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Dopo la sabbia, arriva l'escavatore sulle aiuole del lungomare!
21/03/2017
In questi giorni gli operai di Anthea stanno cercando di ripulire le aiuole del lungomare, in zona “Turquoise”, dai cumuli di sabbia trasportata dal vento.
Una operazione non facile, con l’impiego di un escavatore che dalle aiuole porta via tutto sabbia e piantine ornamentali, scardina il cordolo di travertino, mentre la sabbia sotto la siepe di pittosporo, si potrà togliere solo con le mani.
Come previsto, per il ripristino delle aiuole, non c’è solo la rimozione della sabbia ma sarà necessaria anche la ripiantumazione, con i relativi costi.
Ripeto, non ha senso, ogni volta che soffia il vento dal mare, che il Comune chiami gli operai di Anthea e continui a spendere i soldi dei cittadini per i lavori di ripulitura dei cumuli di sabbia che danneggiano soprattutto le aiuole del lungomare, non consentono il passaggio ai pedoni, alle carrozzelle dei disabili, ai ciclisti. Continuo, pertanto, a chiedere al Sindaco, dopo la mancata risposta alla mia interrogazione consigliare del 21.12.2015, di ripristinare le barriere o paratie di legno a ridosso della siepe di pittosporo, come avveniva pochi anni addietro, proprio per prevenire o impedire che la sabbia della spiaggia invada le aiuole, i marciapiedi, la pista ciclabile, il lungomare.
E’ la soluzione semplice per salvaguardare le nostre aiuole, certamente meno costosa e più congeniale dell’utilizzo di un escavatore.
Ponte di Tiberio: La maggioranza Gnassi respinge in Consiglio Comunale la mozione di Renzi di sistemazione idraulica del bacino del Ponte e persege il progetto assurdo "un mare lungo un miglio".
16/03/2017
Nell’ultimo consiglio Comunale del 23 febbraio scorso la Giuntae la maggioranza Gnassi hanno votato contro la mozione del sottoscritto avente ad oggetto “ Ponte di Tiberio: realizzazione del progetto di ripristino di un afflusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia al Ponte e annullamento del progetto della Giunta un mare lungo un miglio”.
La Mozione chiedeva al Sindaco e alla Giunta:
1) di dare seguito alla Mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 13.9.2012, con la realizzazione di un canale a deflusso naturale lungo il vecchio alveo, oggi Parco Marecchia, che convogliasse le acque dal Deviatore Marecchia fino al Bacino del Ponte di Tiberio, con una portata d’acqua necessaria per il ricambio idrico delle acque nell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale, attuando il progetto della Società Alpina Acque a disposizione della A.C. dal 2006;
2) di riconoscere che il progetto, denominato “ un mare lungo un miglio” ( approvato dalla Giunta il 22.12.2015, in contrasto con la volontà espressa dal Consiglio Comunale tre anni prima) che prevede lo scavo di un canale sinuoso dal bacino del Ponte di Tiberio al Deviatorecon l’acqua proveniente dal mare, a secco durante le basse maree, con il vincolo di rispetto dei pozzi acquedottistici e il rischio di contaminazione delle acque di falda dalle acque saline, al contrario, non consentirà la movimentazione e circolazione delle acque nel Bacino del Ponte di Tiberio e lungo il Porto ; 3) di non continuare a spendere inutilmente altri soldi pubblici nel progetto “ Un mare lungo un miglio”, con un costo di fattibilità stimato di 800.000 euro, dopo il fallimento progettuale e lo smantellamento della diga mobile costato una decina di miliardi di lire;
4) di riconoscere che l’eliminazione dello scorrimento dell’acqua dal fiume Marecchia ha snaturato l’ambiente del Ponte di Tiberio, i cui piloni sono immersi in un bacino di acqua stagnante, a cui poco possono le maree, e ridotto le acque del Porto Canale melmose e maleodoranti.
