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Il declino di Marina Centro con il Viale Vespucci dimenticato e da riqualificare.
22/07/2015
Continua a mancare l’attenzione della Amministrazione Comunale sul degrado di Marina Centro e in particolare di Viale Vespucci. Sono sempre più i tratti di marciapiede di Viale Vespucci occupati/invasi dai tavolini di ristoranti, chioschi-bar, ora addirittura da un “ chiringuito” , da merce dei negozi, ad opera di alcuni ristoratori e commercianti sotto gli occhi di tutti, che rendono difficile e caotico il passeggio/passaggio dei pedoni, nonostante la larghezza minima di 2 metri prevista dal Codice della Strada e la possibilità della Amministrazione Comunale di prevedere larghezze superiori.
Cicli e moto sono parcheggiate disordinatamente sui marciapiedi, il Caffè delle Rose è assediato dalle auto.
L’arredo urbano di Viale Vespucci è sempre più fatiscente, l’ultima e infelice operazione di restyling risale a 25 anni fa, con le “capottine” sostenute da strutture in ferro, che sopravvivono o sono abbandonate dalle attività cessate, con la inesistente o minima cura per le poche fioriere. Viale Vespucci è stato stravolto dalla invasione dei “condomini” della “riminizzazione”, al posto delle ville storiche, con poco rispetto dell’ambiente ma anche a scapito di una nuova riqualificazione turistica e alberghiera. L’immagine del Viale è quella sempre più mediocre e trasandata degli ultimi decenni con la solita “corte dei miracoli” di venditori abusivi, “pallinari”, straniere “addette alle treccine”, artisti con lo “spry”, cartomanti, ecc.
La Soprintendenza "boccia" la Casa Comunale dei Matrimoni di Piazzale Boscovich. Serve la riqualificazione del nostro Molo!
17/07/2015
Il prefabbricato in legno di 30 mq. della Casa Comunale dei Matrimoni approvato nel Marzo scorso dal Sindaco Gnassi e dalla sua maggioranza consigliare, da installare nel Piazzale Boscovich a lato del Bar Souvenir, è stato bocciato dalla Soprintendenza di Ravenna che chiede di sostituire le pareti in legno parallele al mare con intere vetrate, finiture chiare e rivestimenti a corda degli adiacenti muri in cemento armato.
Non poche erano state le criticità sollevate allora dalla minoranza al progetto e al design della Casa dei Matrimoni, che secondo il sottoscritto era più simile ad una “cabina elettrica” che all’immagine accogliente di una struttura e di un luogo dove celebrare un matrimonio.
Avevo addirittura espresso i dubbi sul rilascio della autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza al progetto, che poi sono stati confermati.
Il progetto della Casa Comunale dei Matrimoni prevede un costo di 200.000 euro comprendente il manufatto in legno con all’interno il servizio igienico per disabili, e la pedana in legno di 220 mq. sopra la duna dell’arenile adiacente .
Ulteriori 100.000 euro sono previsti per la costruzione di un gazebo di 90 mq. al centro della pedana sopra l’arenile e per la Piazzetta dei Matrimoni tra il bar Souvenir e la casa dei Matrimoni con pavimentazione e pergolato.
Chiaramente, la Soprintendenza con le modifiche al manufatto in legno della Casa dei Matrimoni esprime l’esigenza di una struttura più leggera e trasparente in un contesto ambientale da salvaguardare e con un arredo compatibile con il mare.
Ho lottato 12 anni per rimuovere il tendone dei libri per ottenere la piena agibilità del Piazzale del Molo, il rispetto naturale della duna, l’intera visuale della spiaggia e del mare.
Per questo, ho richiesto ieri sera in Consiglio Comunale di riesaminare il luogo e la struttura per la celebrazione dei matrimoni in spiaggia, considerando l’adeguatezza della Palazzina Roma oppure la possibilità di una convenzione con il Grand Hotel e la sua spiaggia privata attrezzata, promozionale del sogno felliniano.
Ma l’Amministrazione Comunale procede “a testa bassa”, in silenzio, con le “ pareti vetrate”, e il servizio igienico “ a vista”.
Lo “stop” della Soprintendenza, poteva costituire l’occasione per risparmiare 300.000 euro, per ripulire il Piazzale del Molo dai cassonetti dei rifiuti, dall’orinatoio e degrado all’angolo con il Bar Souvenir, dal parcheggio disordinato delle biciclette, dalle panchine multicolori, dalle occupazioni delle “promozioni” commerciali e da una nuova “ installazione” più o meno vetrata .
