrutturare, essendo costruito nonostante tutto con le caratteristiche e finalità per una idonea e definitiva sistemazione della Cittadella della Sicurezza, e da cedere in locazione al Ministero degli Interni con un accordo preliminare in mano, per rimborsare con l’affitto l’impegno finanziario .  

Come nel 2004, dopo la bocciatura dell’esproprio di pubblica utilità,  non vedo altre proposte praticabili per sbloccare la situazione e conseguire  quell’interesse pubblico mancato fino ad oggi.
                                                                       

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Rotatoria pericolosa e attraversamento impraticabile per i disabili tra Corso Giovanni XXIII -Via Roma .
   

 24.01.2019

La rotatoria “sperimentale” all’incrocio Corso Giovanni XXIII-Via Dei Mille-Via Roma  realizzata nel 2014 con una spesa di 21.000 euro si trova in condizioni precarie.

I cordoli in gomma di colore giallo delimitanti l’entrata e l’uscita della rotatoria risultano divelti in continuazione dalle auto e in particolare dagli autobus.

I marciapiedi in selci agli angoli della Via Roma di accesso all’attraversamento pedonale sono sconnessi, stretti, tortuosi per i pedoni e impraticabili per le carrozzelle dei disabili senza rispetto della normativa di abbattimento delle barriere architettoniche.

Le catenelle dei fittoni, angolo Via Roma-Corso Giovanni XXIII, lato centro storico, sono state strappate per consentire alle carrozzelle dei disabili l’attraversamento dell’incrocio.   

 E’ stata installata una “selva” di 22 pali della segnaletica verticale agli angoli dell’incrocio.

Gli autoveicoli sull’asse Via Roma-Via Dei Mille transitano nell’incrocio ad alta velocità, all’insegna del “ fila dritto” senza rispettare il “ dare  la precedenza” previsto nella rotatoria.

Ricordato che l’Amministrazione Comunale realizzò l’intervento nel 2014 considerandolo “ sperimentale e temporaneo”  in attesa di eseguirlo in maniera definitiva “ solo a conclusione della sperimentazione”, ho chiesto con l’interrogazione consigliare di giovedì scorso i seguenti interventi :

1)L’eliminazione dei cordoli di gomma assurdi che hanno ristretto ancora di più l’area di quella che non è “rotatoria” ma una semplice “coppa rotatoria” e ridotto gli spazi di manovra agli autoveicoli;

2)Il rifacimento e allargamento dei marciapiedi in selci agli angoli di Via Roma -Corso Giovanni XXIII sconnessi e stretti da decenni per renderli agevoli ai pedoni e praticabili ai disabili nell’attraversamento pedonale dell’incrocio  con  rispetto della normativa di abbattimento delle barriere architettoniche;

3)La realizzazione dei “dossi” di rallentamento prima degli attraversamenti pedonali dell’incrocio, in particolare sulla Via Roma e Via dei Mille, per limitare la velocità dei veicoli e prevenire gli incidenti;

4)La riduzione dei 22 pali della segnaletica verticale per l’attraversamento veicolare e pedonale dell’incrocio.

Ritengo necessario risolvere i problemi evidenziati dell’incrocio di Corso Giovanni XXIII che è una delle poche possibilità di percorrenza pedonale a marina -centro storico e viceversa e veicolare mare -monte   con la Via Roma-Via Dei Mille su cui transitano 20.000 veicoli al giorno che sta diventando la nuova Circonvallazione di attraversamento della città con l’aumento del traffico e dell’inquinamento ambientale.

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Bilancio del Comune : nel Piano degli Investimenti zero risorse e niente programmi per l’Anfiteatro romano e per l’ex Convento di San Francesco!
   

 22.12.2018

Nel Bilancio di Previsione del Comune di Rimini, approvato giovedi sera,  comprendente il Piano Programma degli Investimenti 2018-2020,  ho evidenziato nel silenzio generale la mancanza di qualsiasi programma sul trasferimento dell’Asilo Svizzero per la riscoperta dell’Anfiteatro romano e per il recupero  dell’ex Convento di San Francesco.