La Giunta Gnassi, respingendo la mozione, ha dimostrato di non volere ascoltare le ragioni e il buon senso di un progetto, che sosteniamo da 20 anni, (afflusso di acqua dal Marecchia per un ricambio idrico nell’invaso del Ponte e del Porto), per consentire la sistemazione idraulica e la rinaturalizzazione del Parco e del Ponte che per 2000 anni hanno visto scorrere le acque del Marecchia ma persegue l’ipotesi progettuale di un inutile, costoso, incompatibile, canale di mare, tipico della laguna.
In verità al Sindaco Gnassi non interessa la sistemazione idraulica del Parco, del Ponte e del Porto Canale, ma realizzare la piazza sull’acqua di fronte al bacino del Ponte, pavimentata, con palco per spettacoli, anche se poco compatibile con la funzione idraulica nel luogo di confluenza o di immissione delle acque di piena o no del fiume Marecchia.
E cosi, getta la discutibile (dal punto di vista storico, ambientale, idraulico) “passerella sull’acqua”, sopra la famigerata ex diga mobile, invece di rialzare e riqualificare le banchine, dal Ponte di Tiberio al Ponte della Resistenza, regolarmente sommerse dall’alta marea, che perpetuano da decenni il degrado ambientale.
Meglio gli interventi di facciata che risolvere i ventennali problemi.
L'Amministrazione Comunale ancora reticente e ambigua sulla spesa dei soldi pubblici per i trattamenti preferenziali (aree, case, appartamenti e altri benefici) ai nomadi.
13/03/2017
Dopo la partecipata sottoscrizione di sabato scorso, che ha raggiunto le 450 firme, alla Petizione “ No alla spesa del Comune di oltre 1 milione di euro per dare 10 case ai nomadi”, è doveroso rispondere con chiarezza ad alcuni consiglieri della maggioranza che tra ambiguità e contraddizioni cercano di giustificare la spesa dei soldi dei contribuenti riminesi per i nomadi.
E’ stata la Giunta Comunale con la delibera del 29.11.2016 che ha approvato di “dover individuare tra le 10-12 aree pubbliche, comprensive delle tre individuate” con la precedente Delibera del 28.7.2016 ( Via Maceri, Via Della Lontra, Via Islanda) per l’insediamento di una decina di nuclei famigliari di nomadi.
Le superfici delle aree non sono tutte di 200 mq., come affermato, ma variano da un minimo di 200 mq. per un nucleo di 2 persone, con 50 mq. in più a persona per i nuclei più grandi, fino a 450 mq. per nuclei di 6 persone.
Dalla Delibera di Giunta risultano 10 nuclei famigliari di nomadi interessati alle “microaree” : 5 da 6 componenti, 1 da 5 componenti, 3 da due componenti, 1 da 1 componente, con la conseguente prevista occupazione della superficie fondiaria totale di 3.500 mq. che viene ceduta in diritto di superficie ai nomadi (come è scritto nella Delibera), che quindi non resta di proprietà del Comune, come è stato detto.
Va considerato, innanzitutto, che le “microaree”, su terreni, secondo la classificazione urbanistica, agricoli, o a verde, in mezzo o adiacenti ai centri abitati, anche in diritto di superficie, hanno un valore maggiore di quello agricolo, stimabile almeno sui 30 euro al mq. che moltiplicato per il totale di 3.500 mq. ceduti gratuitamente dal Comune ai nomadi, comporta un mancato introito o danno al patrimonio del Comune di circa 105.000 euro.
Case ai Nomadi: Chi paga? Aspettiamo la risposta ufficiale del Sindaco.
04/03/2017
L’Amministrazione Comunali sull’operazione “casette ai nomadi” continua all’insegna della reticenza e della mancata trasparenza. Aspetto ancora la risposta ufficiale del Sindaco Gnassi o dell’Assessore ai Servizi Sociali e Vice Sindaco Lisi alla mia domanda posta nell’ultimo consiglio del 23 Febbraio scorso: ” se i costi delle case da installare sui terreni di proprietà comunale sono a carico del Comune o dei nomadi”.