E’ già abbastanza per dovere riqualificare il nostro Molo, occupato dalle attrezzature del Consorzio Pesce Azzurro, assediato da bar, chioschi, bancarelle, dal traffico, dai parcheggi, e ultimo dalla “ ruota”.
Il narcisismo del Sindaco Gnassi sulla pelle del commercio e del Centro Storico.
14/07/2015
Il trasferimento del mercato ambulante da Piazza Malatesta in Corso d’Augusto, Piazza Tre Martiri, Via IV Novembre, Via Castelfidardo, Via Dante, trasformerà il Centro Storico in un “ bazar “.
L’accessibilità sarà drasticamente ridotta con l’eliminazione dei tre principali parcheggi Gramsci, Santa Rita, Bastioni Orientali e di 357 posti auto occupati dai banchi, oltre la perdita del parcheggio Settebello utilizzato dai 106 furgoni degli ambulanti che non potranno essere più affiancati ai banchi per la vendita . Aumenteranno le difficoltà di accesso al Mercato Centrale Coperto, con 120 attività e 5000 clienti giornalieri, dei fornitori e clienti. Il Trasporto pubblico vedrà il capolinea della linea 11 allontanarsi dal Terminal di San Girolamo alla Stazione, con disagi soprattutto per le persone anziane.
Il Quartiere residenziale Anfiteatro sarà assediato dalle bancarelle e attraversato dal traffico veicolare lungo Via Anfiteatro, Via Vezia, con un impatto ambientale e acustico sui bambini dell’Asilo Svizzero e sugli studenti della Scuola Media Panzini. Gli abitanti di Via Aponia, Via Galeria, Via Castelfidardo, Via Dante, saranno limitati nell’accesso alle proprie abitazioni e con esclusione dell’auto.
La collocazione dei banchi in Corso d’Augusto , Via IV Novembre, Via Castelfidardo, Via Dante confliggerà con le vetrine e gli ingressi dei negozi. La Piazza Tre Martiri sarà occupata ad intermittenza da 16 banchi con l’obbligo di spostarsi a seconda delle festività e degli eventi. Queste le criticità dell’emendamento Gnassi espresse dal sottoscritto ma rimaste senza le risposte o le giustificazioni del Sindaco e dei suoi compagni di maggioranza .
Mercato Ambulante: la necessità del confronto nell'interesse della città. L'area "Settebello - Ferrovieri", proposta per la soluzione del problema.
11/07/2015
Le continue modifiche apportate in Commissione e in Consiglio Comunale dal Sindaco e dall’Assessore alle Attività Economiche sulla Delibera per individuare le aree dove trasferire i banchi del mercato ambulante (Via Vezia prima si e poi no, via Cornelia prima si e poi no, Largo d’Augusto prima si e poi no, Piazza Tre Martiri prima no e poi si, Via Dante prima No e poi si, via Bastioni orientali-parcheggio- prima si poi no e ora si), dimostrano che le decisioni della Amministrazione Comunale sono state adottate con incertezza, improvvisazione, superficialità.
Resta la perdita della fisionomia coesa del mercato ambulante con un percorso di circa 2km allungato e frazionato dal Corso d’Augusto-Piazza tre Martiri fino alla via Dante a nord e al parcheggio di Via Bastioni Orientali a sud.
L’utilizzo di Via Dante costringerà il traffico privato in uscita dalla Via Aponia a immettersi “contromano” in Via Clementini e poi ad “intasare” Via Anfiteatro-Via Vezia - Via Bastioni Orientali - rotatoria di Via Roma. La scuola Media Panzini e l’Asilo Svizzero subiranno l’impatto dell’inquinamento ambientale e acustico. Il trasporto pubblico vedrà l’allontanamento del capolinea della linea 11 alla Stazione.
La Piazza Tre Martiri, per impegni istituzionali, feste, eventi, sarà disponibile solo 10 mesi all’anno, per 16 banchi , senza veicolo, con l’obbligo di trasferirsi altrove nel Centro Storico (senza sapere dove) e di armonizzare i materiali e i colori dei tendaggi. E’ confermata l’impossibilità a 106 ambulanti di affiancare al banco i “furgoni” predisposti per la vendita e la necessità per questi 100 veicoli di trovare un parcheggio, il più possibile vicino. L’ occupazione dei tre principali parcheggi (Gramsci, Santa Rita, Bastioni Orientali) di accesso al Centro Storico comporterà la perdita di 357 posti auto, oltre ai 365 in meno tra Parcheggio Malatesta (276) e Parcheggio Rocca –Via Circonvallazione Occidentale (89) con il previsto intervento di riqualificazione. Inoltre non sembra decolli il project financing del parcheggio multipiano “Scarpetti” .