Anfiteatro romano.
Dopo la bocciatura il 18.2.2016 da parte del Sindaco Gnassi e della sua maggioranza della mia Mozione
che chiedeva di individuare l’area, di programmare i tempi di attuazione, di individuare il reperimento delle risorse finanziare per il trasferimento dell’Asilo Svizzero, ora, l’Amministrazione Comunale dinnanzi agli accertamenti dei padiglioni CEIS realizzati senza titolo, non potrà più defilarsi ma dovrà assumere  le proprie responsabilità e i relativi provvedimenti.

Finalmente si intravedono i risultati della mia venticinquennale battaglia consigliare per la liberazione e valorizzazione dell’Anfiteatro romano, su un’area demaniale e di interesse archeologico tutelata da vincoli fin dal 1913-14.

Una battaglia iniziata nel 1994 quando l’Anfiteatro era sconosciuto persino ai Consiglieri Comunali, con la prima interrogazione al Sindaco Chicchi per realizzare il percorso pedonale di accessibilità  all’Anfiteatro, proseguita con le interrogazioni al Sindaco Ravaioli per la rimozione dell’autolavaggio e del Distributore Esso antistanti. Ricordo la mozione approvata all’unanimità per la “ripresa della campagna di scavi  archeologici e per riportare alla luce la parte interrata dell’Anfiteatro romano”, rimasta senza seguito.  

Non regge più la contraddizione tra la difesa ad oltranza del ruolo pedagogico del CEIS in contrasto con la riscoperta di un Bene culturale dell’importanza storica dell’Anfiteatro romano.

Non è più possibile giustificare o legittimare le sovrastanti costruzioni ”provvisorie” da 70 anni e realizzate addirittura in cemento armato.
 
Ex Convento di San Francesco
Dopo l’interrogazione del 8 Febbraio scorso e la mozione in attesa di discussione, ho rinnovato la necessità del recupero dell’ex Convento di San Francesco,   dopo 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, che presenta ancora le rovine dei bombardamenti, in pieno centro storico, di fianco al Tempio Malatestiano.

A parte l’immagine di abbandono e degrado nel cuore del Centro Storico, è un’opportunità per la città, scoprire e valorizzare la storia del Convento di San Francesco risalente al 1257,  nel quale si insediò nel 1400 la prima Biblioteca pubblica d’Italia, per volontà della Famiglia Malatesta, da Carlo a Sigismondo, che  la arricchirono con moltissimi volumi, come testimonia Roberto Valturio.  

Va sottolineato che la Biblioteca dei Francescani e Malatesta (1400)   è la più antica Biblioteca pubblica d’Italia, a cui seguono l’.Ambrosiana di Milano (1609), l’Angelica di Roma(1614) e la Gambalunga di Rimini (1619).

Nel Convento di San Francesco, negli anni ’30, si inaugurarono  il Museo Archeologico e la Pinacoteca.

Dell’originario Convento francescano rimane la parte verso il mare, una parte del piano terra e al 1° piano il corridoio centrale e una doppia fila di celle ai lati.

Mentre la parte del Convento di proprietà della Curia è stata ricostruita negli anni 70, la restante parte di proprietà comunale è rimasta un rudere.

Nel 2006 era stata approvata una variante urbanistica per il recupero filologico dell’Ex Convento con destinazione a Biblioteca dell’Università, progetto poi abbandonato e perseguito nell’ambito della ricostruzione dell’ex Palazzo Lettimi.
 
Dinnanzi alla necessità di spazi della Biblioteca Gambalunga ho proposto di riprendere il progetto di recupero dell’ex Convento di San Francesco,  vicino e funzionale, con una superficie di mq.2260.

Con un intervento di restauro e ripristino tipologico si può ridare vita a quella che era la prima Biblioteca pubblica d’Italia, riqualificando un altro importante luogo della storia della città.    
                                                                       

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Dopo 7 anni dalla Convenzione è urgente la realizzazione del Parcheggio “Scarpettti”!.
   

 7.12.2018

L’inaugurazione del Teatro e i lavori di riqualificazione attorno a Castelsismondo e in Piazza Malatesta hanno ridotto di 450 i posti auto,  nei parcheggi di Piazza Malatesta (280), Rocca (80), Campone (90).