Libero qualche Consigliere Comunale della maggioranza di affermare che “ le casette prefabbricate non le pagherà il Comune e di aumentare le ambiguità o la confusione “ le strutture saranno date in concessione alle famiglie nomadi, che dovranno pagare di tasca propria”. .
Per capire : il Comune può dare in concessione ( con possibilità di revoca) ai nomadi le casette prefabbricate solo se queste sono di sua proprietà, cioè realizzate e pagate dal Comune. Non si può parlare di concessione delle casette se queste sono di proprietà dei nomadi.
Dinnanzi al perdurare dei silenzi dell’Amministrazione Comunale, chi parla con chiarezza sono i nomadi Sinti, che dicono pubblicamente “ si alle microaree ma i prefabbricati li paghi il Comune” e il capo dei nomadi Rom che replica “ restiamo nel campo di Via Islanda se non danno le casette anche a noi”.
Alla luce delle incredibili rivendicazioni dei nomadi e al mutismo della Amministrazione Comunale, supportata dalla demagogia degli amici del coro, ribadiamo che il costo dell’operazione “ case per i nomadi “ è stato valutato concretamente dal sottoscritto per difetto di oltre 1 milione, in base alla delibera approvata dalla Giunta Comunale, e riferentesi alla urbanizzazione di soli 10 terreni di proprietà comunale con soprastanti casette, del costo medio di mercato di 60.000 euro,progettate e approvate dalla Giunta Comunale.
Il resto sono cortine fumogene sollevate da alcuni consiglieri di maggioranza che, purtroppo dimostrano di non conoscere neanche la delibera approvata dalla Giunta Comunale e i relativi allegati. Aspettiamo che il Sindaco, sempre loquace, dopo l’assenza in Consiglio Comunale risponda nel merito e faccia chiarezza. Se poi ritiene di ascoltare l’appello dei cittadini che da questa mattina, in fila, hanno incominciato a sottoscrivere la Petizione “ No alla spesa del Comune di oltre 1 milione di euro per dare 10 case ai nomadi” sarebbe anche per il Sindaco un responsabile ripensamento e il segnale che a Rimini “leggi e regole sono uguali per tutti”.
La Giunta Comunale di Rimini non può spendere oltre 1 milione di euro dei cittadini per dare 10 casette (vedi foto) ai nomadi!
25/02/17
A seguito della mia interrogazione di ieri sera sulle aree per i nomadi di Via Islanda, la risposta ottenuta dal Vice Sindaco e Assessore Lisi ha confermato quanto da me rilevato.
La spesa in conto capitale prevista nella Delibera di Giunta di 125.354,81 euro per opere di urbanizzazione primaria, allacciamenti e impianti, pavimenti, recinzioni, parcheggi, superamento barriere architettoniche, spese tecniche, riguarda solo tre aree e non tutte le 10-12 aree pubbliche previste dalla delibera integrativa della Giunta con la conseguenza che la spesa (per 10 aree) aumenta a 410 euro.
Restano poi i costi delle casette di legno, sui quali l’Assessore non mi ha risposto, da installare sui terreni di proprietà comunale da cedere ai nomadi, che non risultano contemplati nella spesa in conto capitale, ma che verranno quasi sicuramente sostenuti dal Comune.
Ebbene, secondo i costi medi di costruzione, le 10 casette di legno, di cui 5 per nuclei da 6 componenti, 1 per nucleo da 5 componenti, 3 per nuclei da 2 componenti,1 per nucleo da 1 componente, comportano una spesa media tra grandi e piccole di 60.000 euro circa, per una spesa totale da sostenere che si aggira sui 600.000 euro.
La spesa totale in conto capitale totale per l’insediamento dei nomadi di Via Islanda nelle 10-aree, aumenterà quindi vertiginosamente da 125.000 euro previsti in delibera a 1.000.000 di euro, senza alcun contributo regionale ma a carico solo del Comune e quindi delle tasche dei cittadini.
Il Sindaco assume un Dirigente Settore Tributi inutile e oneroso (80.000 euro l'anno) invece di potenziare l'Ufficio per il recupero dell'evasione Tari.