Gnassi ha preso in giro gli ambulanti: il Mercato Ambulante perde la sua fisionomia e aumentano i problemi per il Centro Storico.
04/07/2015
Nella discussione in Commissione ieri pomeriggio con la presenza dell’Assessore Sadegholvaad e delle categorie degli ambulanti sul trasferimento del Mercato Ambulante nei tre parcheggi Gramsci, Santa Rita, Bastioni Orientali, nelle vie circostanti Cornelia, Aponia, Vezia, Galeria, Castelfidardo, in Via Iv Novembre , Corso d’Augusto, Largo Giulio Cesare, ho sottolineato le numerose criticità.
Innanzitutto, la perdita della fisionomia del mercato ambulante, non coesa, o compatta su un’area, ma con un allungamento ad “intermittenza” dall’Arco di Augusto alle ex Padane, con dispersione e frazionamento.
La pesante eliminazione di tre importanti parcheggi (Gramsci, Santa Rita, Bastioni Orientali) di accesso al Centro Storico comporta 357 posti auto in meno, oltre al minor introito di circa 100.000 euro l’anno e l’intasamento della mobilità dell’intera zona.
Come riferito dall’Assessore, l’impossibilità a 106 ambulanti su 406 di affiancare al “banco” il “furgone” funzionale alla vendita che deve essere parcheggiato altrove.,
La collocazione dei banchi, anche in doppia fila, con o senza furgone, nelle vie del Centro, in Corso d’Augusto, Via IV Novembre, Via Dante, Via Castelfidardo, confliggerà con le vetrine e gli ingressi dei negozi. I residenti in particolare di Via Vezia, e parte di Via Cornelia, Via Aponia, Via Galeria, Via Castelfidardo, Via Dante, saranno limitati nell’accesso alle proprie abitazioni con l’esclusione dell’auto. La Scuola Media “Panzini” e l’Asilo Svizzero saranno assediate dai banchi e raggiungibili solo a piedi.
Le difficoltà di accesso al Mercato Centrale Coperto, il più importante del Centro Storico, con 120 attività e 5000 clienti giornalieri che arrivano in bicicletta, con il motorino, la macchina, aumenteranno per il congestionamento delle attività commerciali e l’allontanamento dei parcheggi ( Settebello -Stazione).
Respinta dal furore ideologico e dal becero antifascismo dei Consiglieri del PD l'intitolazione al Podestà Palloni della rotonda del Grand Hotel.
01/07/2015
Ieri sera il Consiglio Comunale ha respinto la mia Mozione di intitolare la rotonda del Grand Hotel all’Avv.Pietro Palloni –Podestà di Rimini 1929-1933.Realizzatore del Lungomare.
Hanno votato a favore 5 Consiglieri ( Renzi, Zerbini, Mauro, Astolfi, Marcello.), contro i 7 Consiglieri del PD ( Allegrini, Morolli, Zoffoli, Mancini, Mazzocchi, Giorgetti, Corbelli), si sono astenuti 5 Consiglieri ( Aloisio, Tamburini, Franchini, Fonti, Gallo).
Non si è voluto riconoscere l’opera del grande Amministratore di Rimini che nei quattro anni della sua mandato 1929-133 realizzò il Lungomare di Rimini dal Porto al Kursaal e dal Kursaal all’Ausa, acquistò e riammodernò il Grand Hotel costruito nel 1908, trasformò e abbellì i piazzali del Kursaal, ristrutturò le Palazzine Roma e Milano, promosse la nostra spiaggia e l’immagine di Rimini in Italia e in Europa, fece scoprire ai Riminesi la “marina” poco frequentata con il piacere del passeggio e dell’incontro sul lungomare.
Ricordiamo i lavori di risanamento e di riqualificazione del Borgo San Giuliano, dove vivevano senza servizi igienici 3000 abitanti, la realizzazione del nuovo Viale Tiberio, con il nuovo insediamento di case popolari, la costruzione del monumentale Stadio Comunale, l’allargamento e illuminazione di Viale Regina Elena e delle vie limitrofe, il restauro della Torre dell’Orologio dopo i danni subiti dai terremoti..
