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Grave incidente la notte scorsa alla rotatoria di Via Roma-Via Dei Mille-Corso Giovanni XXIII°: un incrocio pericoloso da mettere in sicurezza urgentemente!
   

14/09/2016

Non si può tacere dinnanzi al grave e impressionante  incidente accaduto la mezzanotte scorsa all’incrocio tra  Corso Giovanni XXIII° e la Via Roma con un auto che ha investito violentemente una ragazza in bicicletta, la ragazza e il sangue sull’asfalto, la bicicletta scaraventata a 50 metri sulla Via dei Mille , il parabrezza dell’auto frantumato.   

La pericolosità di questo incrocio è aumentata con l’ abolizione del semaforo e la realizzazione di una “sedicente”   rotatoria che non è altro che una coppa rotatoria di appena 1 metro di raggio.  

Le auto e le moto affrontano l’incrocio con  più velocità di prima,   invece di rallentare, soprattutto quando il traffico è scarso e nelle ore notturne, nonostante la poca visibilità di questo incrocio e la scarsa illuminazione.

Gli autoveicoli  all’insegna del “fila dritto”  transitano velocemente sull’asse Via Roma –Via dei Mille perché sono  convinti di avere la precedenza a dispetto anche di chi è già in rotatoria proveniente da Corso Giovanni XXIII° e ancora peggio nei confronti dei ciclisti.  

Invece è necessario “andare piano” :  per questo è urgente risistemare l’incrocio, rialzandolo almeno con un dosso di rallentamento e realizzando i dossi anche  sugli attraversamenti pedonali.

Sono da eliminare tutti quei cordoli di gomma assurdi che hanno ristretto  ancora di più l’area dell’incrocio aumentando le difficoltà di manovra degli autoveicoli e degli autobus in particolare.

Sono  pericolosi e troppi  i 22 pali della segnaletica verticale per l’attraversamento veicolare e pedonale.

Bisogna rifare e allargare i marciapiedi agli angoli di Via Roma-Corso Giovanni XXIII°, sconnessi da decenni, stretti ,tortuosi, un percorso da campestre  per i pedoni e impraticabile per i disabili.   

Soprattutto, ripeto,  è urgente mettere in sicurezza l’incrocio Corso Giovanni XXIII°con l’ asse Via dei Mille-Via Roma su cui transitano 20.000 veicoli al giorno, la problematica Nuova Circonvallazione di attraversamento del centro della città, per  evitare altri gravi incidenti.

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Zingari: come ha girato Gnassi la frittata delle aree per "nomadi" per imbonire i cittadini
   
09/09/2016
 
Dopo 4 ore di critiche della minoranza e di proteste dei cittadini in Consiglio Comunale contro il progetto di realizzazione delle 3 micro aree per gli zingari ( non sono più nomadi) alla Grotta Rossa, alla Gaiofana e in Via Islanda, approvato dalla Giunta Comunale  il Sindaco Gnassi ha solo girato la frittata per renderla più digeribile ai cittadini interessati.

Ha solo sostituito  le parole  “micro aree” con  “piazzole” per roulotte da realizzare per ogni gruppo famigliare (15 persone) da insediare in ogni quartiere della città, (quante sono?) senza mettere in discussione o revocare le scelte già fatte di Via della Lontra, Via Maceri, via Islanda, e senza precisare la destinazione della settantina di zingari tutt’ora  in via Islanda.

Al Sindaco evidentemente  non basta l’esperienza in corso a Rimini delle roulotte in mezzo alle abitazioni per rendersi conto dei problemi igienico sanitari e di sicurezza (furti) che ricadono sui cittadini e sulle Forze dell’Ordine (Carabinieri) ed evitare il proliferare di tali situazioni nella città. Promuove la sperimentazione!


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Ponte di Tiberio: invece dello scorrimento delle acque dal Marecchia un canale marino stagnante.
   