09/02/2017
L’Amministrazione Comunale ha indetto una pubblica selezione per la copertura di un posto di Dirigente del Settore Tributi a tempo determinato relativo alla durata residua del mandato amministrativo in corso salvo proroga e rinnovo.
L’avviso pubblico per la presentazione delle domande con allegato il curriculum dei candidati scade il prossimo 13 febbraio.
Una apposita Commissione verificherà i requisiti, valuterà i curricula, riserverà i colloqui ai 15 candidati con il punteggio più alto e selezionerà i primi 7 candidati con il giudizio di massima idoneità da ammettere al colloquio con il Sindaco.
Sarà, infatti, il Sindaco a scegliere con proprio atto motivato il candidato su base essenzialmente fiduciaria, senza alcuna graduatoria di merito comparativo.
Attualmente il Servizio dei Tributi comunali è affidato a due “Posizioni Organizzative” che sovraintendono, una alla gestione dell’IMU+Imposta di Soggiorno, l’altra alla TARI + Pubblicità e Affissioni, in staff con il Direttore Risorse Finanziarie che è il Dirigente Responsabile anche del Settore Tributi ;
Le due posizioni organizzative sono ricoperte da due persone titolari di laurea che svolgono da oltre un decennio queste attività con competenza ed esperienza.
Invece, della nomina di un altro Dirigente c’è l’esigenza del potenziamento dell’organico dell’Ufficio Tributi per fare fronte al grave problema degli insoluti della Tassa Rifiuti (TARI) di ben oltre 10.000.000 di euro, relativi agli ultimi 4 anni (2013-2014-2015-2016) che riguardano 9.000-10.000 contribuenti inadempienti, più della metà utenze non domestiche, che ricadono sui contribuenti che pagano.
Ricordo che per il recupero della suddetta evasione si è ricorso ad una Convenzione con la Società esterna Municipia Spa che emette gli accertamenti, trattenendosi il 19% sull’incassato, ma che resta sempre a carico dell’Ufficio Tari tutta la fase di controllo e di messa a ruolo delle migliaia di posizioni accertate.
Per questo presenterò nella seduta odierna del Consiglio Comunale una interrogazione al Sindaco per sostenere le seguenti ragioni : 1) E’ inutile la nomina di un Dirigente Responsabile del Settore Tributi visto che esistono e si sono dimostrate più che adeguate a gestire il settore tributi da oltre un decennio le due Posizioni Organizzative in staff con il Direttore Risorse Finanziarie che è il Dirigente Responsabile del Settore Tributi; 2) La nomina di un Dirigente Responsabile del Settore Tributi comporta un raddoppio dei costi di circa 80.000 euro l’anno rispetto alle due posizioni organizzative in essere la cui retribuzione è di 40.000 euro cadauna e che comunque verrebbero mantenute in pianta organica ; 3) Invece di spendere 80.000 euro per un Dirigente del Settore Tributi, ruolo già svolto dal Direttore Risorse finanziarie, è meglio utilizzare questi soldi per incrementare di 3/4 dipendenti l’organico dell’Ufficio per il recupero della evasione TARI; 4) Non solo, evitando il costo di questo altro Dirigente ( 80.000 euro annui) ed eliminando il compenso annuo alla Società esterna Municipia ( 150.000 euro circa nel 2016) è possibile addirittura costituire una struttura di 7-8 dipendenti addetti al recupero dell’evasione Tari ;
5) La nomina di un Dirigente Responsabile del Settore Tributi, potrebbe, inoltre, avere come risultato quello di demotivare le attuali Posizioni Organizzative e l’impegno profuso fino ad ora; 6) Infine, per la trasparenza della Pubblica Amministrazione, le assunzioni dei Dirigenti nel Comune di Rimini, anche quelle a tempo determinato, non devono essere fatte dal Sindaco in base a motivazioni essenzialmente fiduciarie, o politiche, ma devono avvenire tramite il Concorso Pubblico con prove scritte ed orali valutate da una Commissione a maggioranza di componenti esterni all’Amministrazione Comunale a garanzia dei candidati e a tutela della autorevolezza e professionalità dei Dirigenti .