La realizzazione nelle adiacenze di Villa Adriatica, a Marina Centro, con la cessione di un’area di sua proprietà, di un teatro provvisorio in legno di mille posti, chiamato Arena del Mare per gli spettacoli di opera leggera e varietà e il restauro della sala del Ridotto del Teatro con le risorse personali .
Presidio di protesta di Fratelli d'Italia-An e Lega Nord, davanti alla sede dell�??ACER contro l�??assegnazione delle case popolari prima agli stranieri e per il riconoscimento dell'anzianità di residenza ai riminesi.
27/06/2015
Si è tenuto questa mattina un presidio di protesta davanti alla Sede dell’Acer (Azienda Casa Emilia Romagna) di Via Caduti di Marzabotto dei militanti di Fratelli d’Italia e Lega Nord per rappresentare il malcontento popolare riguardo l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare che favorisce gli stranieri e penalizza gli italiani residenti a Rimini da lungo periodo.
Tra i partecipanti: il Consigliere Comunale di Rimini Gioenzo Renzi, il Consigliere Comunale di Santarcangelo Matteo Montevecchi, entrambi di Fratelli d’Italia , l’On. Gianluca Pini e Iacopo Morrone (Coordinatore regionale) della Lega Nord.
Si è voluto denunciare i 27 nuovi alloggi di edilizia popolare nella nuova Palazzina di via Toni ( ex Macello ) assegnati per il 70°% a 19 richiedenti stranieri e solo a 8 riminesi.
La vicenda di Via Toni non è un “caso anomalo” ma esprime la “tendenza” dell’ultimo quinquennio che ha visto la preferenza nell’assegnazione delle case popolari agli stranieri arrivare attualmente al 33%, con una casa su tre, nonostante gli stranieri siano il 13%.
Per questo continua la raccolta di firme sulla Petizione popolare di Fratelli d’Italia per modificare il Regolamento Comunale con il riconoscimento dell’anzianità di residenza dei richiedenti nel Comune di Rimini, tramite l’attribuzione di un punteggio per i giorni di residenza.
Come è già avvenuto in quasi tutti i Comuni della Regione, è doveroso tutelare i cittadini richiedenti da anni residenti a Rimini, che pagano le tasse, contribuiscono allo sviluppo del territorio e anche al patrimonio dell’edilizia popolare pubblica, rispetto a coloro appena arrivati.
Reticenze e mistificazioni dell'Ass. e Vice Sindaco Lisi per giustificare l'assegnazione delle case popolari agli stranieri.
20/06/2015
Nonostante il malcontento popolare, per l’Assessore è normale che i 27 nuovi alloggi di edilizia popolare nella nuova Palazzina di Via Toni ( ex Macello) siano assegnati a 19 richiedenti stranieri ( il 70%) e solo a 8 italiani e siano penalizzati coloro nati e residenti da lungo periodo a Rimini.
Sostiene che ” la componente demografica straniera di 18.374 residenti ( il 13%) nel 2014 paga orientativamente 100 milioni di tasse “, ma dimentica quei 123.000 residenti italiani e riminesi ( il 77%) che, non da oggi, ma da generazioni, pagano le tasse per le case popolari, la sanità, la scuola , e che sempre di più vengono “dopo” gli stranieri.
Come fa a dire che negli ultimi 5 anni gli alloggi popolari assegnati ai cittadini extra UE sono stati 50, quando proprio dai documenti trasmessi in risposta alla mia interrogazione, risulta che le assegnazioni agli stranieri sono 184 (164 extra UE e 20 UE) con una percentuale del 26% e non del 16%.
Non vuole riconoscere che “Via Toni” non è un “caso anomalo”, ma purtroppo una “tendenza” che nell’ultimo quinquennio ha visto crescere la preferenza nell’assegnazione delle case popolari agli stranieri dal 26% al 33%, nel 2014 una casa su tre, nonostante gli stranieri siano il 13%.
Afferma l’Assessore che le case popolari a Rimini, sono occupate dal 90 % di cittadini italiani e solo dal 9% degli stranieri, senza ricordare che le case popolari sono state costruite nei decenni e assegnate ai riminesi, quando gli immigrati non esistevano e gli unici stranieri a Rimini erano i turisti.
L’Ass. Lisi difende l’insostenibile, quando proprio Lei, nel 2013, chiedeva con un emendamento al Regolamento Comunale il riconoscimento dell’anzianità di residenza per tutelare i cittadini residenti da lungo periodo rispetto a coloro appena arrivati a Rimini .
Ricordiamo che quell’emendamento già approvato in Commissione fu eliminato per volontà del Sindaco Gnassi in Consiglio Comunale con le conseguenze che ora sono sotto gli occhi di tutti.