02/09/2016

Siamo arrivati alla ventesima Festa de Borg, sono passati 40 anni, eppure il bacino del Ponte di Tiberio al centro  della festa continua a presentare la  solita  vista di acqua stagnante, melmosa, di colore marrone cupo.  

L’Amministrazione Gnassi non ha realizzato quel ripristino di un  flusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia fino al   Ponte di Tiberio
per ridare vita al Parco, al Ponte, al Porto, approvato dal Consiglio Comunale all’unanimità il 13.9.2012 con la mozione del sottoscritto.

Si trattava di  realizzare  un canale a deflusso naturale lungo il vecchio alveo, oggi Parco Marecchia,  che convogliasse  le acque dal Deviatore Marecchia fino al Bacino del Ponte di Tiberio, con una portata d’acqua necessaria per il ricambio idrico delle acque nell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.   

La Mozione chiedeva di procedere all’approvazione e attuazione del progetto definitivo ed esecutivo di ripristino dello scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia, elaborato da Alpina Acque, a disposizione della Amministrazione Comunale dal 2006, da dieci anni.

Il Sindaco e la Giunta non solo non hanno adempiuto al mandato del Consiglio Comunale ma hanno approvato il 22.12.2015 un altro progetto concettualmente  all’opposto, “ Un mare lungo un miglio”, che prevede “ lo scavo di un canale dal Ponte al Deviatore con una profondità tale da essere sempre coperto dall’acqua proveniente dal mare e di  ritrovarsi emerso solo durante le basse maree” con un costo di fattibilità di 800.000 euro.

Il Sindaco Gnassi non vuole riconoscere ancora una volta che l’eliminazione dello scorrimento dell’acqua dal Fiume Marecchia  ha snaturato l’ambiente del Ponte di Tiberio i cui piloni sono immersi in una pozza d’acqua stagnante ( a cui poco possono le maree) e ridotto le acque del Porto Canale melmose e maleodoranti.

Dopo il fallimento progettuale della cosiddetta diga mobile, costato una decina di miliardi di lire, e delle banchine sommerse regolarmente dall’alta marea, si continua approvando costosi interventi di facciata per  3 milioni di euro( Progetto Tiberio  Piazza sull’acqua-Canale) mentre sarebbe prioritario  “rinaturalizzare”, ricreare l’equilibrio ambientale  e paesaggistico del Ponte di Tiberio che per 2000 anni ha visto scorrere sotto le sue arcate le acque del Marecchia.

Come, 1.200.000 euro spesi dal Comune per lavori a fronte della prevista chiusura del Ponte di Tiberio (500.000 euro per la rotatoria di Largo Vannoni , 700.000 euro per la circolazione su viale Tiberio e parcheggi, più 24.000 euro di affitto annuo al privato per l’area Conad), a parte le conseguenze sulle attività economiche del Borgo, non serviranno sicuramente ad impedire l’intasamento della viabilità con la deviazione di 20.000 veicoli sulla via Matteotti, via dei Mille, via Roma, la nuova circonvallazione di attraversamento  all’interno della città.


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Nominato dal Sindaco Gnassi l'Amministratore Unico di AMIR Spa: continua l'occupazione e spartizione partitocratica delle poltrone.
   

23/08/2016

La designazione del Sindaco Gnassi ad Amministratore Unico di AMIR Spa di Alessandro Rapone, portavoce della lista Patto Civico che lo ha sostenuto nelle elezioni di due mesi fa, continua la vecchia logica partitocratica di occupazione spartizione delle poltrone.

E’ cambiata solo la forma, rispetto ai decenni passati quando per la nomina dei Consigli di Amministrazione delle società partecipate   i nominativi  da votare in Consiglio Comunale venivano proposti addirittura sulle carte intestate dei partiti dell’arco costituzionale.

La sostanza resta immutata
, anche se le nomine non le fa più il Consiglio  Comunale ma il Sindaco-.

In questo caso è ancora più evidente: è stato indicato come  Amministratore di AMIR,  subito dopo le elezioni, un  unico   candidato, tra i promotori elettorali della coalizione di sinistra,  senza neanche una rosa minima di altri candidati con competenze amministrative, titoli di studio, esperienze professionali.