La Convenzione stipulata il 26.5.2011 tra il Comune di Rimini e la Parking Gest Srl prevedeva la realizzazione con la procedura del Project Financing su aree di proprietà comunale del Parcheggio di Via Italo Flori e del Parcheggio multipiano nell’area Scarpetti.

Il Parcheggio “Flori” è stato inaugurato nel febbraio 2014 con 245 posti auto (+72 rispetto ai precedenti 173) e con 109 box auto interrati da vendere ai privati.

Il Parcheggio multipiano “ Scarpetti”, ridotto nel 2013 da Arpa con la eliminazione dei due piani interrati a piano terra e primo piano,  di 433 posti auto (+ 146 rispetto ai 287 attuali) e 84 posti auto da vendere ai privati, dopo 7 anni  dalla firma della  Convenzione, non è ancora stato realizzato per la “controversia” in corso tra l’Amministrazione Comunale e la Parking Gest.

La causa è la mancata applicazione da parte del Comune, entro due anni dalla firma della Convenzione, del Piano della Sosta sulle strade adiacenti con i parcheggi a pagamento e i parcheggi agevolati per i residenti e titolari di attività economica della zona.

Una conseguenza della mancata “regolamentazione della sosta”, sarebbe il mancato versamento al Comune per rimborso spese e penali di circa 400.000 euro da parte del Concessionario per il danno economico subito dal funzionamento del Parcheggio “Flori” .

Difronte alla avvenuta riduzione di 450 posti auto nei Parcheggi di Piazza Malatesta e attorno a Castelsismondo, ieri sera con una interrogazione consigliare, ho chiesto di risolvere urgentemente la “controversia” tra  il Comune e la Parking Gest per realizzare il parcheggio  Scarpetti, “strategico” come collocazione insieme al “Flori”, per l’ingresso su Piazza Malatesta dalla Circonvallazione Occidentale.

Inoltre, è necessario che l’Amministrazione Comunale sottoponga alla approvazione del Consiglio Comunale il Piano della Sosta aggiornato rispetto a quello del 2009, per considerare particolarmente l’accessibilità al Centro Storico e consentire la sopravvivenza delle attività economiche in difficile competizione con gli iper proprio per la mancanza delle aree di sosta.

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Ho riproposto l’intitolazione del Campone di Castelsismondo al poeta Ezra Pound!
   

 5.12.2018

Nella Commissione Consiliare di questa mattina con l’esame delle aree da denominare, indicate dalla Commissione Toponomastica, ho rinnovato la mia proposta del 2015 di intitolare al Poeta Ezra Pound il Campone di Castel Sismondo che sarà prossimamente  destinato a verde con la riscoperta parziale del fossato.

Ritengo sia un atto di riconoscenza  della città verso Ezra Pound per il suo profondo rapporto culturale ed affettivo con Rimini quale ammiratore e studioso di Sigismondo Malatesta.

Pound, nato nel 1885 negli Stati Uniti, viene a Rimini, la prima volta, il 15 Maggio 1922 per approfondire la conoscenza storica di Sigismondo Malatesta, signore, condottiero e mecenate che chiama a Rimini i migliori artisti dell’epoca.

Rimane folgorato dal Tempio Malatestiano, in cui ammira la compenetrazione tra l’estetica cristiana e pagana.

Ritorna a Rimini il 23 Marzo 1923 per ulteriori ricerche bibliografiche sulla figura di Sigismondo Malatesta, le imprese militari, la vita di corte, gli amori, i complotti, i trionfi, le sconfitte, che diventeranno i riferimenti per i quattro Canti Malatestiani, l’VIII°,IX°,X°,XI°, dedicati al condottiero riminese.    

E’ sconvolto il 29 Gennaio 1944, quando le bombe distruggono il Tempio di Sigismondo, “letto arcano della divina Ixotta”, tanto da scagliarsi con una invettiva biblica contro i conterranei ”barbari” e compone l’ode a Guido Cavalcanti “sul sacrificio dell’eroina di Rimini”  che muore trascinando gli inglesi in un campo minato (Canti Pisani LXXII-LXXIV).