Le case popolari, grazie al Sindaco Gnassi, prima agli stranieri!
12/06/2015
La Regione Emilia Romagna ha modificato martedì scorso la legge per chiedere l’assegnazione degli alloggi dell’Edilizia Residenziale Pubblica con il requisito previsto della “residenza anagrafica o attività lavorativa nel territorio regionale da almeno 3 anni”.
E’ positivo che la Regione abbia recepito il criterio dell’anzianità di residenza, anche se in modo minimale e non del tutto soddisfacente, come chiedo da sempre, per tutelare i cittadini residenti da lungo periodo nel Comune rispetto a coloro appena arrivati.
Ricordo che nel Regolamento del Comune di Rimini per l’assegnazione degli alloggi ERP, in occasione delle modifiche nell’Agosto 2013, fu eliminato con un emendamento del Sindaco Gnassi il riconoscimento dell’anzianità di residenza nel Comune di Rimini, già approvato in Commissione Consigliare, e sostituito con l’anzianità in graduatoria.
Senza considerare che il riconoscimento dell’anzianità di residenza significa riconoscere un “dato culturale”, il senso di appartenenza alla nostra Comunità, alla nostra Città, alla vita vissuta in questo luogo, mentre la permanenza in graduatoria “ esprime solo un bisogno temporale, una richiesta.
Le conseguenze della volontà di Gnassi di non riconoscere nel Comune di Rimini l’anzianità di residenza oggi sono sotto gli occhi di tutti:
Su 1847 domande all’Acer di Rimini per le case popolari, in testa alla graduatoria i richiedenti stranieri sono oltre il 50% (sulle prime 106 domande i richiedenti stranieri sono 53);
Sulle 139 domande all’ACER di Rimini degli alloggi a canone calmierato, i richiedenti stranieri sono 74 con una percentuale del 53% che arriva al 70% sulle prime 49 domande con 34 stranieri;
Per l’assegnazione dei 27 nuovi alloggi di Via Toni ( ex macello) i beneficiari sono 19 richiedenti stranieri (70%) e solo 8 italiani.
La Video sorveglianza per la legalità e la sicurezza sulla nostra spiaggia.
29/05/2015
Siamo all’inizio della stagione balneare e si ripropongono i problemi connessi alla sicurezza e alla legalità sulla nostra spiaggia. Da 15 anni siamo alle prese con il problema dei venditori abusivi in conflitto con il lavoro dei “salvataggio”, dei “mosconai”, dei “bagnini”, con il passeggio dei bagnanti sulla battigia e il gioco dei bambini “ a riva”.
Dopo averlo richiesto da anni, in base alla esperienza positiva di Riccione, l’Assessore Sadegholvaad annuncia la costituzione del Nucleo Antiabusivismo Commerciale che sarebbe composto da 25 unità, ispettori compresi, divise in tre turni dalle 8 alle 24. Ritengo non sia sufficiente l’organico di 25 Agenti del Nucleo per contrastare seriamente i venditori abusivi, senza “spostarli” da una zona all’altra, che occupano la battigia, in particolare a Rimini Sud dal bagno 60 al bagno 130, e la sera, i marciapiedi della marina, come la “zona franca” del “camminamento “ retrostante le cabine da Bellariva a Miramare , il tratto di Viale Vespucci tra Piazzale Kennedy e Piazza Tripoli, e tra Piazzale Adamello-Viale Toscanelli a Rivabella.
Non si può nascondere la carenza di organico del Nucleo Antiabusivismo con lo “ smisurato” ricorso allo straordinario degli Agenti da impegnare per 10-11 ore di lavoro al giorno (soprattutto in spiaggia) per tre mesi e con l’elargizione enfatizzata del premio di 260.000 euro di produttività stagionale, senza pensare alla sicurezza personale degli stessi Agenti (a rischio per “sfinimento”) e all’efficienza del servizio.
Ho sempre detto che sarebbe necessario un organico di 60 uomini del Nucleo Antiabusivismo se si vuole eliminare l’abusivismo commerciale, impedendo la vendita ovunque, in spiaggia, sui marciapiedi, per azzerare gli incassi e stroncare la filiera.
Ogni squadra di Agenti dovrebbe essere comandata e coordinata “ sul campo” da un Ispettore –Ufficiale di Polizia Giudiziaria e supportata da una Jeep o Defender per spostarsi agevolmente sulla spiaggia, collocare la merce sequestrata e controllare i viali della marina.