Le linee guida per le nomine nelle Aziende, Enti, Istituzioni, votate il 4 Agosto scorso in Consiglio Comunale, che replicano sostanzialmente quelle dei precedenti mandati,  hanno dimostrato che non servono a nulla: il Sindaco nomina, prima, durante, dopo, chi vuole  alla faccia degli annunci sull’Albo Pretorio  e dei candidati che inviano i loro “curricula”.

Invece di mettere uno stop alla arroganza politico partitica nelle nomine a scapito della competenza professionale, del rispetto dei diritti di tutti i riminesi interessati, del buon funzionamento delle società partecipate,  la maggioranza consigliare  di sinistra ha bocciato i miei emendamenti che chiedevano agli Amministratori nominati dal Comune la dichiarazione di eventuale appartenenza ad un partito politico e di non essere stati candidati alle ultime elezioni.


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E' ora di demolire l'ex bar pizzeria del Sottopassaggio del Grattacielo invece di insistere dal Comune con i bandi "al ribasso" e di riqualificare tutta l'area dei Giardini della Stazione.
   

12/08/2016

Il Comune ha indetto lo scorso 3 Agosto la quarta asta pubblica per la concessione in uso dell’ex bar pizzeria del sottopassaggio del Grattacielo da destinare a Caffè Culturale con la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico unitamente ad attività socio culturali.

Dopo le tre precedenti aste andate a vuoto, nonostante la riduzione del canone annuo di concessione dell’immobile dai 23.000 euro del primo bando, ai 17.000 euro del secondo, ai 12.000 euro del terzo, ora come nuovo incentivo, è stata posticipata la data di decorrenza del canone dal 9° al 12° anno della concessione con la durata di anni 18, in cambio dei lavori di ristrutturazione e di riqualificazione.

Infatti, risulta inesistente o problematico l’interesse per la gestione a Caffè Culturale
di un immobile in cui le precedenti attività ( bar, gelateria, pizzeria) sono sempre risultate fallimentari, anche per la mancanza di parcheggio auto, senza considerare i costi da sostenere per la sua necessaria ristrutturazione straordinaria.

Nel frattempo sono trascorsi tre anni dal 10.8.2013 dalla restituzione con tante difficoltà di quell’immobile dall’ex Concessionario al Comune ma perdura il suo stato di degrado, tra sporcizia, rifiuti, rifugio di “fuorilegge”, davanti agli occhi delle  migliaia di cittadini e turisti che transitano dal Centro Storico o dalla Stazione a Marina Centro e viceversa.

Per questo, ieri sera in Consiglio Comunale con una interrogazione al Sindaco, ho chiesto di procedere subito alla demolizione dell’ex bar pizzeria, per eliminare quell’immobile degradato e con abusi edilizi, per ripristinare l’originaria area a verde, invece di insistere con bandi pubblici e le offerte al ribasso per mancanza di interesse.  

Contestualmente, è ora di riqualificare tutta l’area dei Giardini della Stazione, curare il verde
che si trova in uno stato pietoso e di abbandono, gli alberi, il prato, le siepi, le aiuole ridotte a terra battuta e sassi o erbacce, installare giochi per bambini e panchine , per offrire una immagine decorosa e accogliente ai residenti e ai turisti di questa porta d’ingresso della città.  

Va eliminata la vasca d’acqua rettangolare,  utilizzata come servizio igienico ( bidè, lavandino, pediluvio ) o lavapanni dalla “clientela degli irregolari” ,   e valorizzata col giardino la storica fontana del 1927 rendendola funzionante non solo per pochi mesi all’anno.

E’ necessario nei Giardini della Stazione l’intervento della Polizia Municipale  per il rispetto del Regolamento di Polizia Urbana, per impedire i comportamenti vietati ( l’occupazione del prato come dormitorio pubblico diurno, o con i bivacchi multiculturali, ecc.), operando con  le Forze dell’Ordine  contro i malavitosi,( spacciatori di droga, ladri, ecc.).