Per i suoi 120 radio discorsi tenuti tra il 21 Gennaio 1941 e il 25 Luglio 1943 per il programma “American Hour” di Radio Roma indirizzato agli ascoltatori di lingua Inglese, Pound fu imprigionato senza processo per 12 anni nel manicomio criminale di Saint Elizabeths (USA) fino al ritiro dell’accusa di alto tradimento della Corte Suprema e alla liberazione nel 1958.  

Le ricerche storiche nelle Biblioteche di Rimini, di Cesena e le visite nell’entroterra di Ezra Pound hanno “generato” 700 pagine di note e centinaia di riferimenti storici a personaggi ed eventi dell’epoca malatestiana che hanno reso possibile la conoscenza internazionale di Sigismondo Malatesta, del Tempio Malatestiano, delle terre malatestiane.   

Questa diffusa informazione, nella Rimini distrutta per il 90% dai bombardamenti, consentirà di ricostruire, subito, pietra su pietra, il Tempio Malatestiano con i 65.000 dollari della Fondazione americana Samuel Kress e il fattivo interessamento dello storico e critico d’arte Bernard Berenson.

Ezra Pound ritorna a Rimini nel “suo” Tempio ricostruito l’11 Settembre 1963 accompagnato dalla musicologa Olga Rudge per assistere alla inaugurazione della 14ma Sagra Malatestiana, salutato dal concittadino Luigi Pasquini, pittore e scrittore, con cui intratteneva una corrispondenza dal 1938.

Pound è il grande poeta del 900 con i CANTOS, la Divina Commedia per il nostro tempo, sostenitore dell’economia fondata sul lavoro e non sulla speculazione finanziaria, per il ruolo svolto nella letteratura con la scoperta di Eliot, Joyce, Hemingway, e con le correnti culturali dell’Imagismo e Vorticismo.

L’intitolazione a Pound del Campone di Castelsismondo,  che ho chiesto all’Ass.Montini, competente per la toponomastica, di portare in Giunta,   significherà un valore culturale aggiunto per Rimini.


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Ancora da restaurare e valorizzare la statua di Giulio Cesare.
   

30-11.2018

Perdura lo stato di abbandono della statua di Giulio Cesare all’angolo di Piazza Tre Martiri –Corso d’Augusto, con le lamiere del basamento in rame completamente staccate e tenute insieme con pezzi di “scotch” sullo sfondo del bancomat di Unicredit e delle biciclette di contorno.

La statua fu collocata e inaugurata il 10 settembre del 1933 nel sito sottostante la Torre dell’Orologio di Piazza Giulio Cesare, dove rimase per 12 anni fino al 20 Giugno 1945 quando fu rimossa e sepolta nel greto del fiume Marecchia, e dopo 50 anni di peripezie riportata nella Piazza dove ora si trova.

Nonostante la discussione consigliare avvenuta un anno fa (30.11.2017) della Mozione presentata dal sottoscritto per la valorizzazione della statua non vi è stato alcun intervento della Amministrazione Comunale al riguardo.

Pertanto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera,  ho sollecitato l’Amministrazione Comunale a :

1)    restaurare urgentemente il basamento di bronzo della statua di Giulio Cesare con le lamiere di bronzo distaccate che costituiscono anche un pericolo, per eliminare i ridicoli  e vistosi rattoppi con lo “ scotch”;

2)    “liberare” la statua di Giulio Cesare, ammirata e fotografata dai turisti, dallo sfondo del bancomat Unicredit e dalle biciclette di contorno;

3)    valorizzare la Statua di Giulio Cesare con la collocazione in un luogo più adeguato della Piazza, per evocare  che proprio qui, nell’allora Foro di Rimini, il 49 a.C., Giulio Cesare tenne il discorso ai suoi legionari, dopo aver varcato il Rubicone e pronunciato la storica frase “il dado è tratto” –alea iacta est” ( motto del gonfalone del Comune di Rimini  ) per marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero Romano;

4)    salvaguardare, inoltre, l’accessibilità e la visibilità dell’asola archeologica con la pavimentazione romana in Piazza Tre Martiri e in Via Novembre, dall’assedio irrispettoso delle biciclette e delle rastrelliere da collocare altrove e da incrementare.

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