Giorno del Ricordo: una corona di alloro della Città di Rimini per il Giardino Vittime delle Foibe dimenticato dall'Amministrazione Comunale
11/02/2016
Si è tenuta venerdi mattina la commemorazione del Giorno del Ricordo in memoria delle Vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, con la deposizione di due corone di alloro al monumento “una biblioteca di pietra”, inaugurata nel 2014, sul molo di Rimini, da parte della Amministrazione Comunale e dai rappresentanti degli esuli, alla presenza di autorità civili e militari e di una rappresentanza di studenti delle scuole di Rimini.
C’è voluta una Legge votata dal Parlamento il 30 Marzo 2004 che ha istituito il 10 Febbraio Giorno del Ricordo, data del vergognoso trattato di pace ( 10.2.1947) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono 350.000 italiani, per chiedere alle istituzioni di ricordare dopo 60 anni di silenzio, di negazionismo, una pagina tragica della nostra storia strappata dai libri.
Una verità nascosta, da riconoscere senza reticenze e ancora peggio senza giustificazionismi, quella degli eccidi di circa 12.000 italiani tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1947 attuati dai partigiani di Tito per eliminare coloro che si potevano opporre al disegno di annessione di quelle terre italiane alla Yugoslavia.
Migliaia furono gli italiani, colpevoli solo di essere tali, gettati nelle Foibe che da naturali inghiottitoi carsici si trasformarono in profonde fosse comuni.
Purtroppo, nel Giorno del Ricordo, l’Amministrazione Comunale continua a ignorare, nelle cerimonie ufficiali il Giardino Vittime delle Foibe, l’area verde dell’ ex Piazzale Carso, contigua idealmente e territorialmente a Viale Trieste, Via Monfalcone, Via Pola, Via Fiume, Viale Nazario Sauro, l’Eroe Medaglia d’Oro, Martire di Capodistria, la cui intitolazione fu approvata dal Consiglio Comunale nel 2004, 12 anni orsono.
Chiedo, allora, al Sindaco Gnassi per quali ragioni l’Amministrazione Comunale non ritiene doveroso deporre almeno una corona di alloro a nome della Città di Rimini su quella targa Giardino Vittime delle Foibe che non può essere ridotta a un semplice segnale stradale nella toponomastica.
Spero, dopo 70 anni, siano superate definitivamente quelle riserve ideologiche e di partito che per 9 mesi nel 2004 in Consiglio Comunale impedirono in tutti i modi la discussione di quell’odg, presentato dal sottoscritto, per l’intitolazione del Giardino alle Vittime delle Foibe, e che poi ritardarono per 4 anni successivi l’applicazione della Delibera approvata e l’installazione della Targa.
E’ un dovere della Città di Rimini rispettare e onorare le migliaia di Martiri delle Foibe.
Ponte di Tiberio: in Commissione Consigliare la mozione del Consigliere Renzi per ripristinare un flusso d'acqua dal deviatore del Marecchia contro l'inutile e costoso "canale marino" dell'amministrazione Gnassi.
23/01/2017
1) Il ripristino di un flusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia, che sostengo da 20 anni ,consentirebbe la circolazione, il ricambio, la spinta, l’ ossigenazione delle acque nel bacino del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.
2) Al contrario Il nuovo progetto dell’Amministrazione Comunale “ Un mare lungo un miglio”, con la realizzazione di un canale marino sinuoso dal bacino del Ponte di Tiberio al Deviatore con l’acqua proveniente dal mare a seconda delle maree ( influsso inesistente e a secco durante le basse maree), continuerebbe la stagnazione delle acque.
3) Occorre quindi, dopo tanti studi, realizzare il progetto idraulico dello scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia attraverso il Parco, al Ponte, al Porto Canale , fino allo sbocco in mare, elaborato da Alpina Acque e a disposizione della Amministrazione Comunale dal 2006, da dieci anni, supportato da studi e ricerche.