Non può essere consentita la sosta prolungata e invasiva degli autobus di Start Romagna su Viale C.Battisti
per non penalizzare la visibilità del Viale della Stazione.


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Petizione al Prefetto e al Sindaco sottoscritta da 1.328 riminesi chiede il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina.
   

06/08/2016

Ho presentato giovedi sera una nuova interrogazione consigliare al Sindaco a nome  dei 1.328 riminesi sottoscrittori della petizione al Prefetto e al Sindaco per chiedere il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina.  

Le cause che riducono il Borgo Marina ad un ghetto afro-asiatico sono: la concentrazione dei negozi asiatici, gli appartamenti sempre più occupati e sovraffollati da asiatici,  la Moschea insediata dal 2004 in una casetta destinata catastalmente ad uso ufficio  ma utilizzata come luogo di culto, inadeguata, anche per ragioni di sicurezza, a contenere le centinaia di mussulmani che vi accedono, senza parcheggi, per cicli, moto, auto, con la conseguente occupazione dei marciapiedi, passi carrai, strade.

Il problema del trasferimento della Moschea in un’altra zona più adatta della città e in un edificio più compatibile per eliminare l’impatto sul Borgo Marina dalla moltitudine dei suoi frequentatori, si trascina da oltre dieci anni.

Ricordo gli impegni assunti al riguardo dall’ex Sindaco Ravaioli nel 2005
, in occasione della sua visita ufficiale alla Moschea, e  dal Sindaco Gnassi nel settembre  2011  nell’incontro con il rappresentante del Centro Islamico e ribadito dal Sindaco il 28 Aprile 2012 in occasione della inaugurazione dei lavori di riqualificazione delle Vie Mameli e San Nicolo’.

Purtroppo, nonostante  gli oltre 10 anni trascorsi e il continuo sollecito del sottoscritto all’Amministrazione Comunale con sei interrogazioni presentate nel precedente mandato del Sindaco Gnassi e la sottoscrizione in piazza della petizione popolare,  non c’è stato alcun esito.

Dopo l’incontro del settembre 2011, come ha risposto l’Ass. Sadegholvaad,  non vi sono stati altri rapporti
tra l’Amministrazione Comunale e i rappresentanti del Centro Islamico per dare seguito alle parole e agli impegni assunti.  

Anche l’Assessore concorda  che quell’immobile destinato a Moschea non è adeguato per essere un luogo di culto per centinaia di persone.

Perciò, ho chiesto al Sindaco di intervenire con determinazione sui responsabili della Moschea
per attuare al più presto il suo trasferimento dal Borgo Marina, anche alla luce dei maggiori controlli chiesti nei giorni scorsi dal Ministro degli Interni e del  rispetto di  tutte le autorizzazioni previste dalle leggi per i luoghi di culto  mussulmano.

Chiederò l’incontro con il Prefetto  per la presentazione della Petizione popolare e delle ragioni sostenute dai residenti per trasferire la Moschea ed eliminare l’impatto  sul Borgo Marina.


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Nomine negli Enti partecipati dal Comune: Il Sindaco Gnassi non può fare quello che vuole!
   

26/07/2016

Gli indirizzi per le nomine da parte del Sindaco dei rappresentanti del Comune  presso Enti, Aziende e Istituzioni, discussi e approvati dalla maggioranza questa mattina in Commissione Consigliare replicano sostanzialmente quelli del precedente mandato amministrativo 2011-2016.

Ho sollevato al riguardo  le seguenti criticità con relative proposte

1)    La procedura di nomina:

E’ inutile che il Comune pubblichi sul proprio sito internet e sull’Albo Pretorio informatico l’elenco delle nomine o designazioni da effettuare presso egli enti, partecipati, invitando i cittadini interessati ad avanzare le proprie candidature,  quando poi è previsto per iscritto che “ il Sindaco potrà prescindere dalle proposte di candidature pervenute”.  