4) Sottolineo che l’Amministrazione Gnassi non ha dato seguito alla realizzazione del Progetto di Alpina Acque chiesto con una mozione del sottoscritto approvata all’unanimità il 13.9.2012 dal Consiglio Comunale.
5) E’ prioritario definire e realizzare la sistemazione idraulica del Parco, Ponte e Porto per ricreare l’equilibrio ambientale e paesaggistico del Ponte di Tiberio che per 2000 anni ha visto scorrere sotto le sue arcate le acque del Marecchia, prima degli interventi di facciata con le passerelle e il ponte galleggiante.
Anche le mareggiate "bocciano" il progetto "Parco del Mare".
18/01/2017
La tempesta di vento di questi giorni ha confermato le criticità da noi denunciate in diverse occasioni del progetto “ Parco del Mare “.
1. L’abbassamento della quota del lungomare prevista a livello del piano spiaggia si dimostra una scelta tecnicamente sbagliata che peggiora senza dubbio la situazione esistente, già in crisi dinnanzi alle tempeste di vento e alle mareggiate di queste ore.
2. La realizzazione delle dune artificiali, oltre ad essere improponibili durante la stagione balneare, per l’azione del vento aumenterà il trasporto della sabbia sul lungomare;
3. Il Parco del Mare non prevede inoltre sistemi di difesa del litorale, costringendo a ricorrere alle solite lamiere arrugginite che degradano la spiaggia da 70 anni;
A differenza del Parco del Mare, il nostro progetto, elaborato dall’Arch. Taron Mussoni, che sosteniamo da un anno, con il rialzo della quota del Lungomare, non solo consente la vista del mare e della spiaggia, ma favorisce anche la difesa del lungomare della città dalle mareggiate e dalle tempeste di sabbia.
A conferma di ciò, basta vedere come l’attuale quota rialzata del Lungomare a sud di Piazzale Kennedy non presenti gli accumuli di sabbia sul marciapiede e sulla strada del lungomare.
Nella nostra proposta sono inoltre previste nuove difese e barriere per tutelare le attività del lungomare.
Invitiamo, pertanto, il Sindaco Gnassi ad essere più “umile” per consentire una necessaria riflessione ed un proficuo confronto sui limiti del suo Parco del Mare, per fare tesoro degli avvertimenti atmosferici ed evitare futuri danni alla città.
Si potrà dire: Sindaco avvisato. Lungomare salvato ?.....
Gnassi ripristini le "barriere anti sabbia" sul lungomare per non "buttare al vento" altri soldi dei cittadini.
07/01/2017
Il forte vento dal mare di questi giorni ha trasportato, regolarmente, la sabbia della spiaggia sulle aiuole, sui marciapiedi, sulla pista ciclabile e sulla strada del lungomare.
I cumuli di sabbia, come sempre, danneggiano le aiuole, non consentono il passaggio ai pedoni, alle carrozzelle dei disabili, ai ciclisti, e per la ripulitura il Comune chiama gli operai di Anthea che vengono pagati con i soldi pubblici.
Continuo a chiedere al Sindaco Gnassi, dopo la mancata risposta all’interrogazione consigliare del 21.12.2015, se non sia ragionevole prevenire e/o impedire che la sabbia trasportata dal vento invada il lungomare, ripristinando le barriere o paratie di legno a ridosso della siepe di pitosforo e degli accessi in spiaggia, come avveniva fino ad anni addietro, risparmiando così nella spesa pubblica. E’ incomprensibile, infatti, ogni volta che soffia il vento dal mare ripetere gli stessi lavori di ripulitura dei cumuli di sabbia che soprattutto danneggiano le aiuole del lungomare e richiedono una non facile manutenzione di ripristino o addirittura la ripiantumazione con i relativi costi.
A meno che il Sindaco Gnassi, dopo la rimozione delle barrere anti sabbia non voglia continuare a “buttare al vento” altri soldi dei cittadini.