E’ una mancanza di rispetto verso i cittadini che presentano i loro curriculum ,  per non dire arroganza e discriminazione, quella che  il Sindaco può nominare persone che non hanno inoltrato neppure la domanda di partecipazione  per la copertura dei posti che si rendono vacanti presso gli Enti partecipati.

2)    Requisiti soggettivi:

I rappresentati del Comune presso gli Enti
, per ragioni di trasparenza, dovrebbero   dichiarare l’ eventuale appartenenza ad un partito politico o ad una associazione ( come fanno già i Consiglieri Comunali) .

Inoltre non dovrebbero essere stati candidati alle ultime elezioni comunali.


3)    Pubblicità delle nomine e designazioni:

La nomina del Sindaco pubblicata entro 15 giorni sul sito internet del Comune, dovrebbe essere annunciata preliminarmente nella prima seduta utile del Consiglio Comunale indicando i motivi della scelta per ragioni di trasparenza e di valutazione.

Questi alcuni degli emendamenti che presenterò in Consiglio Comunale per salvaguardare la competenza professionale, il rispetto dei  diritti dei riminesi, il buon funzionamento degli Enti partecipati dal Comune, che vivono con i soldi pubblici.

Non certo per il Sindaco Gnassi  che “ nomina chi vuole ”.  

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Realizzare a Rimini i servizi igienici pubblici indispensabili per i cittadini e i turisti.
   

21/07/2016

A seguito della lettera di un residente del Borgo San Giuliano  alla redazione riminese del Resto del Carlino che evidenziava   la mancanza dei bagni pubblici durante le feste, ritengo opportuno ricordare che il Sindaco Gnassi e la sua maggioranza in Consiglio Comunale hanno votato contro il 30.10.2014 alla mozione  del sottoscritto che chiedeva di realizzare i servizi igienici pubblici a Rimini.  

Chiedevo precisamente di installare servizi igienici pubblici, moderni e decorosi, automatizzati, autopulenti e disinfettanti nelle zone di grande afflusso di persone, centro storico, aree mercatali, parcheggi, marina centro, sul lungomare, di eventi e manifestazioni, ecc.  

Proponevo di affidare, dopo l’investimento-acquisto iniziale dei servizi igienici automatizzati, la loro gestione e manutenzione ordinaria alla ditta produttrice in cambio degli incassi a   costo nullo per l’Amministrazione Comunale.

Nella nostra città non c’è più un servizio igienico pubblico
, dopo l’eliminazione dei vespasiani in Piazza Malatesta, nel Giardino Ferrari, nei Giardini della Stazione, nel Parco Fellini e la chiusura dell’unico servizio igienico automatizzato, malamente gestito, sottostante la Torre Civica.

I residenti e i turisti, in caso di bisogno, si rifugiano negli esercizi pubblici o utilizzano strade, marciapiedi, giardini e altri spazi come latrine.    

Il Comune, dovrebbe provvedere direttamente anche grazie all’introito annuo di 7 milioni di euro con  l’Imposta di Soggiorno, invece di continuare a scaricare la propria inadempienza sui titolari degli esercizi pubblici che “sono obbligati a garantire la massima fruibilità dei loro servizi igienici, pena le sanzioni da 50 a 300 euro, tenuto conto della vocazione turistica della città “ come prevede testualmente l’art. 52 del Regolamento di Polizia Urbana.

Purtroppo, ai nostri Amministratori non basta neanche vedere l’area retrostante il Palazzo dell’Arengo e il Palazzo Garampi , dove ha sede il Municipio e il Sindaco, davanti l’ingresso del Consiglio Comunale, ridotta ad un vergognoso orinatoio pubblico , tutto il giorno, particolarmente la sera e di notte, dove i passanti sono  costretti agli “slalom” tra le pozze di urina.  

Neppure considerano i costi pubblici di migliaia di euro l’anno per l’intervento quasi tutte le mattine di 2-3 ore al giorno degli uomini di Anthea con le autobotti per il lavaggio dell’area.

Invece di votare pregiudizialmente contro, servirebbe un pò di buon senso per capire che i servizi igienici pubblici sono indispensabili per i cittadini e turisti,  per il rispetto e l’igiene pubblica della città.

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"Multe" a Rimini per 16 milioni: il 10% delle entrate correnti del Bilancio Comunale.
   

19/07/2016

 L’assestamento del Bilancio 2016 del Comune di Rimini presentato questa mattina in Commissione ha evidenziato l’aumento del 60 % delle sanzioni per violazioni del Codice della Strada dalla  previsione di 9.500.000 a 15.599.000 euro.

Indubbiamente si è fatto sentire l’effetto della installazione degli autovelox in Via Settembrini e in Via Euterpe, ma aspettiamo di conoscere, come ho chiesto, i dati disaggregati dell’importo totale per conoscere le  diverse cause di questo rilevante carico di sanzioni per i riminesi.

E’ più semplice per il Comune prevedere il continuo aumento delle “multe” ( 7 milioni nel 2015)  per quadrare il proprio bilancio,  che oggi hanno raggiunto il 10% delle entrate correnti, piuttosto che confidare sulla responsabilità dei cittadini per la loro diminuzione con adeguate campagne di informazione, educazione stradale, e di vigilanza sulla strada con un adeguato organico della nostra  Polizia Municipale.

Intanto, l’importante è fare cassa!

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Provvedimenti contro i "recidivi" degli appartamenti sovraffollati: il sequestro degli immobili per impedire la continuazione dei reati!
   

11/07/2016

Grazie ai Carabinieri che con i due ispettori  della USL sono ritornati nella casa di Corso Giovanni XXIII° e nell’appartamento di via Gambalunga  per i controlli contro il sovraffollamento abitativo, e hanno riaccertato le ripetute violazioni del numero consentito dei “dimoranti”, delle vergognose condizioni igienico sanitarie, della inagibilità e inabitabilità di un “sottotetto”.

I fatti dimostrano, che  i proprietari degli immobili o gli affittuari finchè continuano a lucrare migliaia di euro al mese
, e decine di migliaia di euro all’anno, non  si preoccupano certo dell’Ordinanza Comunale, delle sanzioni irrisorie per il sovraffollamento ( 50 euro a persona), del ripristino momentaneo di “apparenti” condizioni igienico sanitarie, del numero “legale” degli “ospiti” notturni o stagionali .

Perciò non mi sembra sufficiente la misura accessoria che il Comune intende proporre al Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza : la segnalazione certificata alla Agenzia delle Entrate dei recidivi  per ulteriori controlli fiscali.

Da anni, sono sotto gli occhi di tutti,  le violazioni  di Leggi dello Stato, del Regolamento di Igiene Comunale, del Regolamento Edilizio, dell’ Ordinanza Comunale, che mettono  a rischio la situazione igienico sanitaria pubblica con infestazioni di parassiti e microbi che si diffondono ovunque, non solo all’interno ma anche all’esterno degli immobili ispezionati, uno dei quali, un “sottotetto”, continua ad essere utilizzato come “abitazione” nonostante manchi   dei requisiti dell’abitabilità e dell’agibilità.

Il Sindaco, quale Autorità locale tenuta a garantire la salute pubblica, per rendere efficaci i ripetuti controlli e per impedire la continuazione dei reati   deve chiedere all’Autorità Giudiziaria il sequestro preventivo degli immobili, già sanzionati per le ripetute violazioni delle Leggi e dei Regolamenti Comunali.

Ricordo il sequestro del “Kebab” di Via dei Mille a dimostrazione dell’efficacia di quel provvedimento che sanzionò “la chiusura” di quell’ abituale “ ritrovo”  degli spacciatori di droga.  

Sarebbe la svolta per il ripristino vero della legalità e della normalità, il segnale per certi proprietari di immobili e affittuari senza scrupoli
per i quali con il sequestro degli appartamenti non ci sarebbe più il loro tornaconto economico con il mancato rispetto delle regole.   


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